A Castelfiorentino nuove case popolari dalla vecchia scuola elementare di Cambiano
Nel dettaglio, le famiglie assegnatarie sono così costituite: a una signora anziana (che vive da sola) è stato assegnato un bilocale di 36 mq; a una famiglia di tre persone (con un figlio minore) un bilocale di mq 43, e a una famiglia di quattro persone (genitori e due figli minori) un trilocale di mq 51. Tutti gli appartamenti hanno un posto auto. Gli altri tre alloggi, ancora da assegnare, sono tre bilocali:, due di mq 36 e uno di mq 43
Quella che fino a trent’anni fa era una scuola elementare, oggi si è trasformata in una risposta concreta all’emergenza abitativa. Questa mattina sono state consegnate le chiavi dei primi tre alloggi popolari – su un totale di sei - realizzati da Publicasa Spa nella vecchia scuola elementare di Cambiano, sulla base di una graduatoria valida per i residenti di tutti gli undici Comuni che fanno parte dell’Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa.
Alla cerimonia di assegnazione - che si è svolta direttamente a Cambiano - sono intervenuti il Sindaco, Alessio Falorni, il presidente di Publicasa Spa, arch. Vincenzo Mollica, l’Assessore alle Politiche Abitative del Comune di Castelfiorentino, Alessandro Tafi. Per Publicasa Spa erano presenti anche Samanta Setteducati e Novella Nuti.
Cinquecentomila euro l’investimento di Publicasa Spa per la ristrutturazione completa dell’edificio, dal quale sono stati ricavati i sei alloggi assegnabili (uno sarà a disposizione per usi sociali), di cui tre sono stati assegnati appunto questa mattina ad altrettante famiglie di Castelfiorentino.
Nel dettaglio, le famiglie assegnatarie sono così costituite: a una signora anziana (che vive da sola) è stato assegnato un bilocale di 36 mq; a una famiglia di tre persone (con un figlio minore) un bilocale di mq 43, e a una famiglia di quattro persone (genitori e due figli minori) un trilocale di mq 51. Tutti gli appartamenti hanno un posto auto. Gli altri tre alloggi, ancora da assegnare, sono tre bilocali:, due di mq 36 e uno di mq 43. Per questi, si conta di completare la procedura di assegnazione e di consegnare le chiavi entro la fine dell’estate.
«Oggi è un giorno felice per tre famiglie castellane – sottolinea il Sindaco, Alessio Falorni – ma lo è anche per me, perché abbiamo dato una risposta concreta a uno dei grandi problemi che purtroppo abbiamo in Italia, la carenza di abitazioni di edilizia residenziale pubblica per famiglie che si trovano in una situazione di grave disagio. Un investimento che presenta, dunque, una rilevanza sociale particolarmente significativa, e allo stesso tempo un intervento di riqualificazione urbana, grazie alla politica di recupero edilizio che abbiamo adottato e che ha sempre contraddistinto – del resto – anche le amministrazioni che mi hanno preceduto. Una scelta finalizzata a favorire l’integrazione nella comunità delle famiglie bisognose, in modo armonico, evitando di creare aree che poi magari finiscono per accentuare la tendenza all’emarginazione. La piccola comunità di Cambiano è una comunità forte, coesa, orgogliosa del suo impegno sociale, della sua sensibilità nei confronti delle persone che si trovano in una condizione di difficoltà. Per questo, sono certo che queste famiglie – e le altre a cui saranno assegnati i rimanenti alloggi nei prossimi mesi - si troveranno benissimo».
«L'assegnazione di un alloggio a chi, per ragioni di diverso disagio sociale, non ce la fa ad accedere alla sua proprietà – sottolinea il Presidente di Publicasa Spa, Vincenzo Mollica - rappresenta un passaggio di enorme rilevanza, un momento di festa per chi lo riceve e per chi lo consegna. E' superfluo sottolineare la differenza sul piano dignitario tra chi dispone di un'abitazione nella quale custodire i propri valori essenziali, come la famiglia e i suoi beni materiali, e chi non ha uno spazio dove appoggiare la propria vita. Un Paese che si prende cura di risolvere la difficoltà di queste persone, è un paese con elevato livello di civiltà, anche se alla casa devono poi aggiungersi tutti gli altri servizi che rendano la vita degna di essere vissuta.
Questo enorme carico sociale, poggia sulle spalle di tutti i cittadini e non potrebbe essere altrimenti per una equa distribuzione del carico ed anche perché insostenibile diversamente. Purtroppo, la domanda di alloggi da parte di famiglie in difficoltà tende a crescere e non a diminuire. E questo pone una serie di quesiti ai quali urge offrire risposta, se non si vuole che il sistema ERP salti. Per costruire più case occorrono maggiori finanziamenti, senza i quali le case non si possono realizzare. Per manutendere gli alloggi locati, occorrono risorse economiche e con i canoni di locazione attuali è impensabile di poterne sostenere il mantenimento. La gestione del sistema è divenuto qualcosa di impegnativo e di complesso sotto il profilo della trasparenza degli atti e del rapporto con gli inquilini. Gli edifici ERP, rispetto a quelli dell'edilizia privata, aggiungono condizioni e regole, senza il rispetto delle quali, tutto diventa fluttuante col rischio di divenire ingovernabile. La società che gestisce il progetto la realizzazione la manutenzione e i servizi (nel nostro caso Publicasa), al momento della consegna ad opera dei Comuni, che rimangono proprietari degli alloggi, cerca di istruire gli inquilini, sulle responsabilità che accompagnano una consegna così importante e delicata, sulle regole che ne prescrivono il mantenimento o sui comportamenti nocivi che ne attivano la decadenza. Ma la società non è l'ufficio notarile che contabilizza la regolare copertura delle bollette. Cerca di essere uno sportello attivo di ascolto alle diverse esigenze e divergenze che possono insorgere all'interno di un condominio. Basta tutto questo per rendere questo sistema un sistema equilibrato e trasformarlo in un pezzo di tessuto urbano? Non basta. Per il motivo elementare che le persone che abitano l'ERP hanno già in ingresso problemi aggiuntivi rispetto alle altre persone : problemi economici, problemi di lavoro, di condivisione sociale, di religione, di comportamento. Tutto ciò rende questa realtà, un pezzo di mondo critico sul quale bisognerà porre molta attenzione, se si vuole evitare che il suo disagio si riversi sulla parte sana del sistema che ancora sostiene l'insieme».
Pubblicato il 20 giugno 2018