Colle è in festa per San Marziale. Ecco chi era il vescovo missionario che a Gracciano compì il primo miracolo

Colle di Val d’Elsa è in festa per San Marziale. Per capire chi era il vescovo missionario che a Gracciano compì il primo miracolo lo abbiamo chiesto all’avvocato Pietro Nencini, amante ed appassionato della storia del Santo

 COLLE DI VAL D'ELSA
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Colle di Val d’Elsa è in festa per San Marziale. Per capire chi era il vescovo missionario che a Gracciano compì il primo miracolo lo abbiamo chiesto all’avvocato Pietro Nencini, amante ed appassionato della storia del Santo.

Nencini, un San Marziale diverso rispetto allo scorso anno, non è vero?

«Sì, finalmente la graduale ripresa di una vita sempre più normale consentirà ai colligiani di festeggiare il loro patrono».

Colligiani? Non credi che questa sia piuttosto la festa di Gracciano e dei Graccianesi?

«No non lo credo. I graccianesi hanno il merito di conservare la tradizione della festa e del culto del santo, ma Marziale è il patrono di tutta Colle. La festa del primo luglio è l’occasione per ritornare a dove veniamo, tornare a Elsa, così si chiamava in antico Gracciano. Elsa è nata molto prima di Colle. Come la vita di Colle e delle sue industrie è nata dal fiume, così la fede cristiana ci è stata tramandata dai nostri antenati che da Marziale furono battezzati nell’acqua dell’Elsa».

Chi era Marziale?

«Direi un missionario, uno venuto a Roma dalla Palestina e che da lì fu inviato lontano, in Gallia, a portare il messaggio del Vangelo. A Limoges è venerato come un apostolo. Da noi sarebbe capitato di passaggio, ma a quanto pare ha lasciato il segno. Probabilmente si tratta di un personaggio del terzo secolo, ma ai francesi ed anche a noi, è piaciuto identificarlo nel ragazzo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, discepolo di Pietro».

Storia o leggenda?

«Non sta a me dirlo. Per primo scrisse di lui Gregorio di Tours, seguito da tanti agiografi medievali che poi furono oggetto di revisione da parte dei bollandisti. Di recente gli studi di Gianni Bergamaschi e di Luca Trapani hanno portato alla luce nuovi passaggi molto interessanti sul filo conduttore di questa storia. Le leggende francesi e colligiane hanno una matrice comune e si sviluppano nutrendosi a vicenda. Nel medioevo la via Francigena è stata un collegamento importante. Nella battaglia del 1269 noi colligiani eravamo alleati dei francesi contro i ghibellini senesi».

Quali sono i segni dell’identità patronale?

«La tradizione presenta Marziale come discepolo di Pietro e come apostolo. L’iconografia lo raffigura sempre coi segni del potere vescovile, la mitra in testa e il baculo in mano. Quello di Marziale non è un bastone come quello di tutti gli altri vescovi, ma il bastone stesso di Pietro, il principe degli apostoli».

Che cosa ha significato il culto di S. Marziale nella storia di Colle?

«Per secoli Marziale è stato il simbolo del vescovado colligiano e dell’identità cittadina. Colle città, divenuta capoluogo di diocesi in età moderna, si affidava al patronato di un santo vescovo e con lui affondava le proprie radici fino alle origini del cristianesimo. Come a dire che noi non c’entravamo nulla con Volterra e nemmeno con Firenze o Siena, perché eravamo diventati cristiani prima di loro ed eravamo direttamente figli della chiesa di Roma, convertiti e battezzati da un discepolo di Pietro che aveva conosciuto personalmente Gesù Cristo».

Lodovico Andreucci

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Pubblicato il 1 luglio 2021

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