Castelfiorentino, un francobollo per i 150 anni del Teatro del Popolo
Sarà un evento di portata nazionale quello di venerdì 19 maggio alle 11.00 al Teatro del Popolo di Castelfiorentino, quando ci sarà l’emissione del francobollo a cura del Ministero dello sviluppo economico e annullo “Primo giorno di emissione” dedicata ai 150 anni del teatro
Sarà un evento di portata nazionale quello di venerdì 19 maggio alle 11.00 al Teatro del Popolo di Castelfiorentino, quando ci sarà l’emissione del francobollo a cura del Ministero dello sviluppo economico e annullo “Primo giorno di emissione” dedicata ai 150 anni del teatro.
Il 26 dicembre 1867 apriva per la prima volta i battenti il Teatro del Popolo di Castelfiorentino. Dopo 150 anni sarà emesso un francobollo ordinario nella serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato al Teatro del Popolo, che verrà confezionato in un folder con cartolina e due francobolli, di cui uno con annullo speciale, acquistabile già da venerdì 19 maggio. L’evento si inserisce nel calendario delle iniziative organizzate dalla Fondazione Teatro del Popolo in occasione di questo importante anniversario.
Venerdì 19 parteciperanno all’evento l’onorevole Antonello Giacomelli, sottosegretario allo sviluppo economico; Maria Cristina Giglioli, presidente della Fondazione Teatro del Popolo; Alessio Falorni, sindaco di Castelfiorentino; Laura Cantini, senatrice; Paolo Regini, presidente della Banca di Cambiano 1884 s.p.a; Giovanni Parlavecchia, coordinatore celebrazioni del 150°; Giovanni Accusani, responsabile nazionale della filatelia Poste Italiane e Domenico Tudini, presidente istituto poligrafico e zecca dello Stato.
Il teatro rimarrà aperto fino alle 19.00 e anche dalle 21.30 alle 23.00, mantenendo aperta la vendita dei francobolli, che sarà effettuata anche sabato 20 maggio dalle 9.30 alle 12.30, dalle 17.00 alle 19.00 e dalle 21.30 alle 23.30; domenica 21 maggio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.
Per informazioni Teatro del Popolo 0571 633482 (piazza Gramsci, 80-Castelfiorentino) o Giallo Mare Minimal Teatro 0571 81629.
Per tenersi aggiornati è possibile seguire la pagina Facebook del Teatro del Popolo su https://www.facebook.com/teatrocastelfiorentino/?fref=ts.
Un po’ di storia - La tradizione teatrale di Castelfiorentino risale al Rinascimento e non deve quindi sorprendere se più volte si era tentato di costruire un teatro, “opera resa necessaria dalla segnalata civiltà del Paese”, quella stessa che nel 1819 aveva incantato Stendhal, di passaggio a Castelfiorentino, meravigliato dalla narrazione da parte dei suoi abitanti di novelle e di antiche leggende, e soprattutto dalle “grazie del loro ingegno” e dalla “cortesia originalissima dei loro modi”, come scrisse in Rome, Naples et Florence. Nel 1865 un gruppo di persone “ricche di fede nel progresso nazionale e di entusiasmo per i successi del Risorgimento”, decise di costruire un teatro: insieme al sostegno popolare, che si concretizzò anche in forme di piccolo azionariato, fu determinante l’apporto dei maggiori possidenti del paese.
Il Teatro del Popolo, con pianta a ferro di cavallo, platea e tre ordini di palchi, realizzato su progetto dell’ingegnere Gaetano Niccoli, aprì la prima volta i battenti il 26 dicembre 1867, mettendo in scena “Norma” di Vincenzo Bellini: nel 2017 questo Teatro compie dunque 150 anni di vita. Poche settimane dopo, il 9 febbraio 1868, fu la volta del grande sipario, opera del pittore senese Dario Maffei, raffigurante la firma della pace tra Siena e Firenze dopo la battaglia di Montaperti, avvenuta a Castelfiorentino nel novembre 1260.
