Casole d'Elsa, chiariamo la storia dell'autobus scolastico che “perde le ruote”

Casole d'Elsa è un comune molto vasto, uno dei più grandi della provincia di Siena, nonostante sia popolato da soli 4mila abitanti circa. Il servizio di scuolabus è fondamentale per le famiglie che lo abitano, per permettere ai ragazzi dell'asilo, delle elementari e delle medie di andare a scuola. E' senza dubbio uno dei più economici, rispetto agli altri analoghi offerti dai Comuni vicini, di cui nessuno si è mai lamentato. Fino al mese scorso quando due strani episodi hanno generato preoccupazione tra i genitori. Alcuni di questi hanno scritto alla nostra redazione chiedendoci di fare chiarezza

 
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Casole d'Elsa è un comune molto vasto, uno dei più grandi della provincia di Siena, nonostante sia popolato da soli 4mila abitanti circa. Il servizio di scuolabus è fondamentale per le famiglie che lo abitano, per permettere ai ragazzi dell'asilo, delle elementari e delle medie di andare a scuola. E' senza dubbio uno dei più economici, rispetto agli altri analoghi offerti dai Comuni vicini, di cui nessuno si è mai lamentato. Fino al mese scorso quando due strani episodi hanno generato preoccupazione tra i genitori. Alcuni di questi hanno scritto alla nostra redazione chiedendoci di fare chiarezza sull'accaduto, perché si sa, in un paese piccolo le voci corrono ma non si sa mai dove sta la verità.

Cos'è successo
Il 17 ottobre 2016 lo scuolabus di Casole d'Elsa, coi bambini a bordo, ha perso una ruota (due per essere precisi, perché si trovano accoppiate l'una accanto all'altra. Sono otto e non quattro, per intendersi, come in un'automobile). L'episodio si è verificato a Cavallano, in un punto in cui fortunatamente non ci sono stati sbandamenti e nessuno si è fatto male. Non ci è stato fatto troppo caso. Un incidente di percorso, una cosa che "può capitare". Le insegnanti, così ci è stato detto, hanno minimizzato per far stare tranquilli gli alunni, parlando di una ruota sgonfia. Ma neanche un mese dopo, il 14 novembre 2016, a un altro autobus scolastico del Comune di Casole succede la stessa cosa. Stavolta è solo una la ruota che esce, mentre il mezzo è a Colle di Val d'Elsa perché sta portando i bambini a una proiezione al cinema. Il tratto di strada è quello di Via XXV Aprile. Ci sono un semaforo, le strisce pedonali, il limite di 50 km/h di velocità... un tratto, insomma, in cui per fortuna lo scuolabus andava molto piano.
Dunque, ricapitolando: due casi analoghi in meno di un mese, due mezzi diversi, due autisti diversi. Tutte e due le volte nessun danno a persone, ma due sinistri aperti perché le ruote hanno urtato altri veicoli.

I provvedimenti del Comune
Il sindaco del Comune Piero Pii ha immediatamente convocato i genitori per spiegare chiaramente l'accaduto e i provvedimenti presi dall'Amministrazione. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi di una manomissione, ma al cantiere comunale, dove gli scuolabus stanno chiusi e custoditi, non è stato riscontrato alcun segno di scasso. Sembra difficile, in effetti, a dir poco incredibile, pensare che qualcuno possa volontariamente mettere in pericolo la vita dei bambini. Tutti i pezzi che sono stati cambiati sono stati comunque messi a disposizione delle autorità. E' stata fatta una denuncia contro ignoti, per permettere ai Carabinieri di aprire le indagini e verificare che quelli avvenuti non siano episodi dolosi. Per quel poco che ci è stato rivelato, sembrano aver scongiurato quest'ipotesi.

Parallelamente, come ci ha detto nei giorni scorsi la Responsabile dei Lavori Pubblici Stefania Moschi, il Comune si è affidato a un perito, incaricato di controllare i mezzi e stabilire le responsabilità dell'accaduto. Tra le possibilità più accreditate un difetto di fabbrica, o forse l'eccessiva negligenza della ditta che periodicamente ha il compito di accertare il corretto funzionamento di tutti i veicoli. In attesa della perizia, che dovrebbe essere redatta nei prossimi giorni, i controlli si sono moltiplicati. Avvengono infatti quotidianamente, mattina e sera e a metà strada nei percorsi più lunghi.

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 3 gennaio 2017

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