Casole d'Elsa, lasciano l'attività Vittoria e Renato dopo 41 anni fianco a fianco in bottega

Dal 1977 in poi, Renato e Vittoria hanno lavorato instancabilmente, fianco a fianco, ma senza sentire il sacrificio, come garantiscono: «Quando certe cose le fai con passione non senti nemmeno la fatica». Nel ripercorrere questi 41 anni insieme dietro al bancone ricordano anche la storia e le vicissitudini del paese. Da quando a Casole c'erano un sacco di negozi allo sviluppo del turismo, negli anni Ottanta, quando i primi stranieri cominciarono ad acquistare i casolari della zona

 VITTORIA E RENATO
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E’ già più di una settimana che l’Alimentari in via Casolani a Casole d’Elsa ha le porte chiuse, in attesa che l’attività passi ai nuovi gestori. Vittoria e Renato, dopo 41 anni di “onorato servizio”, hanno lasciato l’accogliente bottega conosciuta da tutti. Quando, dopo l’ultimo giorno di lavoro, andiamo a trovarli a casa sono entrambi un fiume in piena. Un flusso incessante di ricordi, di aneddoti e di commozione. La loro tavola da pranzo è coperta di fotografie, attestati, cartoline, biglietti di auguri e di ringraziamento, documenti che raccontano la storia del paese e dei suoi personaggi, ma anche e soprattutto l’affetto che caratterizza i rapporti delle piccole comunità. Vittoria ci mostra subito la lettera che ha scritto suo nipote Giovanni, dietro una foto che li ritrae tutti e tre proprio nel negozio. Li ringrazia per avergli mostrato cos’è il lavoro e cos’è il sacrificio, li incoraggia a non rattristarsi dopo la difficile decisione di andare in pensione. Poi ci fa vedere orgogliosa il messaggio che ha condiviso su Instagram sua nipote Carlotta, anche lei carica d’affetto e tenerezza. «E pensare che questa bottega nemmeno la volevo», dice Vittoria. Apparteneva a sua mamma e, prima ancora, a sua nonna. Solo per due anni, prima che la prendesse in gestione insieme a Renato, non è stata della sua famiglia. 

Dal 1977 in poi, Renato e Vittoria hanno lavorato instancabilmente, fianco a fianco, ma senza sentire il sacrificio, come garantiscono: «Quando certe cose le fai con passione non senti nemmeno la fatica». Nel ripercorrere questi 41 anni insieme dietro al bancone ricordano anche la storia e le vicissitudini del paese. Da quando a Casole c'erano un sacco di negozi allo sviluppo del turismo, negli anni Ottanta, quando i primi stranieri cominciarono ad acquistare i casolari della zona. Dalle difficoltà con la lingua inglese, superate con la gestualità e col sorriso, alla costruzione di centri abitati agli Orli e alla Corsina che hanno forse un po' spopolato il borgo. Renato non si trattiene dal togliersi qualche sassolino dalla scarpa, parlando delle macchine che sostano parcheggiate in paese più del dovuto, mentre Vittoria lo riprende. 

«Mi piacerebbe che Casole restasse quello che è - dice lui -. Per farlo ci vuole un'amministrazione che incentivi le attività e che premi chi è capace di offrire qualità ai propri clienti. Noi siamo stati apprezzati tantissimo dai turisti, per il livello dei nostri prodotti e per la cura con cui abbiamo sempre tenuto il negozio. Vittoria è sempre stata molto attenta alle decorazioni fuori e all'esposizione della merce (faceva bene nonostante a volte mi sembrasse una perdita di tempo). Ma soprattutto siamo stati apprezzati per il rapporto umano, che è una cosa che manca nelle grandi realtà, quelle della grossa distribuzione e degli acquisti online». «Tante persone venivano da noi non tanto per fare la spesa - aggiunge lei - quanto per uscire di casa, per scambiare due parole». Renato comincia una frase e Vittoria la completa, come una macchina perfettamente collaudata che viaggia da sola, senza bisogno di spinte né benzina. 

A questo punto della conversazione mi viene spontaneo chiedere loro quale sia il segreto di tanta armonia, perché 41 anni insieme, anche se con qualche battibecco, non sono uno scherzo per chiunque. «Per me è stata una fortuna lavorare tutta la vita con mio marito - dice lei -. Stare insieme ti arricchisce. Forse farà parte della mentalità della nostra generazione, ma per noi il valore della famiglia è sempre rimasto intatto e al primo posto».

Da un anno, più o meno, avevano cominciato a pensare all'idea di vendere l'attività. Hanno aspettato che capitasse qualcuno che corrispondesse alle loro necessità e che si mostrasse davvero intenzionato a proseguire il loro percorso. E così è stato. Perciò dal lunedì dopo il nostro incontro, almeno così ci hanno detto, si sono dedicati all'inventario, alla pulizia della casa, alla sistemazione di alcune piccole cose... «Abbiamo fatto come i corridori di bicicletta - spiega Renato -. Partono in duecento, qualcuno arriva primo, qualcuno ultimo. Noi siamo arrivati ultimi, ma siamo arrivati. Non rimpiangiamo nulla, il nostro percorso lo abbiamo fatto avendo delle soddisfazioni immense».

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 5 marzo 2018

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