Al Teatro si affiancarono, fin dal 1895, i locali del Circolo monarchico, dotati di una sala teatrale più piccola, il Ridotto; nel 1934 divennero sede del Partito fascista e nel dopoguerra furono incamerati nel demanio statale. Nel 1981 il Comune riuscì ad acquistarlo e, dopo averlo restaurato, ne fece sede di stagioni teatrali nel periodo della forzata chiusura del Teatro. Dal 2012 ospita una sala cinematografica intitolata al grande regista toscano Mario Monicelli.
Il Teatro, fra alterne vicende (ad esempio durante la prima guerra mondiale venne requisito dal Genio Militare e destinato a magazzino di foraggi), fu oggetto di progetti di ampliamento fin dai primi anni del ’900 e nel 1929, su progetto dell’architetto futurista Virgilio Marchi, si costruì il loggione, si migliorarono acustica e visibilità, si rinnovarono illuminazione, arredi, decori. Risparmiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, già nel settembre 1944 riprese l’attività, grazie ad un apposito Comitato costituito dal Comune, e divenne per tutta la comunità il luogo simbolo della volontà di rinascita, di riscatto, di ricostruzione.
Memorabili i “veglionissimi” e le “pentolacce” degli anni ’50 e ’60, momenti clou della socialità castellana, mentre aumentarono le proiezioni cinematografiche, al punto che nel 1965 fu allungata la platea, accorciato il palcoscenico, modificati i palchi, per poter disporre di un maggior numero di posti, con negative conseguenze sull’acustica.
Il Teatro si caratterizzò, fin dal'inizio, per la suddivisione della proprietà tra i vari “palchettisti”, riuniti nell’Accademia Operosi Impazienti: il Comune, pur possedendo il maggior numero di palchi, era di fatto impossibilitato a intervenire nella gestione. Dopo complesse, lunghe, estenuanti, paradossali vicende burocratiche, il Comune nel 1998 divenne proprietario di tutto il complesso e si aprì la fase del reperimento delle risorse per i lavori di totale ristrutturazione e restauro dell’edificio.
Nel 2001 cominciò la propria attività la “Fondazione Teatro del Popolo”, l’organismo individuato dal Comune per l’esecuzione dei lavori e per la gestione, che ha come altro socio fondatore la Banca di Cambiano.
L’attività della Fondazione conta anche sul sostegno di numerosi “Amici del Teatro”, che credono nella cultura come investimento, a dimostrazione che esso ha una reale interazione non solo con il tessuto culturale, ma anche economico del territorio.
Il 1° aprile 2009 il Teatro del Popolo, unico teatro ottocentesco dei comuni della Valdelsa fiorentina e dell’Empolese, ha riaperto le porte a quella comunità che l’aveva fortemente voluto e che lo attendeva da anni con ansia e aspettative. Da allora un pubblico fidelizzato e partecipe affolla, con immutato attaccamento e interesse, gli spettacoli del cartellone teatrale e musicale. Il rapporto stringente fra la comunità e il Teatro ha segnato e connotato le vicende di Castelfiorentino lungo tutti questi 150 anni, frutto tangibile di una volontà che accomuna tutte le classi sociali, nella ricerca di un luogo identitario, dove cultura popolare e cultura alta si intrecciano. Il Teatro è stato ed è un protagonista importante della crescita in consapevolezza e appartenenza di tante generazioni di Castellani, che attraverso la prosa, la musica, il melodramma, l’arte, hanno avuto la percezione delle segrete alchimie del bello.
Ed è un fatto straordinario che dopo 150 anni questo Teatro, dopo aver attraversato momenti non sempre facili, sia, oggi più di sempre, il fulcro di un'offerta culturale di qualità, un punto di riferimento insostituibile che risponde ad un bisogno di socialità di una comunità sempre più vasta. Un Teatro forte della sua storia e del suo Popolo, che vive la contemporaneità promuovendo e assecondando tutti i cambiamenti in atto, il luogo che ha reso più civile una comunità la quale, come ha scritto il suo cittadino onorario Antonio Paolucci, “è orgogliosa della sua storia ed è consapevole che non c’è futuro senza memoria”.
Pubblicato il 17 maggio 2017