Colle di Val d'Elsa, l'appello dell'architetto Migliorini: «Salviamo il parco dell'Agrestone dalla cementificazione»

Anche l’Arch. Marco Vidotto nella relazione tecnica che accompagna il suo progetto della nuova chiesa dell’Agrestone elogia la situazione invidiabile di questo quartiere: “Gli edifici del quartiere sono disposti attorno ad una vasta area verde, una sorta di piccolo Central Park di poco più di 4 ettari con prati ben curati, percorsi e slarghi pedonali pavimentati, aree alberate e attrezzate per il gioco dei ragazzi oltre ad installazioni di sculture in travertino. Il luogo era in antichità chiamato ‘florentia di gracciano’ o collina dell’iris per le sue bellissime distese di fiori iris e gigli"

 
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Alcuni giorni fa abbiamo ricevuto la telefonata dell'architetto Tamara Migliorini, cittadina di Colle di Val d'Elsa, che ci ha inoltrato la lettera inviata all'Amministrazione comunale colligiana per impedire la cementificazione del parco urbano dell'Agrestone. La riportiamo di seguito in versione integrale:

Sono una cittadina che abita dal 1997 nel quartiere dell’Agrestone e che, con grande preoccupazione per quello che sta per succedere nel parco urbano posto al centro di questo quartiere residenziale, si rivolge a tutti Voi (al consiglio e alla giunta ndr), ciascuno per la propria competenza, per perorare una Vostra attenta riflessione in merito ad un intervento edilizio che comporterà la completa cementificazione del cuore del Parco dell’Agrestone, riducendo drasticamente, oltre al patrimonio boschivo autoctono esistente, anche la qualità della vita dei suoi fruitori, sia residenti nel quartiere che provenienti dai quartieri limitrofi. Nel vigente Regolamento Urbanistico, approvato dalla precedente Amministrazione Comunale, la parte centrale del Parco dell’Agrestone ha una destinazione urbanistica a “servizi religiosi”, un tipo di area ad esclusivo uso a servizi ed attrezzature di uso pubblico regolata dall’art. 23 delle Norme Tecniche di Attuazione. Secondo il suddetto art. 23 delle NTA i parametri urbanistici da adottare per la realizzazione di nuove volumetrie (fabbricati) devono essere stabiliti dall’Amministrazione Comunale in sede di progettazione preliminare. In virtù di questa destinazione urbanistica a “servizi religiosi” nel 2011 il Sig. Giuseppe Acampa, in qualità di rappresentante legale dell’Arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, ha richiesto al Comune di Colle di Val d’Elsa il permesso di costruire per la realizzazione della Chiesa succursale della Santa Famiglia in Loc. Agrestone, allegando il progetto dell’Arch. Marco Vidotto. Nel giugno del 2015 l’Arch. Claudio Mori, in qualità di Responsabile Area Gestione 3 Territorio e Servizi Tecnici del Comune di Colle di Val d’Elsa, ha rilasciato a favore dell’Arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino il Permesso di Costruire n. 023/2015 del 17/06/2015 per l’esecuzione dei lavori di realizzazione della Chiesa succursale della Santa Famiglia in località Agrestone. Questo intervento prevede la realizzazione di due distinti fabbricati di carattere religioso, una chiesa e un edificio con funzioni polivalenti con una superficie complessiva di mq 1.500, su un terreno di proprietà comunale concesso in diritto di superficie al Consorzio Colle Futura, tra il 1994 e il 1996, e da questo trasferito alla Curia Arcivescovile nel 1997.

