Da Casole d'Elsa ai bronzi di San Casciano dei Bagni: intervista all'archeologa Alessandra Fortini

Il racconto a Valdelsa.net dell'Archeologa Alessandra Fortini che ha partecipato ai lavori sullo scavo: ''San Casciano dei bagni come foriero di tantissime informazioni''

 ALESSANDRA FORTINI
  • Condividi questo articolo:
  • j

“Non ci aspettavamo una varietà e una quantità di reperti come poi sono emersi”. Ad un mese dal rinvenimento del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana di San Casciano dei Bagni abbiamo raggiunto per telefono l’archeologa Alessandra Fortini che ha collaborato ai lavori di rilievo e di scavo presso il Santuario Ritrovato del Bagno Grande.

Alessandra Fortini archeologa (in foto), laureata prima in Archeologia Medievale poi in Archeologia dell’Architettura a Siena, conseguendo la specializzazione in Beni Culturali a Firenze, ha raccontato a Valdelsa.net quella che è stata la sua esperienza in merito alla scoperta: “La mia esperienza è sicuramente dal punto di vista di un professionista, perché per quanto possa essere emozionante il momento in cui entri in contatto con ciò che il passato ti permette di far pervenire è sempre un approccio scientifico e anche analitico quello che portiamo avanti in quanto professionisti”. E in quanto professionista, Archeologa delle architetture - una metodologia di studi che applica le stesse tecniche di analisi che si utilizzano per lo studio della stratigrafia però agli elevati - è entrata in contatto con la realtà di San Casciano dei Bagni, prendendone parte nel 2020 e continuando a lavorare al sito nel 2021 e alla campagna fruttuosa di quest’anno.

Quanto avvenuto a San Casciano dei Bagni ha attirato l’attenzione mediatica del mondo intero e a questo proposito la dottoressa Fortini ne ha motivato l’esito: “L’impatto mediatico c’è stato ovviamente perché comunque è un contesto che emerge, ed è proprio questo che fa la differenza, un contesto molto particolare in cui ci sono tanti fattori che vanno a delineare San Casciano dei bagni come foriero di tantissime informazioni”.

Un simile ritrovamento era ipotizzabile in termini quantitativi? “È difficile quantificare il potenziale del sottosuolo, è difficile ma non impossibile perché nell’archeologia c’è tutta una serie di indagini non invasive che riguardano la fase preliminare di impostazione di un lavoro ma è chiaro che si poteva intuire che ci fosse un sito di rilevanza anche perché c’erano fonti scritte, documenti storici che riportavano di notizie sul territorio”.

Da questa scoperta comunque emerge un’avventura tutta archeologica ma “lo scavo di San Casciano dei Bagni ha a monte una sinergia di personaggi e di enti che stanno portando avanti il lavoro, non è un’operazione nata dal nulla ma ha dietro una lunga fase di impostazione che coinvolge anche le amministrazioni precedenti e il comune come concessionario”.

Sotto il coordinamento scientifico di Jacopo Tabolli (in foto successiva), la direzione degli scavi sul campo di Emanuele Mariotti e la soprintendenza delle Belle Arti e Paesaggio che coordina il lavoro per intero “non ci aspettavamo una varietà e una quantità di reperti come poi sono emersi ma è chiaro che l’impostazione dello studio aveva già dato dei risultati per poter indagare e proseguire con le operazioni di scavo”.

Su cosa raccontano i reperti e quale sarà il futuro di questo grande patrimonio rinvenuto Fortini racconta: “Sono reperti molto particolari che si porteranno dietro tutta una serie di informazioni. Sono in fase di studio, quindi, bisogna assolutamente lasciar alla ricerca il tempo di dare delle risposte. Per il momento possono parlarci di una fase non manifesta dai libri di storia che è quella della romanizzazione del territorio italico, del contatto tra le culture. Sarà la fase di ricerca che darà le risposte principali ed è tutt’ora in corso”.

Auspico di veder portare avanti il progetto e che questa sinergia tra l’ente pubblico e la cittadinanza continui. La curiosità che ho è di carattere scientifico. È un’ambiente estremamente stimolante ed è fantastico poter vivere, esperire e imparare continuamente. La curiosità penso sia una caratteristica proprio dell’archeologo come figura”.

In merito all’esperienza vissuta a San Casciano dei Bagni, sabato 17 dicembre si terrà un incontro pubblico con la cittadinanza: racconterò la mia esperienza in quanto cittadina del comune di Casole d’Elsa e in quanto archeologa che ha dedicato i suoi anni di studio a questi territori”.

Yasmina Nunziata

Copyright © Valdelsa.net

Potrebbe interessarti anche: E' morto Lillo, il cane che lavorava con la P.A. di Colle di Val d'Elsa

Torna alla home page di Valdelsa.net per leggere altre notizie

Pubblicato il 16 dicembre 2022

  • Condividi questo articolo:
  • j
Torna su