3 luglio 1944, 70 anni fa la liberazione di Siena. Nel Cortile del Podestà proiezione di ''1944-2014 Siena Ricorda'' di Juri Guerranti

Sono passati esattamente 70 anni da quando alle 6,45 del mattino del 3 luglio 1944 le truppe francesi entrarono da porta San Marco nella città di Siena abbandonata poche ore prima dai nazifascisti. Il giornalista Juri Guerranti ha raccontato anche questo nel suo documentario ''1944-2014 Siena Ricorda''

 
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Sono passati esattamente 70 anni da quando alle 6,45 del mattino del 3 luglio 1944 le truppe francesi entrarono da porta San Marco nella città di Siena abbandonata poche ore prima dai nazifascisti. Il giornalista Juri Guerranti ha raccontato anche questo nel suo documentario "1944-2014 Siena Ricorda. La Liberazione dal nazifascismo dei 36 comuni della provincia", già presentato pubblicamente lo scorso 24 aprile, la cui proiezione è di nuovo in programma il 4 luglio, alle ore 21,30 nel Cortile del Podestà di Palazzo pubblico, nell'ambito delle iniziative organizzate dal Comune di Siena per festeggiare la ricorrenza della Liberazione.

E' lo stesso autore del documentario (che parla di tanti altri fatti, cominciando dal post-8 settembre 1943) che ci riassume cosa accadde a Siena il 3 luglio 1944: «Dopo aver liberato la Val d'Arbia, i francesi, che in zona Monsindoli trovano l'ennesima linea difensiva tedesca, chiamata Gustav, si preparano a fare ingresso a Siena, dove alcuni componenti del Comitato di Liberazione nazionale (formato da tutti i partiti antifascisti impegnati nella Resistenza) spingono per anticipare la liberazione attraverso un'insurrezione popolare. Il Cln però a maggioranza vota contro questa proposta, perché ritiene rischioso, per la salvaguardia della città e dei suoi tesori, uno scontro diretto tra partigiani e tedeschi.

«Proprio gli occupanti, che tre mesi prima, su pressione del prefetto di Salò Chiurco, avevano dichiarato unilateralmente Siena città ospedaliera - afferma Guerranti - il 30 giugno rassicurano il podestà fascista Socini Guelfi che non avrebbero difeso Siena, tuttavia se i partigiani avessero sparato un solo colpo avrebbero per punizione cannoneggiato la città. Il generale francese De Monsabert, consapevole di avere davanti a sé un gioiello storico-artistico, proibisce l'uso dell'artiglieria ordinando ai propri ufficiali di non sparare oltre il 18esimo secolo».

«Il celebre comando, ricordato in una targa apposta a porta San Marco, salva Siena da possibili distruzioni, anche grazie alla strategia del generale Juin che vuole prendersi la città per aggiramento - dice il giornalista - i francesi, appostati a Mugnano, mandano in città il capitano di cavalleria Piero Adolfo Stross per conoscere le intenzioni di difesa dei tedeschi e per dare come ultima ora per il ritiro la mezzanotte del 2 luglio. Ottenuta la rassicurazione della ritirata da parte tedesca, il Cln incarica il giovane partigiano del Raggruppamento "Monte Amiata" (formazione azzurra) Francesco Carlo Griccioli di oltrepassare le linee per raggiungere i francesi a Mugnano, informandoli così della decisione degli occupanti e fornendogli un grafico delle artiglierie nemiche da colpire».

Nel documentario di Juri Guerranti è proprio intervistato Griccioli che ricorda esattamente la sua "impresa": l'uscita da porta San Marco, la sua camminata sotto la luna, l'arrivo a Monsindoli dove ad attenderlo c'è una jeep francese e il suo incontro con il generale a Mugnano con cui conversa in lingua francese.

Guerranti passa poi a raccontare il 3 luglio a Siena, anche grazie ai ricordi di alcuni testimoni degli eventi: «Alle 6.45 del 3 luglio le truppe francesi con la terza divisione di fanteria algerina entrano in città da porta San Marco. Poco dopo fanno ingresso da porta Romana anche i soldati sudafricani e statunitensi. È festa in città, con i senesi che - avvertiti dal suono del campanone - accolgono i liberatori fra baci e applausi (come ci ricordano le foto e i filmati in bianco e nero realizzati dai reporter Alleati). Più tardi arriva in città su una jeep il generale De Monsabert che si reca subito in Duomo per pregare prima di andare in piazza del Campo dove entra in Comune, tra lo sventolio delle bandiere delle contrade, contrade che potranno tornare a correre il palio il 2 luglio 1945. Il municipio era stato abbandonato precedentemente dal podestà Socini Guelfi, uscito dalla porta principale del palazzo pubblico, senza subire nessuna molestia (anche perché nelle settimane precedenti aveva intrattenuto rapporti con il Cln, arrivando addirittura a costituire la Guardia civica, formata da oltre 300 antifascisti, indispensabile per gestire l'ordine pubblico in quei giorni "caldi"). Gli succede Carlo Ciampolini, designato dal Cln e dal Comando militare alleato, primo sindaco di Siena libera che manterrà pure negli anni a seguire ottimi rapporti con i generali francesi. Mentre la città è in festa, come ricordano gli articoli dei corrispondenti di guerra alleati che documentano in quei giorni quanto accaduto a Siena il 3 luglio, a Vicobello perdono la vita tre giovani patrioti della Guardia civica durante uno scontro a fuoco con i tedeschi in ritirata».

Il documentario "1944-2014 Siena Ricorda" racconta poi l'avanzata delle truppe in Valdelsa e nel Chianti, descrivendo quindi la liberazione di tutti gli altri comuni. Il video - che mostra decine di documenti d'epoca e 35 intervistati tra testimoni, partigiani (delle formazioni "Monte Amiata", "Lavagnini", "Boscaglia" e "Simar") e studiosi di storia locale - è disponibile su YouTube nel canale della Provincia di Siena.

Pubblicato il 3 luglio 2014

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