Secondo quanto disposto dal Permesso di Costruire n. 023/2015 del 17/06/2015 i lavori dovevano iniziare entro un anno dal rilascio di tale permesso, quindi entro il 16/06/2016. L’intestatario del suddetto permesso ha trasmesso al Comune la comunicazione di inizio lavori proprio il 16/06/2016, quindi entro i termini della validità del permesso, ma di fatto tali lavori non sono ancora iniziati. Per documentare questa situazione di inerzia da parte dell’intestatario del permesso ho provvedo, in data 30/06/2016, ad effettuare delle fotografie, dalle quali si evince che la comunicazione dell’inizio lavori del 16/06/2016 non è stata seguita da una effettiva installazione del cantiere e del relativo cartello di cantiere e non ha comportato la realizzazione di alcuna opera edile. Si può quindi attestare che i lavori non sono iniziati entro i termini di legge e qualora iniziassero in data successiva al 16/06/2016 sarebbero da considerarsi del tutto abusivi, a causa della decadenza del relativo permesso di costruire In questa fase, nella quale il permesso di costruire è scaduto per inerzia del beneficiario ed il Comune non è esposto ad alcun tipo di richiesta di risarcimento danni per l’annullamento di atti pregressi, prima che sia rilasciato un ulteriore permesso di costruire, Vi chiedo di riflettere su alcuni aspetti riguardanti il progetto della chiesa e del fabbricato polivalente presentato dalla Curia Vescovile e ritenuto ammissibile dall’Arch. Mori e dai componenti del Nucleo di Valutazione Comunale del 2011 (Ing. Franco Salvetti, Arch. Roberto Marini e Agr. Giuseppe Vannini), in modo da valutare l’effettiva legittimità della sua approvazione e realizzazione. Vorrei precisare che il mio invito ad una riflessione collettiva e condivisa su questo progetto, che come avrete a questo punto intuito non riscuote il mio gradimento, non è dovuto ad una mia eventuale avversione per la realizzazione di una chiesa cattolica, in quanto io faccio parte della Parrocchia di San Marziale, una comunità calda e accogliente composta da brave persone, ma è dovuto alla mia contrarietà alla costruzione di fabbricati di enormi dimensioni ingiustificate, di qualsiasi genere essi siano, collocati nel posto sbagliato, senza un minimo di riscontro sugli aspetti architettonici, ambientali e umani preesistenti. Vorrei inoltre precisare che ritengo indispensabile che ogni cittadino partecipi con forza e determinazione alle scelte che interessano la propria comunità, informandosi e fornendo a sua volta informazioni, facendosi un’opinione e avendo il coraggio e la maturità di cambiarla alla luce dei nuovi aspetti emersi. Io cerco di dare il mio contributo svolgendo il mio ruolo sociale di cittadina, figlia, moglie e madre, permeato dalla mia preparazione professionale di architetto. 

Per facilitare il Vostro compito mi permetto di trasmettervi alcune informazioni che ho ottenuto o dedotto mediante l’accesso agli atti, riportate in maniera cronologica e corredate da mie considerazioni e riflessioni. 

1) Delibera del Consiglio Comunale n._____ del ____________: Approvazione del Piano per l’Edilizia Economica e Popolare dell’Agrestone. Considerazioni: verificare cosa prevedeva il progetto urbanistico originario e la successiva variante (1996/1997) in merito alle volumetrie o superfici della chiesa e edifici accessori, quali sono i criteri adottati per la loro quantificazione, quali sono le tipologie e i materiali previsti per la loro realizzazione, qual è la scadenza dei termini di attuazione del PEEP. Se i termini di attuazione del PEEP sono scaduti, è possibile nel 2015 autorizzare la 6 realizzazione delle opere di urbanizzazione previste da questo PEEP, come la chiesa e il suo fabbricato accessorio? 

2) Convenzione rep. n. 6166 del 20/01/1992, integrata con successiva convenzione rep. n. 6267 del 26/11/1992: Il Comune di Colle Val d’Elsa affida a Colle Promozione S.p.a. la concessione per la realizzazione degli interventi necessari per l’attuazione del programma di realizzazione del Piano per l’Edilizia Economica e Popolare dell’Agrestone. 

3) Deliberazione della Giunta Comunale n. ______ del ________: L’Amministrazione comunale stabilisce di procedere mediante espropriazione al reperimento delle aree occorrenti per la realizzazione del PEEP dell’Agrestone, vengono determinate le indennità di esproprio, viene avviato il procedimento espropriativo e i proprietari delle aree interessate manifestano l’intenzione di addivenire alla cessione bonaria. 

