Colle di Val d'Elsa, sequestrata discarica abusiva a cielo aperto
Segnalato all'autorità giudiziaria il proprietario titolare di un'officina
Nell’ambito dell’ordinario controllo economico del territorio è stato individuato un terreno agricolo nel Comune di Colle di Val d’Elsa, destinato a discarica abusiva a cielo aperto, dove erano accumulati rifiuti di vario genere, in violazione delle prescrizioni normative in materia ambientale ed in difetto di ogni procedura. Il terreno a destinazione agricola, costituito da un capannone agricolo con area scoperta, veniva utilizzato dal titolare di un’officina per stoccare in maniera incontrollata rifiuti speciali e pericolosi derivanti, per lo più, dalle lavorazioni effettuate. Gli accertamenti eseguiti dai finanzieri hanno consentito di riscontrare la presenza di rifiuti di diverse categorie costituiti da pezzi di ricambio per auto (tra i quali pneumatici fuori uso, pastiglie freni, batterie auto esauste), attrezzature edili e scarti di lavorazione, materiale ferroso vario, materiale di plastica vario, veicoli e trattori fuori uso in evidente stato di abbandono, materiale infiammabile (lubrificanti, oli esausti, etc...), bombole di gas, attrezzature da lavoro agricole in disuso, cisterne contenenti svariate sostanze anche di tipo infiammabile, materiale di risulta ed altro, il tutto a diretto contatto con il terreno, in alcuni casi ricoperto da fitta vegetazione, con il rischio di sversamento nel terreno di sostanze nocive per l’ambiente.
L’area adibita a discarica è stata sottoposta a sequestro ex art. 354 c.p.p., convalidato dalla competente Autorità Giudiziaria, mentre uno dei proprietari del terreno, il titolare dell’officina che avrebbe materialmente prodotto i rifiuti speciali, è stato denunciato alla locale Procura per attività di deposito e gestione di rifiuti non autorizzata, fermo restando che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta ad indagini in relazione alla vicenda in esame sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
Sono tuttora in corso riscontri con i funzionari dell’ARPAT finalizzati all’accertamento dell’eventuale contaminazione ambientale, con contestuale messa in sicurezza del sito attraverso operazioni di rimozione, recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.
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Pubblicato il 21 giugno 2022