Batterio New Delhi, la rassicurazione dei medici: «Recarsi in ospedale non è rischioso»

«La principale raccomandazione che viene fatta a tutti - chiarisce il direttore sanitario, Roberto Gusinu - è quella valida per la prevenzione di tutte le infezioni cioè massima attenzione all'igiene delle mani e alle norme di comportamento. In particolare in ospedale, oltre alle norme di igiene e sicurezza osservate dai professionisti, lo stesso paziente deve curare la propria igiene personale, lavando le mani spesso. Ai visitatori è consigliato un attento lavaggio delle mani in ingresso e in uscita dall'ospedale»

 SIENA
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A seguito di numerose richieste da parte dei cittadini circa la trasmissibilità e le caratteristiche del batterio New Delhi – NDM, la Direzione sanitaria dell’Aou Senese vuole tranquillizzare la popolazione evidenziando che recarsi in ospedale non è di per sé rischioso per entrare in contatto con questo o altri batteri se vengono rispettate alcune comuni norme di comportamento di tipo igienico.

«La principale raccomandazione che viene fatta a tutti – chiarisce il direttore sanitario, Roberto Gusinu - è quella valida per la prevenzione di tutte le infezioni cioè massima attenzione all’igiene delle mani e alle norme di comportamento. In particolare in ospedale, oltre alle norme di igiene e sicurezza osservate dai professionisti, lo stesso paziente deve curare la propria igiene personale, lavando le mani spesso. Ai visitatori è consigliato un attento lavaggio delle mani in ingresso e in uscita dall’ospedale, utilizzando anche gli appositi dispenser di soluzione igienizzante, disponibili in ospedale, e alcuni accorgimenti utili come non sedersi sul letto del paziente e non depositare borse o altri oggetti provenienti dall’esterno. Altra buona norma per i visitatori è utilizzare il bagno dedicato ai visitatori e non quello per i pazienti».

«Il batterio NDM – prosegue Gusinu – non è un batterio nuovo. Già nel 2011 si sono registrati altri casi in Italia. Quello che è importante sottolineare è che si tratta di un batterio resistente agli antibiotici ma che fa parte della famiglia degli Enterobatteri, cioè microrganismi che normalmente vivono nella flora microbica intestinale. In determinate situazioni e come accade per altri microrganismi, se le funzioni immunitarie del soggetto portatore si riducono, a seguito di terapie particolari o situazioni cliniche complesse, questi batteri possono dare luogo ad infezioni ed eventualmente causare malattia. 

Chiaramente ci possono essere anche individui portatori sani e per questo è importante osservare scrupolosamente le più comuni norme igieniche». Infine è bene ricordare, come da indicazioni della Regione Toscana, che tutti i pazienti con determinate caratteristiche cliniche sono sottoposti a screening che verrà esteso anche ad altri reparti ad alto rischio, con test specifici, al fine di individuare tempestivamente eventuali portatori e, in caso di malattia, impostare subito la terapia mirata. 

«Invito tutti ad evitare allarmismi – conclude Roberto Gusinu – perché per limitare la trasmissione del batterio da soggetto portatore ad altro soggetto è fondamentale rispettare l’igiene delle mani. Stiamo lavorando in rete con gli altri ospedali e con il pieno sostegno della Regione Toscana e dell’ARS – Agenzia Regionale Sanità per tenere sotto controllo il fenomeno e attivare tutte le azioni necessarie per contenerlo e ridurlo». 

Pubblicato il 19 settembre 2019

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