4) Deliberazione della Giunta Comunale n. 468 del 25/11/1992: Vengono approvati i frazionamenti dei terreni e approvata la bozza del contratto di compravendita a favore del Comune. 

5) Contratto di compravendita rep. n. 6269 del 04/12/1992: Il Comune compra da diversi privati i terreni interessati dal PEEP dell’Agrestone per un prezzo unitario di £ 27.030 al metro quadrato, pari a € 13,96 al mq. Considerazioni: con questo contratto vengono acquisiti anche i terreni sui quali è prevista la realizzazione della chiesa e del suo edificio pertinenziale, che nel 1992 sono distinti al foglio n. 52 del catasto terreni, particelle nn. 23, 24, 25, 113. Dopo i frazionamenti attuati negli anni successivi, questi terreni sono oggi distinti al foglio n. 52 del catasto terreni, particelle nn. 896, 898, 904, 1195, 1196, 1197, 1198, 1199, 1200. La superficie complessiva di queste particelle è di mq. 2.853, per cui nel 1992 la spesa complessiva per l’acquisizione è stata di £ 77.116.590, pari a € 39.827,39. La spesa, attualizzata al 2012 con il coefficiente ISTAT, ammonta ad € 63.883,13. 

6) Convenzione rep. n. 31143 del 25/05/1993 e convenzione integrativa e di rettifica rep. n. 36079 del 13/10/1994: Il Comune cede, per la durata di 99 anni, rinnovabili per altri 99, al Consorzio Colle Futura in diritto di superficie, con patto di riservato dominio, alcuni terreni ricompresi nell’area PEEP dell’Agrestone, distinti al foglio n. 52, particelle nn. 732 e 733 (oggi individuate con i nn. 904, 1197, 1198). Nel maggio 1996 il Consorzio Colle Futura, per tramite di Colle Promozione S.p.a., esegue il pagamento di parte del prezzo di cessione e viene effettuata la cancellazione del patto di riservato dominio per le particelle nn. 732 e 733. 

7) Convenzione rep. n. 44387 del 18/04/1997: Questa convenzione è un atto di modifica della convenzione rep. n. 31143 del 7 25/05/1993, reso necessario dalla modifica del progetto edificatorio e della conseguente ridefinizione dei lotti, con il quale il Comune cede, per la durata di 99 anni, rinnovabili per altri 99, al Consorzio Colle Futura in diritto di superficie di alcuni terreni ricompresi nel PEEP dell’Agrestone, tra i quali sono inclusi quelli sui quali è prevista l’edificazione di una chiesa, con relative pertinenze connesse ad attività religiose, distinti al foglio n. 52, particella n. 910 (oggi n. 1199), particella n. 896, particella n. 898, n. 888 (oggi n. 1195 e 1196), particella n. 906 (oggi n. 1197 e 1198), particella n. 910 (oggi n. 1200). Considerazioni: risulta evidente che prima della sottoscrizione di questa convenzione è stata effettuata una variante alle previsioni originarie del PEEP dell’Agrestone. Cosa prevedeva la variante per la chiesa e relative pertinenze? 

8) Istanza prot. n. 18396 del 5/12/1997 del Consorzio Colle Futura: Il Consorzio Colle Futura chiede al Comune che il terreno destinato a chiesa e relative attività religiose nell’ambito del PEEP dell’Agrestone sia direttamente ceduto dal Comune alla Curia Arcivescovile di Siena, per ‘esigenze dirette’ della Curia stessa. Considerazioni: non è stato possibile visionare l’originale dell’istanza, ma per cessione del terreno si dovrebbe intendere la cessione del diritto di superficie. 

