Castelfiorentino, cena gourmet con trippa per l’apertura di "In/Canti e Banchi"
Una cena gourmet a base di trippa, lampredotto e centopelle. Nel paese in cui – fino a pochi decenni fa – i suoi abitanti venivano definiti con ironia “centopellai” da quelli dei comuni limitrofi. Una trippa, insomma, “da favola”
E' appunto attraverso una cena, interamente dedicata al piatto tipico di Castelfiorentino, che giovedì 19 maggio si svolgerà all’Istituto “F. Enriques” il tradizionale anteprima di “In/Canti e Banchi”, il festival del teatro di strada in programma dal 20 al 22 maggio.
Il menu della cena si compone di ben otto prelibatezze (dagli antipasti al dolce) e per l’occasione è stato chiamato un vero specialista nella preparazione di questo piatto: Leonardo Torrini, che in cucina sarà coadiuvato dagli studenti dell’alberghiero, sotto la supervisione degli insegnanti.
Ci sarà quindi modo di spaziare tra un primo “antipasto a buffet” alle “polpettine di trippa e lampredotto”, dal “mini panino con lampredotto gourmet” ai “bicchierini di insalatina di trippa”. Come primi, il menù contempla una “zuppa di centopelle con fagioli e cozze” e “mezze maniche di lampredotto alla curcuma e cavolo verza”, mentre il secondo piatto sarà a sorpresa: sarà infatti cucinata dagli studenti dell’alberghiero la ricetta risultata vincitrice al Concorso 2016, le cui premiazioni sono previste la prossima settimana (martedì 10 maggio). Per il dolce è previsto un “mini sacher al caffè”. Il tutto sarà naturalmente accompagnato da ottimi vini.
La cena, che è organizzata in collaborazione con A.M.I.R.A. (Associazione Maîtres Italiani Ristoranti ed Alberghi) e la F.I.C. (Associazione Cuochi Senesi) è su prenotazione e il costo è di 28 euro (per info e prenotazioni 0571.686337; [email protected])
Come si ricorderà, la trippa è un’antica tradizione alimentare di Castelfiorentino, che risale al Medioevo. Alcuni storici locali, come Renato Niccoli, sostengono che nel primo stemma comunale fosse addirittura raffigurato un Centopelle, che della trippa rappresenta la parte più magra e di cui i castellani dovevano essere grandi estimatori (di qui, forse, potrebbe trarre origine l’appellativo di “centopellai” con cui venivano additati dagli abitanti dei comuni vicini). L’idea di inserire il piatto tipico di un luogo nello stemma comunale incontra peraltro sorprendenti analogie con la vicina Certaldo, che all’interno dello stemma presenta una cipolla (da cui l’epiteto di “cipolloni”).
Pubblicato il 4 maggio 2016