Colle, 'svenduto' il Mercatone Uno. I dipendenti: «Hanno salvato il nome ma non noi»
Il 21 maggio, dopo tre anni di bandi andati deserti, i commissari straordinari Stefano Coen, Vincenzo Tassinari, Ermanno Sgaravato hanno illustrato al Ministero dello Sviluppo Economico l’autorizzazione ministeriale sull’aggiudicazione dei compendi aziendali relativa a 68 punti vendita in tutta Italia sui 74 oggetto del bando di cessione: 55 (47 attivi e 8 che sono già stati chiusi 3 anni fa) sono stati ceduti alla Shernon Holding srl, società italiana con sede a Milano; 13 alla Cosmo spa, che si distingue attraverso il marchio di abbigliamento Globo
Non è affatto vero che ci sono stati sviluppi finalmente positivi sulla vicenda del Mercatone Uno, come scriveva qualche nostro collega pochi giorni fa. La situazione è drammatica e lo dimostra ciò che è accaduto questa mattina. Una folla di clienti si precipita all’ipermercato di Colle di Val d’Elsa, sapendo di trovare i prodotti in svendita con uno sconto addirittura del 70%. Ma mentre da un lato si ammassa per accaparrarsi il mobile o l’oggetto per la casa a un prezzo stracciato, dall’altra parte si consuma la tragedia umana di chi sta per perdere il lavoro, dopo vent’anni precisi (era l’agosto del 1998) di esperienza e professionalità. I dipendenti, alcuni in lacrime, sono andati in sciopero, come anche in altre città d’Italia. “Non otterremo niente, ma non moriamo stando zitti”, scrive sui social una di loro.
Facciamo un passo indietro. Il 21 maggio, dopo tre anni di bandi andati deserti, i commissari straordinari Stefano Coen, Vincenzo Tassinari, Ermanno Sgaravato hanno illustrato al Ministero dello Sviluppo Economico l’autorizzazione ministeriale sull’aggiudicazione dei compendi aziendali relativa a 68 punti vendita in tutta Italia sui 74 oggetto del bando di cessione: 55 (47 attivi e 8 che sono già stati chiusi 3 anni fa) sono stati ceduti alla Shernon Holding srl, società italiana con sede a Milano; 13 alla Cosmo spa, che si distingue attraverso il marchio di abbigliamento Globo.
La procedura "consentirà la continuità aziendale e la salvaguardia di oltre 2mila posti di lavoro", recitava una nota stampa.
Il negozio di Colle, insieme a quelli di Altopascio, Biella, Castelfranco Veneto, Genova, Lucca, Misterbianco, Palermo, Parma, Pieve Fissiraga, Tavernerio, Castelfranco Emilia e Cerasolo di Coriano passano a Cosmo. In tutto 196 lavoratori, di cui 52 part-time, quando solo il punto vendita colligiano ne ha 49.
La deputata senese del Pd Susanna Cenni, aveva incontrato poco dopo i rappresentanti di Filcam e Cgil Valdelsa Mariano Di Gioia e Cesare De Sanctis per affrontare la questione e in particolare per discutere del futuro dei lavoratori del punto vendita valdelsano. «Dopo lo svolgimento del tavolo nazionale – aveva fatto sapere -, ho già avuto contatti diretti con Teresa Bellanova, viceministro dell'Economia, e con alcuni Sindaci della Valdelsa. Seguirò la vertenza e gli sviluppi della vicenda con il Mise. È compito di tutti noi fare il massimo affinché i numeri dei posti di lavoro salvaguardati ipotizzati dal tavolo possano crescere e le professionalità dei lavoratori salvaguardati. Nei prossimi giorni mi attiverò anche con i colleghi dei territori interessati».
Venerdì primo giugno si terrà a Bologna la trattativa sindacale e sarà a livello nazionale.
«Hanno salvato il marchio ma non hanno salvaguardato noi - ci dice una dipendente -. Il punto vendita di Colle era uno di quelli che andava meglio come Mercatone Uno. E’ possibile che i sindacati riescano ad ottenere qualcosa in più ma con quali condizioni? Qui quelli svenduti siamo noi».
Alessandra Angioletti
Pubblicato il 28 maggio 2018