9) Lettera della Curia Vescovile di Siena del 10/12/1997 (senza n. di protocollo): La Curia Arcivescovile chiede (al Comune ?) che l’area destinata a chiesa e relative attività religiose nell’ambito del PEEP dell’Agrestone sia ceduta gratuitamente ed entro il 28/12/1997, al fine di poter richiedere in tempo utile la domanda per concorrere al finanziamento previsto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Considerazioni: non è stato possibile visionare l’originale della lettera, ma per cessione del terreno si dovrebbe intendere la cessione del diritto di superficie. 

10) Deliberazione del Consiglio Comunale n. 120 del 15/12/1997: Il geom. Damiano Cellesi dell’Ufficio Tecnico Comunale, con la relazione tecnica dell'11/12/1997, presenta al Consiglio Comunale le richieste del Consorzio Colle Futura e della Curia Arcivescovile, e dopo aver considerato il terreno in oggetto ‘un bene di interesse pubblico’ e del tutto valide ‘le motivazioni addotte’ esprime un parere favorevole in merito alla cessione gratuita del terreno richiesto dalla Curia Arcivescovile, attribuendo al terreno stesso un valore simbolico di Lire 100.000, pari a € 51,65. Nella relazione tecnica viene effettuata l’individuazione catastale di questo terreno, distinto al foglio n. 52, particelle nn. 888 (oggi n. 1195 e 1196), 896, 898, 904, 906 (oggi n. 1197 e 1198), 910 (oggi n. 1199 e 1200), della superficie complessiva di mq 2.853. Con la deliberazione n. 120 del 15/12/1997 il Consiglio Comunale ha approvato la relazione tecnica del geom. Cellesi, esprimendo parere favorevole alla cessione alla Curia Arcivescovile di Siena del terreno sul quale il PEEP dell’Agrestone prevede ‘la costruzione di una chiesa’, attribuendo al terreno un valore simbolico di Lire 100.000. Considerazioni: Questa deliberazione risulta redatta in maniera piuttosto ‘approssimativa’. In primo luogo si può riscontrare come sia nella premessa che nella parte dispositiva della deliberazione si parli sempre di ‘cessione dell’area’, senza mai 8 specificare che la cessione deve essere riferita al solo diritto di superficie. Questa precisazione si ritrova solo nell’oggetto della deliberazione stessa, dove si menziona anche l’autorizzazione al Consorzio Colle Futura a cedere il proprio diritto di superficie per l’area destinata alla costruzione della chiesa. In secondo luogo si riscontra che nelle disposizioni della deliberazione non viene espressamente approvata la bozza di convenzione con la quale deve essere attuato il trasferimento del diritto di superficie dal Consorzio Colle Futura alla Curia Arcivescovile e non si autorizza il Consorzio Colle Futura a cedere il proprio diritto di superficie. La convenzione è stata comunque sottoscritta dai due soggetti (Consorzio Colle Futura alla Curia Arcivescovile) il 24/12/1997, considerando come atto autorizzativo proprio questa deliberazione. Si può inoltre riscontrare che i consiglieri comunali che hanno operato questa scelta non sono stati debitamente informati degli atti amministrativi che hanno preceduto la richiesta di trasferimento (di solito indicati nella premessa della deliberazione e nella relazione tecnica), sulle modalità di individuazione della Curia come beneficiario del trasferimento (lo strumento urbanistico individua le aree dei luoghi di culto senza entrare nel merito della religione), sulle motivazioni di questa richiesta (le istanze del Consorzio e della Curia non sono allegate ne' alla delibera ne' alla relazione tecnica), sull’opportunità della cessione gratuita (non vengono indicate le normative attraverso le quali la Curia viene esentata dal pagare la cessione del diritto di superficie) e soprattutto sulla consistenza e sulle caratteristiche di quello che si intendeva costruire (non ci sono allegati elaborati grafici esplicativi sulla collocazione e sulle dimensioni degli edifici). L'unica cosa certa è che 2.853 mq di terreno sono stati ceduti in diritto di superficie per circa 200 anni al prezzo di 51,65 euro, pari a 0,018 euro al metro quadrato, a un soggetto che nel 1997 dichiarava di avere una estrema urgenza di acquisirne il diritto di superficie per costruire gli edifici religiosi e che nel 2016 non vi ha ancora realizzato niente. 

