Castelfiorentino, appuntamento al BeGo in occasione della XXIII settimana mondiale dell'Alzheimer

Le opere d'arte, utilizzando innumerevoli linguaggi per suscitare le emozioni, coinvolgono tutti i sensi e veicolano una particolare forma di conoscenza di sé e del mondo

 
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Anche quest'anno il Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino, nell'ambito del Progetto "Storie ad Arte", in collaborazione con la Casa di Riposo EMD Ciapetti, il Centro diurno I Tigli di Certaldo e la Cooperativa Sociale Minerva, organizza in occasione della XXIII settimana mondiale dell'Alzheimer, un pomeriggio di attività dedicate alle persone con Alzheimer e ai loro caregiver familiari e professionali.

Le opere d'arte, utilizzando innumerevoli linguaggi per suscitare le emozioni, coinvolgono tutti i sensi e veicolano una particolare forma di conoscenza di sé e del mondo. Con la fantasia e la creatività verranno raccontate le opere di Benozzo Gozzoli tra storie e poesie.

Il laboratorio si tiene martedì 20 settembre dalle ore 15.00 presso il Museo BeGo ed è aperto anche alle persone che vivono ancora in famiglia assistite dai loro cari.

L’arte diventa un canale importante per una comunicazione ancora possibile, per vivere un’esperienza gratificante e di benessere che può far sentire le persone con decadimento cognitivo perfettamente adeguate alle richieste, stimolando in loro un recupero dell'autostima e in chi se ne prende cura un approccio “validante” e non solo meramente assistenziale. L'obiettivo di tutte le attività svolte al museo e nelle strutture è stato quello di creare apposite occasioni per migliorare la qualità della vita delle persone con Alzheimer e di chi se ne prende cura.  Attraverso vari tipi di interazione con le opere d'arte, mettendo al centro dell'esperienza la capacità creativa che queste persone mantengono viva, abbiamo creato, ispirandoci al metodo Time Slips, storie e poesie che hanno arricchito di nuovi ed inediti significati le opere d'arte stesse.

Tutte le attività sono seguite e condotte dalle educatrici museali Alice Vignoli e Stefania Bertini che programmano e gestiscono i laboratori insieme alle operatrice geriatrice Linda Ciarrocchie  Susanna Guasti della Cooperativa Minerva. L’opera d’arte con queste attività diviene il punto di partenza per un’osservazione approfondita e per la creazione di un racconto collettivo che arricchisce la mostra di nuove voci.

L'assessore alla Cultura Caludia Centi e la Direttrice Scientifica del Museo BeGo Serena Nocentini: «L'obiettivo che ci siamo proposte è quello di dare continuità al progetto e così siamo riusciti a calendarizzare un incontro al mese all'interno dell'annuale programmazione del museo,  per far sì che le occasioni di incontro non si limitassero esclusivamente ad essere percepite come eventi sporadici, ma siano momenti ricorrenti e riconosciuti nella loro finalità sociale. Ogni anno cerchiamo di ampliare la rete delle collaborazioni per diffondere al maggior numero di strutture possibile questa opportunità»​.

Lo spazio progettuale rivolto a pubblici fragili e a rischio di esclusione, nello specifico quello delle persone con Alzheimer, si è avviato nel 2014 ed ha avuto un importante e decisivo sviluppo nel 2015 presso il nostro museo, sede di una sperimentazione effettuata all'interno Sistema Museale dell'Unione dei Comuni dell'Empolese Valdelsa. La fase sperimentale si è proficuamente concretizzata e in questa annualità le amministrazioni hanno puntato all'ampliamento della rete dei musei coinvolti sul territorio, facendo del BeGo il riferimento avanzato per la formazione relativa all'accessibilità per il territorio dell'Unione dei Comuni dell'Empolese Valdelsa.

L'assessore alla Sanità e alle Politiche sociali Alessandro Tafi: «In Italia si può stimare che vi siano 450mila persone affette dalla malattia di Alzheimer e sappiamo purtroppo che al momento la scienza non ha individuato ancora una cura. Per tale motivo le istituzioni sono chiamate a mettere mano a interventi importanti in questo ambito. L’assistenza resta il piano fondamentale su cui operare in stretta sinergia tra familiari, caregivers e personale medico. Dobbiamo anche pensare alla loro dignità di persone; riuscire a coinvolgerli in percorsi come quello proposto al Museo Benozzo Gozzoli diventa fondamentale e l'amministrazione di Castelfiorentino  sta lavorando in maniera sempre più serrata per la diffusione di queste buone pratiche».

Pubblicato il 19 settembre 2016

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