'Stringiti a me', spettacolo ispirato all'eccidio di Montemaggio al Teatro dei Varii

È il 1970. Poi, di colpo l’azione arretra di 26 anni, alla complicata notte tra il 29 e il 30 marzo ‘44: i toni si fanno concitati, le contrapposizioni radicali

 
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Oggi, venerdì 21 marzo, alle ore 21.15, presso il Teatro dei Varii di Colle di Val d'Elsa andrà in scena lo spettacolo teatrale “Stringiti a me”, una storia inspirata all'eccidio di Montemaggio. L'evento è stato co-prodotto dal Comune di Colle di Val d'Elsa, Comune di Siena e L.u.t. (Libera università del teatro) con il sostegno della Fondazione Territori Senesi e Unicoop Firenze sezione soci Colle Val d'Elsa

La trama dell'opera

Seduti al tavolo del loro immutato, asettico salotto, solo a tratti contaminato dai suoni provenienti dall’esterno, il prof. Chiurco e sua moglie Elisabeth vivono la loro quotidianità fatta di minestrone e solite conversazioni, tra ricordi intimi e segreti ancora non rivelati, e gli incerti tentativi di rielaborare un passato ingombrante, con la con danza, la complicità e a tratti l’insofferenza tipiche di una coppia insieme da vari decenni.

È il 1970. Poi, di colpo l’azione arretra di 26 anni, alla complicata notte tra il 29 e il 30 marzo ‘44: i toni si fanno concitati, le contrapposizioni radicali. La tragedia è vicina all’epilogo, ma ci sarebbe ancora la possibilità di scegliere, di deviare il corso degli eventi. Una storia di fantasia ispirata a fatti e personaggi reali, il tentativo di ripercorrere i tragici eventi dell’eccidio del Montemaggio da dentro la testa di colui che secondo molti ne fu l’ispiratore e il principale responsabile, e di sua moglie. Il progetto nasce su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura per ricordare la figura del partigiano Vittorio Meoni, unico sopravvissuto all’eccidio del Montemaggio, a pochi mesi dalla sua scomparsa. In un momento storico in cui i fantasmi del fascismo sembrano riaffacciarsi con particolare virulenza, anche i linguaggi dell’arte possono essere uno strumento di riflessione e di consapevolezza, che pur nella complessità delle sfaccettature della realtà che l’arte deve saper cogliere, aiutino anche i più giovani spettatori, cui tali eventi appaiono ormai tanto distanti, a collocarli nella loro giusta dimensione storica. La drammaturgia dello spettacolo è stata affidata ad un giovane scrittore, che sapesse parlare il linguaggio delle nuove generazioni, evitando di cadere in intenti meramente rievocativi, che non ci competono, ma offrendo attraverso la narrazione teatrale lo stimolo alla riflessione.

Pubblicato il 21 marzo 2019

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