11) Convenzione rep. n. 45805 del 24/12/1997: Il Consorzio Colle Futura vende e trasferisce alla Curia Arcivescovile di Siena-Colle Val d’Elsa e Montalcino il diritto di superficie sui terreni distinti al foglio n. 52, particelle nn. 888 (oggi n. 1195 e 1196), 896, 898, 904, 906 (oggi n. 1197) e 1198), 910 (oggi n. 1199 e 1200), della superficie complessiva di mq 2.853. Considerazioni: il Consorzio Colle Futura vende e trasferisce alla Curia Arcivescovile il diritto di superficie ceduto dal Comune con le convenzioni del 25/05/1993 e del 18/04/1997. Il diritto di superficie era stato concesso al Consorzio Colle Futura per realizzare sul terreno di proprietà del Comune le opere di urbanizzazione del PEEP dell’Agrestone, tra cui la chiesa. La Curia Arcivescovile, anche se in modo poco ‘curato’, sembra quindi aver ricevuto l’autorizzazione a realizzare sul terreno del Comune una particolare opera di urbanizzazione, la chiesa e i suoi accessori, definiti dal PEEP nelle loro caratteristiche materiche e dimensionali. E’ corretto che nel 2015 le sia rilasciato un permesso di costruire per opere completamente diverse, senza che prima il Comune abbia approvato una variante alle opere di urbanizzazione del PEEP e alla convenzione di cessione del diritto di superficie? 9 Quali erano i tempi previsti per la realizzazione della chiesa? La mancata realizzazione dell’opera nei tempi dovuti o il mancato rispetto di certe caratteristiche possono comportare l’estinzione del diritto di superficie? Secondo le disposizioni dell’art. 954 del Codice civile (estinzione del diritto di superficie) questo diritto di fare la costruzione sul suolo altrui si estingue per prescrizione per effetto del non uso protratto per venti anni. Occorre precisare che questo articolo viene da alcuni interpretato in maniera molto rigida (uso=costruzione effettiva) e da altri in modo più blando (uso=richiesta permessi/inizio lavori). Secondo l’interpretazione più rigida il diritto di superficie ceduto dal Comune al Consorzio Colle Futura il 25/05/1993 e il 18/04/1997 e poi trasferito alla Curia Arcivescovile è oggi decaduto, non essendo stati iniziati i lavori entro il 17/04/2017. Si ricorda inoltre che quando la Pubblica Amministrazione concede a privati il diritto di edificare su un suolo pubblico, attraverso la concessione del diritto di superficie, vengono imposti ai superficiari ulteriori vincoli e limitazioni nel superiore interesse della collettività, cosicché il mancato rispetto di detti limiti comporta la decadenza dal diritto di superficie. 

12) Permesso di costruire n. _____ del ______ (2001?): Il Comune rilascia alla Curia Arcivescovile il primo permesso per la costruzione della chiesa dell’Agrestone. In data 15 giugno 2001 alla presenza del Vescovo e delle alte cariche cittadine viene celebrata la posa della “prima pietra”, ma i lavori effettivi non iniziano. Il permesso di costruire decade per mancato inizio lavori, dopo un anno dal rilascio. Considerazioni: non ho avuto modo di vedere questo progetto, ma l’Arch. Claudio Mori, all’epoca del mio primo accesso agli atti nel 2011, mi ha riferito che era molto diverso da quello presentato nel 2011 ed poi autorizzato nel 2015. 

