Comincia il progetto di costruzione al Parco dell’Agrestone, ma... senza chiesa. E nessuno è contento

Li avevamo lasciati così, a un tavolino, in una fredda serata dello scorso novembre. C’erano Don Enrico, parroco della Chiesa di San Marziale a Gracciano, Tamara Migliorini, l’architetto che un anno fa cercò di sensibilizzare l’opinione pubblica sul progetto di costruzione al parco dell'Agrestone, e la giornalista che ha moderato l’incontro Elda Lettieri

 
  • Condividi questo articolo:
  • j

Li avevamo lasciati così, a un tavolino, in una fredda serata dello scorso novembre. C’erano Don Enrico, parroco della Chiesa di San Marziale a Gracciano, Tamara Migliorini, l’architetto che un anno fa cercò di sensibilizzare l’opinione pubblica sul progetto di costruzione al parco dell’Agrestone, e la giornalista che ha moderato l’incontro Elda Lettieri. Davanti a loro c’erano i cittadini, accorsi, ciascuno con le proprie idee, per cercare di fare chiarezza su quello che sarebbe successo e sulla possibilità di trovare delle soluzioni alternative alla cementificazione del parco. Era la seconda iniziativa pubblica sul tema, un’occasione aperta di confronto e di dibattito, nata dalla volontà e dall’interessamento dei colligiani stessi.

«Mi sono interessata all’argomento quando, quasi per caso, ho scoperto che il permesso di costruire era già stato rilasciato nel giugno del 2015 – disse in quell’occasione la Migliorini -. E sono rimasta colpita soprattutto dalla mole di due edifici». Il progetto prevede infatti la realizzazione di due corpi, ben distinti per funzione e forma. Una chiesa con cappella, aula liturgica, sagrestia e oratorio, da una parte. Un centro polivalente composto da due edifici su due livelli distinti che comprende invece due appartamenti, gli uffici, nove aule, la cucina e un grande salone, dall’altra.

In quella serata di novembre vennero fuori esigenze e sentimenti molto diversi. I fedeli, a cui viene promessa una chiesa nel quartiere da vent’anni (tanto che sono costretti a celebrare quella di Natale nel tendone del Circolo), erano delusi e scoraggiati, poiché avevano capito che un progetto faraonico come quello concepito non avrebbe potuto essere realizzato per mancanza di fondi. Gli altri, precisando di non avere nulla contro l’edificio religioso in sé, manifestavano non pochi dubbi. Perché chiesa e oratorio non potevano avere dimensioni più sostenibili, senza intaccare l’integrità del parco e tutelandone l’aspetto sociale e naturalistico? Perché ci si rifiutava di modificare un progetto di vent’anni fa, pensato quando praticamente l’Agrestone non esisteva? Perché non potevano essere valutate soluzioni alternative?

Nessuno dei presenti era contento del progetto e nessuno di questi è stato ascoltato. Tutto è andato avanti, nella totale noncuranza del volere e delle necessità dei colligiani.

Potevamo presagirlo dall’assordante silenzio dell’Arcidiocesi, che non accettò di partecipare all’incontro, e dal farfugliamento maldestro del sindaco Paolo Canocchi, che prese la parola quasi costretto e senza mostrare, a parer mio, alcuna predisposizione all’ascolto.

Lo scorso aprile l’Amministrazione Comunale di Colle ha dunque approvato il progetto, concedendo all’Arcidiocesi di costruire, per mancanza di risorse economiche, soltanto il centro polivalente. Ieri, 21 giugno 2017, sono cominciati i lavori.

Per chi?

Giovedì 6 luglio, alle 21.30, nell'ambito della Festa di Liberazione dell'Agrestone, si terrà il dibattito "Il futuro del parco dell'Agrestone".

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 22 giugno 2017

  • Condividi questo articolo:
  • j
Torna su