Il Casole Campagna pronto per festeggiare il 145esimo Palio

«Siamo davvero contenti - ha detto Marco Maffei, presidente della contrada - Eravamo 'i nonni', non vincevamo dal 2011 quando ci fu il Palio straordinario»

 CASOLE D'ELSA
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Tradizione, tifo, impegno. Sono questi gli elementi che caratterizzano la vita di contrada e il Palio di Casole, giunto quest'anno alla 145esima edizione, che si è svolto domenica 14 luglio. Il Rivellino (rosso-nero) si porta a casa il Vessillo, il premio conferito agli sbandieratori e ai tamburini che hanno fatto l'esibizione migliore. Ma ad accaparrarsi la vittoria e il drappellone disegnato da Sara e Nello Guerrini è stato il Casole Campagna con Andrea Chessa, detto Nappa II, in sella a Tempesta da Clodia. La contrada dai colori bianco-arancione è partita subito bene e si è portata immediatamente in testa, seguita all'arrivo da Cavallano, Pievalle, Monteguidi, Rivellino e Merlo.

La manifestazione tanto attesa dai casolesi è avvenuta al culmine di una settimana ricca di eventi e di iniziative nelle rispettive contrade e in paese e che coinvolgono piccoli e adulti. Una settimana che, al di là delle rivalità e delle prese di giro che fanno parte del gioco, unisce davvero tutti.

Il Palio rievoca l'usanza che si teneva nella campagna a metà Ottocento, ma che potrebbe avere un'origine ancora più remota, di cui però non si hanno testimonianze certe. La corsa avveniva allora tra le più importanti tenute agricole, che rappresentavano in effetti tutto il paese. Negli anni Sessanta, a causa dello spopolamento delle campagne verso le città vicine, l'iniziativa si interruppe e riprese anni dopo partendo dalla centesima edizione.

L'ingresso al canape prevedeva Casole Campagna (Andrea Chessa su Tempesta da Clodia), Monteguidi (Giuseppe Angioi su Zio Frac), Rivellino (Simone Frenu su Tintoretto), Il Merlo (Francesco Caria su Ubert Spy), Pievalle (Adrian Topalli su Spartaco da Clodia) e Cavallano di rincorsa (Luigi Bruschelli su Sempre in Piedi).

Il Casole Campagna si è aggiudicato la 145esima edizione del Palio di Casole d'Elsa. Una specie di scherzo del destino se si pensa a quello che successe nel 2010. Quell'anno, infatti, il Cavallano vinse per pochissimo, lasciando il Casole Campagna, che aveva tagliato il traguardo quasi nello stesso momento, con l'amaro in bocca. Il fantino a guidare la contrada dal colore verde verso la vittoria era Andrea Chessa, lo stesso che stavolta ha permesso al Casole Campagna di ottenere il Cencio realizzato da Sara e Nello Guerrini. La cena della vittoria si terrà sabato 27 luglio in località La Corsina, presso la sede ufficiale della contrada, alle 20.30 circa.

«Siamo davvero contenti - ha detto Marco Maffei, presidente della contrada Casole Campagna - Eravamo "i nonni", non vincevamo dal 2011 quando ci fu il Palio straordinario. La nostra contrada si è rinnovata molto negli ultimi anni, alcuni di noi erano allora molto piccoli e anche per questo è stato particolarmente importante vincere».

«La nostra è la contrada col maggior numero di soci - aggiunge Marco -. C'è stato un grande cambiamento negli ultimi dieci anni, col rinnovo del direttivo, perché siamo un po' ripartiti da zero. Nel 2012 c'è stata l'inaugurazione della nuova sede, che ci è costata un grande impegno sul piano economico. Dopo tutti questi cambiamenti e tanti sacrifici, alla fine siamo riusciti a trovare un equilibrio a livello strutturale e i frutti si sono visti. Infine volevo spendere due parole per il rinnovato Comitato Palio. I ragazzi che ne fanno parte sono entrati a fine maggio e in poco più di un mese sono riusciti a mettere insieme veramente un bel Palio, come non si vedeva da tanto, con partecipazione e passione».

«Se penso al Palio in futuro, mi auguro che si mantenga in questo modo - conclude -. Come tutte le feste paesane, storiche, c'è da limare dei difetti di anno in anno ma la base deve rimanere la corsa, con la settimana in contrada e le varie attività. La cosa bella è la partecipazione, vedere tutto il paese in festa e diverse generazioni stare insieme fino a tardi a ridere e scherzare».

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 22 luglio 2019

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