13) Richiesta del permesso di costruire del 2011 e rilascio del Permesso di costruire n. 023/2015 del 17/06/2015: L’8 marzo 2011 l'Arcidiocesi di Siena ha presentato al Comune il progetto della nuova 'Chiesa Succursale della Santa Famiglia in loc. Agrestone' per il rilascio del relativo permesso di costruire. In data 22/04/2011 il progetto ha avuto il parere favorevole del nucleo tecnico di valutazione dei progetti e con nota del 25/05/2011 sono stati richiesti ai progettisti alcuni documenti tecnici integrativi (certificazioni geologiche, strutturali, impiantistiche ecc.) al fine di rilasciare il permesso. Considerazioni: nel maggio 2011, dopo che per puro caso (o per fortuna) sono venuta a sapere dell’esistenza della richiesta per la realizzazione di grandi fabbricati religiosi nel parco dell’Agrestone, ho fatto il mio primo accesso agli atti per visionare il progetto, che aveva già avuto il parere favorevole della commissione comunale composta dall’Arch. Claudio Mori, dall’Ing. Franco Salvetti, dall’Arch. Roberto Marini e dall’Agronomo Giuseppe Vannini. La mia prima perplessità riguarda la dimensione di questo intervento, che prevede la realizzazione di due edifici della superficie utile complessiva di circa 1.500 metri quadrati, e la sua collocazione nel cuore del parco dell'Agrestone, su una superficie di terreno di 10 circa 2.800 mq. Si tratta di un edificio polivalente su due livelli (con salone, cucina, ufficio, 8 aule parrocchiali e 2 appartamenti) di dimensioni e forma analoghe al limitrofo centro commerciale, e di una vera e propria chiesa (con sagrestia e cappella feriale) con l'aula interna di 32 metri per 12 e un'altezza complessiva di 16 metri. Il complesso è corredato da un campanile isolato, una torre alta 24 metri. Anche se non detto esplicitamente nel progetto, il progettista, l’Arch. Marco Vidotto, ha ottenuto queste dimensioni sulla base dei parametri individuati dalla Conferenza Episcopale Italiana per l'edilizia di culto, che tengono conto degli abitanti presenti e futuri (le cui abitazioni sono previste dagli strumenti urbanistici del Comune ma non ancora realizzate) dell'area di pertinenza della parrocchia. Quindi anche per il dimensionamento della nuova chiesa dell'Agrestone è stato fatto un calcolo degli abitanti presenti e futuri, senza tenere conto della religione che questi professano e senza tenere conto del decremento demografico, ma nel progetto questo importante dettaglio giustificativo non compare e non viene verificato. Nel progetto presentato i due edifici vengono ampiamente rappresentati nei loro aspetti architettonici, ma non viene adeguatamente indagato il rapporto che questi avranno con il contesto in cui si andranno ad inserire. Questa inadeguatezza si riscontra nei rendering degli inserimenti ambientali, nei quali gli edifici risultano in collocazioni diverse rispetto a quelle indicate nelle planimetrie, impedendo una corretta resa finale, e nella tavola ibrida in cui le sagome dei nuovi edifici si sovrappongono alla planimetria catastale e ai vialetti del parco, nella quale non è eseguita una completa sovrapposizione tra la situazione esistente e lo stato di progetto. Se gli elaborati di sovrapposizione tra la situazione esistente e lo stato di progetto fossero più espliciti, emergerebbe chiaramente come la chiesa andrà ad installarsi su un viale pedonale e sulle alberature esistenti nel parco e che pertanto dovrà essere prevista la demolizione di un'opera pubblica già esistente e l'abbattimento di alcuni alberi ad alto fusto di proprietà del Comune che fanno parte del bosco autoctono dell’Agrestone, la cui tutela è disposta dall’art. 98 delle NTA del Regolamento Urbanistico. Il progetto non ha tenuto conto della presenza di questo bosco autoctono, posto in corrispondenza del confine nord dell’area concessa in diritto di superficie alla Curia Arcivescovile. La collocazione della chiesa è prevista infatti a ridosso di questo confine, senza considerare che per l’installazione del cantiere e la movimentazione dei mezzi intorno all’edificio in costruzione sarà necessario creare una zona libera, abbattendo una fascia di alberi del bosco stesso, posta oltre l’area concessa. Il progettista non ha quindi provveduto a mantenere le distanze dai confini più ampie per consentire la costruzione della chiesa senza danneggiare le essenze arboree presenti e i tecnici incaricati dal Comune di esprimere una valutazione tecnica non hanno avuto nulla a che ridire su questa mancanza di rispetto verso il patrimonio pubblico, naturale e costruito, esistente. Occorre comunque precisare che non essendo espressamente dichiarati nel progetto la demolizione del viale pedonale e l’abbattimento delle alberature esistenti questi due interventi non sono stati autorizzati dal Permesso di costruire n. 023/2015 del 17/06/2015. Altro appunto va riservato alla collocazione del sagrato, individuato in parte sulla limitrofa area destinata a servizi per l’istruzione di base e concessa in diritto di superficie 11 alla Cooperativa Edile Montemaggio, e alla completa mancanza di ogni riferimento al tipo di raccordo delle aree verdi e pavimentate esistenti con quelle di progetto. Questa ‘superficialità’ nella definizione di alcuni importanti aspetti del progetto si riscontra anche nella indicazione della titolarità