Agricoltura, Coldiretti: gennaio 2018 tra più caldi degli ultimi 40 anni
«La mancanza di acqua - sottolinea la Coldiretti Toscana con una nota stampa - si fa sentire soprattutto nelle campagne dove le piante da frutto in fase di rigonfiamento delle gemme o già fiorite per effetto del caldo hanno bisogno di acqua, ma in sofferenza c’è anche il frumento ed a rischio ci sono le semine ed i trapianti primaverili come il mais. E anche gli ortaggi si irrigano come se fosse giugno»
Il mese di gennaio, appena concluso, è risultato termicamente molto più caldo della media, con scarti positivi di circa 3 gradi: ed è stato registrato, dopo il 2007, il secondo gennaio più caldo almeno degli ultimi 40 anni. Dal punto di vista pluviometrico, il mese di gennaio è stato in linea con le serie storiche, senza alcun evento di neve fino in pianura, e non ha permesso di recuperare il deficit annuo ereditato nel 2017 di oltre 200 millimetri, pari a circa un 30% di precipitazioni in meno.
«La mancanza di acqua - sottolinea la Coldiretti Toscana con una nota stampa - si fa sentire soprattutto nelle campagne dove le piante da frutto in fase di rigonfiamento delle gemme o già fiorite per effetto del caldo hanno bisogno di acqua, ma in sofferenza c’è anche il frumento ed a rischio ci sono le semine ed i trapianti primaverili come il mais. E anche gli ortaggi si irrigano come se fosse giugno. Gli allevatori stanno finendo le scorte di fieno e materie prime per l’alimentazione degli animali soprattutto nelle aree interne con effetti sulla raccolta del latte. L’andamento schizofrenico dell’inizio dell’anno è confermato anche dal caldo anomalo con le temperature massime che sono risultate di 3,3 gradi superiori alla media storica che hanno provocato la fioritura anticipata delle piante da frutto. Una finta primavera che ha risvegliato gli alberi con i mandorli già in fiore e le gemme di albicocchi e peschi in fase di apertura che rischiano di essere compromesse nel caso del possibile ritorno del freddo».
«Siamo di fronte – conclude - alla conferma i cambiamenti climatici in atto che si stanno manifestando in Italia con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sull’agricoltura che lo scorso anno ha subito perdite record per 2 miliardi di euro con effetti sull’occupazione e sul carrello della spesa dei cittadini. Per questo motivo è indispensabile lavorare ad un sistema di gestione del rischio efficace per le uniche imprese che hanno il clima fra l propri “fattori della produzione”».
Pubblicato il 9 febbraio 2018