Colle, il M5S al Pd: «La democrazia diretta non può essere richiamata a fasi alterne»

«Questo principio sacrosanto non può essere richiamato a fasi alterne, ovvero richiederlo quando si è all’opposizione e negarlo quando si è al governo della città!». Comincia così il comunicato stampa del Movimento Cinque Stelle di Colle di Val d'Elsa che non nasconde il proprio stupore nell'atteggiamento del Partito Democratico sulla questione dell'urbanizzazione al Parco dell'Agrestone

 
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«Ben venga la democrazia diretta, nostro punto forte! Non sapremmo in quale altro modo definire “La richiesta del parere dei cittadini” avanzata dal Partito Democratico. Tuttavia, questo principio sacrosanto non può essere richiamato a fasi alterne, ovvero richiederlo quando si è all’opposizione e negarlo quando si è al governo della città!». Comincia così il comunicato stampa del Movimento Cinque Stelle di Colle di Val d'Elsa che non nasconde il proprio stupore nell'atteggiamento del Partito Democratico sulla questione dell'urbanizzazione al Parco dell'Agrestone. Di seguito il testo integrale:

«In merito alla posizione che ha assunto il PD negli ultimi comunicati in relazione alla costruzione della chiesa all’interno del Parco dell’Agrestone, è da considerarsi di non poco conto l’implicita  ammissione di “colpa” per le scelte effettuate in ambito edilizio dalle precedenti amministrazioni a guida pre-piddina (o diessina che dir si voglia visto gli anni in cui sono stati concessi i permessi ad edificare). Partendo dai più grandi fallimenti in campo edilizio (visti gli importi in ballo) come la Fabbrichina, mai e poi mai il Governo della Città di quegli anni prese in seria considerazione lo strumento referendario come forma di “cartina di tornasole” del grado di accoglimento da parte dei Cittadini delle scelte effettuate dall’Amministrazione. Anzi, purtroppo c’è un caso molto preciso i cui contorni sono perfettamente identici alla vicenda della Chiesa all’Agrestone.

Nel 2003 la decisione da parte di quella Giunta di rendere disponibile l’area del parco pubblico di San Lazzaro per la costruzione della moschea, vedeva contrario il Comitato “Giu’ le mani dal Parco” che effettuò una raccolta di firme affinché venisse indetto un referendum che aveva come quesito : "Volete voi che venga realizzata la costruzione di un centro culturale islamico con annesso luogo di preghiera nel Comune di Colle Val d’Elsa, all’interno del parco pubblico di San Lazzaro, situato nel quartiere La Badia?". Ebbene il Collegio di Garanzia (composto da tre membri di nomina politica dalla maggioranza di allora) determinò l’inammissibilità del referendum, soprattutto perché l’elevato numero di firme raccolte, faceva temere un risultato non in linea con i desiderata di chi aveva proposto la costruzione della moschea. Ovviamente non mettiamo in discussione il principio costituzionale di libertà di espressione religiosa, ma la coerenza di una forza politica che si riempie la bocca di democrazia diretta quando deve farsi bella davanti ai Cittadini, completamente ignorati in altre numerose occasioni!

Considerato che al nostro primo punto del nostro programma elettorale c’è proprio la democrazia diretta, speriamo noi che tale pratica diventi una costante fissa per tutte le decisioni che riguardano specialmente grandi opere, poiché oltre che creare un dibattito e consenso sulla scelta maggioritaria, andrebbe soprattutto ad evitare sonori fallimenti che tutti giorni sono proprio lì davanti a noi a ricordarci che nessun soggetto politico ha carta bianca, dato che degli eventuali danni di una cattiva scelta, alla lunga, sono chiamati a risponderne i cittadini con le tasse».

Pubblicato il 29 agosto 2016

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