dell'Arcidiocesi a richiedere il permesso di costruire. Su nessun documento della richiesta di permesso viene indicato che l’Arcidiocesi è titolare del solo diritto di superficie e non si fa riferimento ad alcun atto attraverso il quale ha ottenuto il diritto a costruire i 1.500 mq di fabbricati religiosi. E’ inoltre completamente mancante la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà relativa al possesso del titolo ad eseguire le opere, come previsto dalla normativa vigente. Questi tipi di approfondimenti sul dimensionamento e sull'inserimento ambientale e architettonico, così come la dichiarazione del possesso del titolo ad eseguire le opere, non sono stati richiesti dall’Arch. Claudio Mori al progettista nella nota del 25/05/2011 di richiesta dei documenti integrativi ai fini del rilascio del permesso di costruire. Dopo la consegna dei documenti integrativi richiesti, avvenuta nel 2015, l’Arch. Claudio Mori ha rilasciato all’Arcidiocesi il Permesso di costruire n. 023/2015 del 17/06/2015 a titolo gratuito. Il rilascio del permesso fatto in modo diretto, a mio parere, è in contrasto con quanto previsto dall'art. 23 delle NTA del Regolamento Urbanistico ed in particolare al comma 3, nel quale si dispone che nelle aree di servizio ad uso pubblico quali le Sr (servizi religiosi), come quella in questione, "i parametri urbanistici da adottare per la realizzazione di eventuali nuove volumetrie saranno stabiliti dall'Amministrazione Comunale in sede di progettazione preliminare, in riferimento alle singole esigenze del servizio stesso". Mi sembra quindi importante che l'Amministrazione Comunale, attraverso la Giunta Comunale come per i lavori pubblici o attraverso il Consiglio Comunale come per le previsioni urbanistiche, possa avere il controllo di quello che viene costruito sul proprio territorio e che questo non venga demandato ad altri enti o soggetti, pubblici o privati che siano. Dopo aver sottoposto alla Vostra attenzione queste informazioni, che potrete implementare in virtù del Vostro ruolo istituzionale, e delle mie considerazioni, maturate nel mio stato di preoccupazione per la realizzazione di un intervento che per il mio quartiere è tanto pesante quanto sconosciuto e non partecipato, vi sottopongo i seguenti quesiti:  Le quantificazioni dimensionali, le tipologie e i materiali degli edifici religiosi approvati nel 1992/1996, oltre alle loro collocazioni, possono essere ritenuti validi ancora oggi?  Il progetto degli edifici religiosi presentato del 2011 ed autorizzato nel 2015 ha le medesime caratteristiche dimensionali, tipologiche, materiche e di collocazione del progetto degli edifici religiosi previsti come opere di urbanizzazione approvato nel 1992/1996, oppure è qualcosa di diverso? 12  La Curia Arcivescovile, che ha ricevuto il diritto di superficie per costruire gli edifici religiosi con le caratteristiche approvate nel 1992/1996, può nel 2011 chiedere di realizzare qualcosa di diverso, senza che prima debba essere approvata dal Consiglio Comunale una variante alle opere di urbanizzazione del PEEP dell’Agrestone e alla convenzione sottoscritta nel 1997?  Se le previsioni del PEEP dell’Agrestone, compreso le opere di urbanizzazione, oggi risultano decadute e quindi per la realizzazione degli edifici religiosi si fa riferimento al solo Regolamento Urbanistico vigente, non occorre tenere conto di quanto disposto dall'art. 23 delle NTA, subordinando la realizzazione di nuove volumetrie all’approvazione del progetto preliminare da parte dall'Amministrazione Comunale, prima del rilascio del permesso di costruire?  Essendo decorsi 20 anni dal 18/04/1997, data nella quale il Comune ha concesso al Consorzio Colle Futura il diritto di superficie poi trasferito all’Arcidiocesi, oggi la Curia Vescovile ha ancora titolo per costruire su quella superficie la nuova chiesa? Chiedo infine, oltre a un chiarimento sugli aspetti tecnici e amministrativi sopra esposti che garantiscano all'Amministrazione Comunale di rilasciare atti abilitativi corretti, anche di consentire ai cittadini di conoscere la portata del progetto in questione prima che si passi alla fase operativa di cantierizzazione della parte centrale dell'unico parco urbano che possa definirsi tale a Colle di Val d’Elsa, incidendo in maniera sostanziale nelle modalità di fruizione del parco stesso e di conseguenza nella qualità di vita degli abitanti del quartiere e dei quartieri limitrofi. Nell’ambito di un opportuno processo di partecipazione sugli interventi edilizi previsti all’interno del parco dell’Agrestone in cui sia coinvolta tutta la comunità colligiana potrebbero essere valutate soluzioni più congrue di quelle finora emerse. Io suggerisco di trasferire la destinazione a “servizi religiosi” in un’area più congrua e adatta alle esigenze della Curia Vescovile, posta all’esterno del perimetro edificato del quartiere come è stato fatto per il circolo ricreativo. Questa diversa collocazione dell’area a vocazione religiosa potrà consentire il consolidamento dell’attuale vocazione a parco pubblico del cuore del parco dell’Agrestone, attraverso una apposita variante al Regolamento Urbanistico che tenga conto dei principi di rispetto e valorizzazione degli ambienti di vita costruiti e naturali a cui oggi non possiamo e non dobbiamo rinunciare. 

