Bus strapieni di studenti a Siena, Ncc: 'Situazione allarmante e la Regione non ci chiama'

Azione Ncc: 'Noi lasciati fuori nonostante l’affollamento'. Appello a Giani: 'Disponibili, ma chiediamo chiarezza'

 PROVINCIA DI SIENA
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Bus pieni, anzi strapieni, di studenti nelle tratte che dal sud della provincia portano a Siena. Nonostante questo forte  disservizio, anche molto pericoloso considerata l’emergenza sanitaria, la Regione non ha contatto nessun Ncc per rinforzare il trasporto pubblico locale”. Giorgio Dell’Artino, presidente di Azione Ncc, l’associazione  che rappresenta le piccole e microimprese attive nel servizio di trasporto a noleggio con conducente, commenta così la situazione degli autobus nelle tratte scolastiche. A settembre la Regione ha infatti stanziato importanti fondi per potenziare il Tpl, e in particolare le tratte scolastiche, con l’utilizzo anche di bus turistici fermi in garage da mesi a causa del blocco degli arrivi. “Ci siamo subito resi disponibili - racconta Dell’Artino -  a prestare i nostri mezzi e anche da notizie stampa abbiamo appreso che l’implementazione del servizio avrebbe riguardato anche gli Ncc. Invece la situazione è diversa. La Regione ha chiamato direttamente le grandi aziende, lasciandoci fuori. Una cosa gravissima, capiamo l’emergenza, ma oltre a non risolvere il problema, riteniamo che si sia agito in maniera poco corretta nei nostri confronti”

Sin da subito, gli Ncc si sono detti pronti a collaborare con le istituzione per il potenziamento dei servizi, sia nel pieno dell’emergenza che all’apertura delle scuole. “Siamo 2.500 aziende sul territorio che danno lavoro a circa 7.500 persone in Toscana, sono aziende dal fatturato praticamente azzerato da marzo. Questa collaborazione avrebbe alleviato un po’ le perdite, invece siamo stati esclusi”. L’appello va al nuovo presidente della Regione: “Chiediamo al governatore Giani di risolvere questo problema di affollamento sui bus anche attraverso i nostri servizi, coinvolgendoci finalmente. Noi rinnoviamo la nostra disponibilità e chiediamo anche maggiore chiarezza nelle scelte tecniche della Regione, che chiama un’azienda piuttosto che un’altra”. 

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Pubblicato il 1 ottobre 2020

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