Castelfiorentino "segreta", 150 foto "storiche" e inedite di Livio Mugnaini

Una storia che copre dunque quasi novant’anni, raccontata attraverso le immagini. E’ questa l’eredità, quanto mai preziosa, dell’archivio fotografico di Livio Mugnaini (scomparso nel 1999)

 
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C’è una Castelfiorentino “segreta”, che nessuno ancora conosce. Una storia che affonda le sue radici al 1928, l’anno in cui Livio Mugnaini – dopo aver svolto apprendistato a Empoli – inizia a fotografare per conto proprio nello studio dietro casa, al numero 154 di via Praticelli. Il giovane Mugnaini ha appena vent’anni, ma subito si fa apprezzare dalla popolazione di Castelfiorentino: viene spesso chiamato in occasione di matrimoni (magari di persone facoltose) o quando si tratta di seguire e inaugurare importanti opere pubbliche. Otto anni più tardi, nel 1936, apre la storica bottega in via Regina Margherita (odierna Via Costituente) che grazie all’apporto delle figlie Lucia e Lidia celebra quest’anno gli ottant’anni di attività.

Una storia che copre dunque quasi novant’anni, raccontata attraverso le immagini. E’ questa l’eredità, quanto mai preziosa, dell’archivio fotografico di Livio Mugnaini (scomparso nel 1999), del quale sarà possibile ammirare per la prima volta una carrellata di circa 150 “scatti” (anche per cartoline d’epoca) all’interno della Chiesa antica di Santa Maria della Marca, a partire da sabato 7 maggio.

La mostra (“Scatti di Livio Mugnaini fotografo di Castelfiorentino”) è promossa dall’associazione “Sveliamo la Marca” con il patrocinio del Comune di Castelfiorentino e rappresenta un primo “assaggio” di un archivio formato da migliaia di negativi, custoditi gelosamente dalle figlie e mai stampati, se non per alcune foto esposte occasionalmente nella vetrina del negozio di via Costituente.

Le immagini della mostra ripercorrono quasi mezzo secolo di storia di Castelfiorentino (dagli anni Venti agli anni Settanta), e raffigurano ritratti di persone, il cimitero americano, la realizzazione di opere pubbliche e di chiese (come quella di Dogana), il cinema Puccini, il lavoro quotidiano, eventi tragici come l’ultima alluvione del 1966.

«Nostro padre – osservano le figlie, Lucia e Lidia – aveva fatto l’apprendista da Pietro e Paolo Caponi di Empoli, per poi iniziare per conto proprio nel 1928. Nel 1936 aprì il negozio in centro a Castelfiorentino, affiancato in modo impareggiabile dalla moglie Maria. Per alcuni anni – ogni mercoledì – lavorò anche a Certaldo, dove si recava una volta la settimana in bicicletta con il banco ottico ripiegato e legato al portapacchi».

«Nel 1943-44 la devastazione della guerra lo costrinse a trasferirsi a Gambassi Terme, dove portò con sé le macchine fotografiche, le bacinelle e gli ingranditori lasciando chiusa la bottega di Castelfiorentino. Il ritorno a guerra finita fu drammatico: i soldati tedeschi erano entrati dentro sfondando un muro che dà sul retrobottega, e – accecati dalla rabbia per le foto di militari italiani e fascisti – avevano portato via molte stampe sporcando dappertutto».

«Peggio, sicuramente, fecero le alluvioni, in particolare quella del ’66, quando l’acqua entrò direttamente dalla porta principale infangando tutto quello che c’era per un paio di metri di altezza».

«E’ per noi una gioia e allo stesso tempo un’emozione indescrivibile – concludono le figlie, che saranno presenti all’inaugurazione della mostra – rivedere e far conoscere ai nostri concittadini le foto di nostro padre, immagini che nessuno ha mai visto».

La mostra sarà aperta da sabato mattina alle ore 10.00 fino a domenica 29 maggio con il seguente orario: sabato e domenica 10.00-13.00/16.00-20.00.

Pubblicato il 5 maggio 2016

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