Anche l’Arch. Marco Vidotto nella relazione tecnica che accompagna il suo progetto della nuova chiesa dell’Agrestone elogia la situazione invidiabile di questo quartiere: “Gli edifici del quartiere sono disposti attorno ad una vasta area verde, una sorta di piccolo Central Park di poco più di 4 ettari con prati ben curati, percorsi e slarghi pedonali pavimentati, aree alberate e attrezzate per il gioco dei ragazzi oltre ad installazioni di sculture in travertino. Il luogo era in antichità chiamato ‘florentia di gracciano’ o collina dell’iris per le sue bellissime distese di fiori iris e gigli". Ebbene, dopo questa idilliaca descrizione delle bellezze naturalistiche e architettoniche del luogo, con una strana incongruenza dovuta a una previsione urbanistica sbagliata e irrispettosa, l’Arch. Marco Vidotto propone un progetto per la costruzione della nuova chiesa che andrà a deturpare per sempre con una immensa colata di cemento e mattoni il nostro bellissimo parco. 

Concludo nella stessa maniera in cui ho iniziato, formulandovi una precisa richiesta che è nel Vostro potere esaudire: salvate dalla cementificazione il parco urbano del quartiere dell'Agrestone

Rimanendo in attesa di un Vostro cortese riscontro mi impegno a divulgare queste mie informazioni, considerazioni e richieste a tutti i cittadini colligiani, attraverso le formazioni politiche, le associazioni e i comitati presenti sul territorio e con l’ausilio di tutti gli strumenti di comunicazione oggi disponibili. Architetto Tamara Migliorini 

Pubblicato il 25 luglio 2016

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