25 aprile, il presidente della Toscana sarà a Milano: «Non dimentichiamo chi ha combattuto e combatte per la libertà»
«Domani sarò a Milano per coloro che combatterono e morirono per la nostra libertà. Non dobbiamo mai dimenticarli». Lo sottolinea il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi annunciando la propria partecipazione alla manifestazione nazionale del 25 aprile a Milano che, come di consueto, prenderà il via alle 14 da corso Venezia e si concluderà in piazza del Duomo. Interverrano, tra gli altri, il presidente nazionale dell'Anpi, l'associazione dei partigiani, il vicepresidente dell'Aned, l'associazione degli ex deportati, e il presidente del Senato
«Domani sarò a Milano per coloro che combatterono e morirono per la nostra libertà. Non dobbiamo mai dimenticarli». Lo sottolinea il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi annunciando la propria partecipazione alla manifestazione nazionale del 25 aprile a Milano che, come di consueto, prenderà il via alle 14 da corso Venezia e si concluderà in piazza del Duomo. Interverrano, tra gli altri, il presidente nazionale dell'Anpi, l'associazione dei partigiani, il vicepresidente dell'Aned, l'associazione degli ex deportati, e il presidente del Senato.
«La democrazia – prosegue Rossi – è una conquista che va difesa tutti i giorni. Oggi dobbiamo vigilare e rispondere di fronte al riemergere del razzismo, della xenofobia e dell'antisemitismo. Il progetto europeo, nato innanzitutto per portare la pace in un continente dilaniato dalla guerra, è fortemente minacciato dalla costruzione di nuovi muri e dal dilagare dei nazionalismi».
«La memoria – aggiunge il presidente – è una materia viva: quegli ideali di libertà, pace e giustizia sociale, che animarono la Resistenza e la lotta di Liberazione, sono oggi incarnati da una nuova generazione che si batte quotidianamente per un mondo migliore. Penso a Gabriele Del Grande che si è impegnato a dare voce a chi non ce l'ha, liberato stamani e che era stato fermato in Turchia da un regime che ha ormai tratti fortemente autoritari. Penso a Giulio Regeni che si occu pava di diritti dei lavoratori in Egitto e che per questo è stato torturato e assassinato. E penso a tutti quei giovani, italiani ed europei, che guardano al mondo e che credono che la lotta per una società più giusta sia motivo di forte impegno per la loro vita. A queste persone, oggi, dobbiamo dare il nostro sostegno».
Pubblicato il 24 aprile 2017