Mercatone Uno, dopo la trattativa nazionale i lavoratori decidono di continuare lo sciopero
«La motivazione - come ci ha spiegato una di loro - è stata fatta ricadere sulle licenze, che sono minori per beni non ingombranti, come i vestiti, rispetto a quelli ingombranti, come appunto i mobili». Il punto vendita di Colle di Val d’Elsa è uno dei 13 acquistati dall'abruzzese Cosmo, che attraverso il marchio Globo si occupa di abbigliamento, scarpe, pelletteria. Oltre alla preoccupazione di non vedere il proprio posto confermato, i lavoratori temono anche per la riorganizzazione, dovuta al cambio di settore
Venerdì pomeriggio si è tenuta a Bologna la trattativa nazionale sul Mercatone Uno, alla quale hanno preso parte i proprietari, vecchi e nuovi, e i sindacati. La situazione è rimasta invariata rispetto al 21 maggio scorso, quando i commissari straordinari hanno ottenuto dal Mise l’autorizzazione per vendere 68 punti vendita alla Shernon Holding Srl e alla Cosmo Spa (ve ne avevamo parlato qui). Nell’incontro, che è servito più che altro a riaffermare le posizioni dei rispettivi interlocutori, la proprietà ha ribadito la volontà di ridurre drasticamente il personale. «Alle nostre domande non hanno risposto in modo esauriente - ci racconta Mariano Di Gioia, della Filcams Cgil Valdelsa -, ma si sono soltanto limitati a dare la colpa alle licenze». Una dipendente ci aveva infatti spiegato stammatina che sono minori per beni non ingombranti, come i vestiti, rispetto a quelli ingombranti, come i mobili. Questo lascia intendere che l'azienda non ha intenzione di utilizzare tutti i 5mila metri di spazio del locale.
In Italia sono più di mille i dipendenti del gruppo Mercatone Uno che rischiano di perdere il lavoro.
Il punto vendita di Colle di Val d’Elsa è uno dei 13 acquistati dall'abruzzese Cosmo, che attraverso il marchio Globo si occupa di abbigliamento, scarpe, pelletteria. Oltre alla preoccupazione di non vedere il proprio posto confermato, i lavoratori temono anche per la riorganizzazione, dovuta al cambio di settore. A Lucca si registra una situazione ancora più particolare, perché esiste un vincolo contrattuale col quale il proprietario della struttura interessata proibisce di vendervi abbigliamento o tessili a ogni titolo (per non avere diretti concorrenti sul territorio). Il Mattino riporta in un articolo di pochi giorni fa quello che è successo all'ex Carrefour di Casoria, acquistato anch'esso dalla Cosmo Srl, dove solo 12 dipendenti su 150 sono stati riconfermati e reinseriti nella nuova attività.
La Cosmo è un’azienda in espansione: possiede 80 punti vendita e ha 1.800 lavoratori (di cui 900 a tempo indeterminato). Entrerà in funzione a Colle di Val d'Elsa entro 12 mesi a partire da ora, dopo le necessarie modifiche di restyling. Intanto i lavoratori valdelsani hanno deciso di continuare a scioperare, nonostante saranno messi in cassa integrazione a zero ore. A fine giugno, il 22 e il 29, si terranno due nuovi incontri per la trattativa nazionale. Hanno ricevuto la comunicazione che dopo domani, il 6 giugno, addetti incaricati verranno a sgomberare il punto vendita, per portare la merce negli altri, quelli acquistati dalla Shernon Holding Srl. La stessa cosa accadrà a Genova e nei negozi in cui i dipendenti hanno deciso di scioperare, facendo sentire la propria voce per tutelare i propri diritti. Il termine ultimo di questo processo è previsto per il 18 giugno.
«La nostra preoccupazione - aggiunge Di Gioia - è che il settore del mobile qui andava. Lo dimostrano i dati secondo i quali il punto vendita di Colle di Val d'Elsa era uno degli otto più performanti in Italia. Chideremo al Comune una deroga per capire se è possibile aumentare le licenze».
Il caso Mercatone Uno è stato sollevato in consiglio regionale dal capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti e dal consigliere del Partito Democratico Simone Bezzini. Il dibattito in aula sulla mozione presentata al Ministero dello Sviluppo Economico sarà affrontato mercoledì 6 giugno.
Pubblicato il 4 giugno 2018