Cannabis, approvato il testo base: primo passo verso la depenalizzazione
Il tema della legalizzazione della cannabis è tornato di attualità negli ultimi mesi, da quando in Parlamento sono approdate alcune proposte di legge a favore di una depenalizzazione della detenzione e del consumo di tale sostanza
Come riporta l’edizione online di Repubblica, l’iter parlamentare ha raggiunto lo step successivo: la Commissione Giustizia ha approvato il testo base che, se adottato in via definitiva, consentirebbe di coltivare in privato fino ad un massimo di quattro piantine.
Il contenuto del testo
Lo scorso aprile erano arrivate in Parlamento diverse proposte di legge a tema cannabis. Quelle promosse da partiti di centrosinistra (PD e M5S su tutti) puntavano verso una sostanziale depenalizzazione rispetto alla coltivazione domestica di piccole quantità, sulla falsariga di una sentenza, per certi versi storica, emessa dalla Corte di Cassazione nel 2019. Di contro, la Lega aveva presentato una proposta di legge di segno diametralmente opposto che, di fatti, mirava ad inasprire le pene previste dalle normative vigenti.
Quello adottato in Commissione Giustizia è un testo ‘di sintesi’ rispetto alle singole proposte formulate da M5S, +Europa e Lega. In sostanza, il disegno di legge introduce la non punibilità per la produzione domestica di lieve entità, fissando a quattro il limite massimo di piantine ‘femmine’ di cannabis coltivabili in ambito privato. Qualora sia un soggetto tossicodipendente a commettere un reato di spaccio o produzione (oltre i limiti consentiti), il testo prevede di sostituire la detenzione in carcere con lavori socialmente utili. Per l’associazione a delinquere e spaccio a danno di minorenni, invece, il ddl prevede pene più severe.
Come prevedibile, il tema della legalizzazione della cannabis ha spaccato l’opinione politica; in Commissione Giustizia il testo è stato approvato dalle forze di centrosinistra e dal deputato di Forza Italia Elio Vito mentre il centrodestra ha votato in maniera compatta a sfavore.
Le prospettive future
Nonostante si tratti di un passaggio importante, l’approvazione alla Commissione Giustizia è solo il primo di una lunga serie di step propedeutici alla riforma dell’attuale quadro normativo. Riccardo Magi, deputato di +Europa, ha così commentato su Facebook: “Ora è urgente individuare un percorso rapido e certo per garantire l’arrivo in aula. Non ci sono più scuse, i partiti dicano da che parte stanno”. Basta questo per capire quanto la strada per portare il testo in Parlamento si profili ancora lunga e complessa, anche per via delle già evidenti divergenze insorte in seno alla maggioranza di Governo.
Tali difficoltà erano però ampiamente prevedibili. Il ddl, infatti, rappresenterebbe un notevole passo in avanti rispetto alla situazione attuale che impone limiti molto più severi alla vendita di cannabis. La legge n. 242 del 2016, infatti, ha aperto un piccolo spiraglio, con l’obiettivo primario di incentivare lo sviluppo della filiera della canapa. Il testo, entrato in vigore nel 2017, stabilisce che è possibile coltivare, senza necessità di richiedere preventivamente l’autorizzazione, la canapa sativa L, unica varietà coltivabile - al momento - in territorio italiano. Le parti della pianta possono essere utilizzati per vari tipi di lavorazione o trasformazione, dalla bioedilizia al sovescio, fino all’utilizzo in ambito cosmetico e il consumo alimentare. Per quanto riguarda quest’ultimo, il Ministero della Salute - per mezzo del decreto del 4 novembre 2019 - ha fissato il limite massimo di THC consentito in 2 grammi per kg. I prodotti che rispettano tale soglia sono denominati, seppur in maniera informale, ‘light’, in quanto non sortiscono effetti stupefacenti. Si trovano in commercio sia presso i negozi specializzati sia online, su siti quali https://prodotti-cannabis.it.
Nel caso in cui si decida di acquistare cannabis light, è consigliabile evitare di rivolgersi a canali di vendita opachi o non certificati. Il rischio, oltre alle ripercussioni legali, è quello di ricevere un prodotto non conforme alle normative e non adatto all’utilizzo.
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Pubblicato il 22 settembre 2021