Cementificazione al Parco Urbano dell'Agrestone? Ecco le proposte alternative
Era il 25 luglio scorso quando abbiamo pubblicato la lettera aperta che l'Architetto colligiano Tamara Migliorini ha scritto all'Amministrazione di Colle di Val d'Elsa a proposito della cementificazione del Parco Urbano dell'Agrestone, che ha scatenato commenti e critiche. A distanza di un mese e mezzo ecco che di nuovo si rivolge al sindaco Canocchi, alla sua giunta e ai suoi consiglieri per esporre alcune precisazioni e proposte alternative
Era il 25 luglio scorso quando abbiamo pubblicato la lettera aperta che l'Architetto colligiano Tamara Migliorini ha scritto all'Amministrazione di Colle di Val d'Elsa a proposito della cementificazione del Parco Urbano dell'Agrestone, che ha scatenato commenti e critiche. A distanza di un mese e mezzo ecco che di nuovo si rivolge al sindaco Canocchi, alla sua giunta e ai suoi consiglieri per esporre alcune precisazioni e proposte alternative. Di seguito:
"Precisazioni in merito all’estinzione del diritto di superficie sull’area:
Come già precisato nella mia comunicazione prot. n. 13490 del 07/07/2016 il diritto di superficie sull’area a destinazione urbanistica a “servizi religiosi” posta nel Parco dell’Agrestone è pervenuto alla Curia Arcivescovile attraverso la Convenzione rep. N. 45805 del 24/12/1997 con la quale il Consorzio Colle Futura cedeva tale diritto, a sua volta ottenuto dal Comune con le convenzioni del 25/05/1993 e del 18/04/1997. Vorrei precisare che in merito all’estinzione per prescrizione del diritto di superficie in questo caso la data di riferimento è il 25/05/1993 e non il 18/04/1997, come da me indicato in precedenza.
Oltre a porre l’attenzione sul fatto che l’Amministrazione Comunale non ha mai espressamente autorizzato il Consorzio Colle Futura ad effettuare questa particolare cessione del diritto di superficie a favore della Curia Arcivescovile nelle disposizioni della Deliberazione del Consiglio Comunale n. 120 del 15/12/1997 e non ha mai approvato la bozza della suddetta convenzione, vorrei inoltre precisare che dal 1993 ad oggi il Comune di Colle Val d’Elsa ha sempre trattato l’area in oggetto come un terreno di sua esclusiva e piena proprietà, provvedendo a proprie spese alla manutenzione del verde e delle opere pubbliche presenti (taglio dell’erba, potatura degli alberi, manutenzione del vialetto e dell’illuminazione pubblica) e percependo i canoni dell’uso del suolo pubblico dai proprietari delle giostre che nel corso degli anni si sono installati sul prato in occasione delle feste organizzate nella limitrofa piazza pubblica.
In pratica il Comune ha esercitato il suo diritto di piena proprietà dell’area, pagando le spese necessarie per mantenerla in buone condizioni e percependo i canoni di chi la utilizzava a fini commerciali, mentre invece l’Arcidiocesi non ha mai provveduto a sostenere alcuna spesa per questo mantenimento, non ha mai fatto opposizione all’utilizzo continuato da parte del Comune ed ha esercitato il suo diritto di superficie con la sola presentazione dei progetti per la realizzazione dei fabbricati religiosi, senza mai portarli a compimento.
Vorrei infine concludere che se il Comune non ha il diritto di superficie sull’area in oggetto ogni spesa effettuata per questa fino ad oggi può essere considerata incongrua e quindi assimilabile a danno erariale.
Proposte per assicurare una dotazione di servizi religiosi al quartiere dell’Agrestone:
Come cittadina mi rendo conto che la mia richiesta di salvaguardare e valorizzare il Parco dell’Agrestone può entrare in conflitto con il rispetto degli standard urbanistici o con le esigenze religiose di una porzione di popolazione residente nel quartiere, ma con un confronto sereno può essere trovata una soluzione ragionevole ad ogni problematica.
Vorrei quindi dare il mio sincero contributo su questa tematica proponendo tre distinte soluzioni:
1. La collocazione dei due fabbricati religiosi può essere prevista in aree esterne al Parco dell’Agrestone e all’anello dei fabbricati residenziali che lo circonda, come è stato fatto per il circolo ricreativo (anch’esso originariamente previsto al centro del parco). Le aree di proprietà comunale esistenti nell’ambito del quartiere dell’Agrestone sono due:
- Area pianeggiante lungo via Bologna (particelle nn. 889 e 20 del foglio CT n. 52);
- Area pianeggiante all’inizio della via per Boscona (particelle nn. 683 e 1137 del foglio CT n. 52).
Questi terreni sono pervenuti al Comune attraverso l’esproprio per la realizzazione dell’area PEEP dell’Agrestone e quindi potrebbe essere giustificabile destinarle a servizi religiosi per il quartiere.
2. Se dovesse emergere che la comunità parrocchiale ha necessità della sola struttura polivalente (ortorio, aule parrocchiali, appartamenti, uffici, salone, cucina), invece di costruire un nuovo fabbricato sul terreno del Parco dell’Agrestone potrebbe essere prevista l’acquisizione o utilizzazione del grande fabbricato residenziale esistente di fronte alla Chiesa di San Marziale, in modo da potenziare e valorizzare la centralità del nucleo storico di San Marziale. All’interno di questo bellissimo edificio affacciato sul fiume Elsa potrebbero essere trovati tutti gli spazi necessari per il catechismo, le attività conviviali e l’ospitalità. All’esterno l’area compresa tra la chiesa e questo fabbricato potrebbe essere riqualificata e liberamente fruita dalla comunità parrocchiale. La proposta non coinvolge soggetti terzi, poiché la proprietà del fabbricato residenziale è del Comune.
3. Nel caso in cui dovesse rendersi necessario individuare un luogo di culto proprio nel centro del Parco dell’Agrestone è preferibile che sia utilizzata una tipologia ecocompatibile, che non abbia effetti negativi su questo ambiente così prezioso. Il luogo di ritrovo potrà essere realizzato all’aperto, senza sovrastrutture, sfruttando la forma ad anfiteatro del luogo, con l’inserimento di sedute a basso impatto ambientale e l’individuazione dell’area per l’officiante coronata dalla quinta del bosco autoctono. Quando non saranno presenti funzioni religiose questa struttura aperta potrà essere utilizzata per concerti, conferenze o incontri pubblici, oppure fruita dagli abitanti del quartiere per sedersi e parlare, implementando così l’interazione tra i cittadini".
Pubblicato il 11 settembre 2016