Augusto Bastianini, il pittore dei campi di Monteguidi
Durante gli anni della produzione artistica, Augusto Bastianini si è concentrato sullo studio di nudo, sui ritratti commissionati dall'alta borghesia senese e fiorentina, e sulla pittura dei campi, legata alla riscoperta e all'amore per il territorio intorno a Monteguidi. Ciò che oggi sappiamo di Bastianini è frutto dell’impegno dei ricercatori, dal momento che è mancato un critico contemporaneo al pittore che ne tramandasse la memoria.
Il Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa ospita una ricca collezione tra cui le opere di Marco Romano, scultore del Medioevo, e di Alessandro Casolani, pittore del 1500 nato a Mensano. «Mancava il percorso dedicato ad Augusto Bastianini», spiega la direttrice Patrizia La Porta, grazie alla quale è stato possibile visitare la sala a lui destinata.
Dopo una ricerca di tre anni presso archivi, musei e biblioteche sparsi in tutta Italia, la direttrice e ricercatrice La Porta è riuscita a ricreare il percorso artistico del pittore monteguidese, percorrendo i vari filoni tematici come i ritratti, la vita dei campi e le cosiddette “impressioni”.
Nato nell’antico castello di Monteguidi il 1 aprile 1875, Bastianini è ricordato ancora oggi come uno degli artisti più influenti del panorama pittorico toscano di fine ‘800 - inizio ‘900 al pari di Antonio Salvetti, pittore colligiano, e Niccolò Cannicci, esponente della seconda generazione dei Macchiaioli, con il quale costruì un forte legame artistico ma soprattutto personale.
Figlio di un importante possidente di Monteguidi, Augusto ebbe la possibilità di frequentare a sedici anni l’Istituto di Belle Arti di Firenze e di trasferirsi nella città culla del Rinascimento, dove aprì lo studio prima in Via Ghibellina, poi in Piazzale Donatello.
Sin dall’infanzia ha subìto gli influssi artistici del borgo in cui abitava, osservando le opere di Maestro di Monterotondo e di Alessandro Casolani presenti all’epoca nella pieve di Monteguidi.
«È sempre stato un uomo di profonda cultura e di animo sensibile - aggiunge la direttrice -, capace di cogliere gli influssi anche da parte dei movimenti artistici europei a lui contemporanei, appuntando sui taccuini impressioni e schizzi che poi sarebbero diventati vere e proprie opere d’arte».
Durante gli anni della produzione artistica, Augusto Bastianini si è concentrato sullo studio di nudo, sui ritratti commissionati dall’alta borghesia senese e fiorentina, e sulla pittura dei campi, legata alla riscoperta e all’amore per il territorio intorno a Monteguidi, come si vede in “La ferratura del bove” e “Ora di pace”.
Quando morì nel 1938, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, la moglie Lina Batacchi chiuse lo studio di Firenze e i nipoti portarono tutte le opere al palazzo di Monteguidi.
Ciò che oggi sappiamo di Bastianini è frutto dell’impegno dei ricercatori, dal momento che è mancato un critico contemporaneo al pittore che ne tramandasse la memoria.
Tra i Musei e le collezioni private che conservano attualmente le opere di Augusto Bastianini vi sono anche la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, la Banca Monte dei Paschi di Siena.
«Il Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa rappresenta il centro culturale del paese in cui è raccolta tutta la storia del nostro territorio. Gli oggetti che sono custoditi all’interno dei musei sono dei documenti alla stessa stregua dei documenti scritti e attraverso lo studio di questi oggetti noi costruiamo la storia», conclude la direttrice.
Ambra Dini
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Pubblicato il 29 maggio 2019