Dad sì o Dad no? I genitori valdelsani si dividono

Le due posizioni sulla Dad per le superiori. Due genitori uno di Colle di Val d'Elsa e l'altra di Casole a confronto

 GENITORI E DAD
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Didattica a distanza sì o didattica a distanza no? I genitori degli alunni delle scuole secondarie di secondo grado si dividono tra chi è contrario e chi favorevole. C’è chi ritiene sia un sistema deleterio per l’apprendimento e che non possa essere considerata scuola, ma anche chi invece non la demonizza né la considera il male dei mali.

Abbiamo indagato qual è la situazione in Valdelsa.

Marianna Sauro è una madre di Casole e la sua idea su questo metodo non in presenza è chiaro, «La Dad demotiva e scoraggia i nostri ragazzi nello studio. È difficile trasmettere la passione per la materia tramite uno schermo. Come genitore, nell'attenta osservazione dei miei figli in questo difficile periodo, ho appurato che la didattica a distanza non dà risultati sufficienti per essere definita istruzione. Certo, non si può negare che svolga il compito di trasmissione di nozioni, ma certamente non è la soluzione minima e necessaria a livello pedagogico. Per non parlare dei danni a livello fisico, dai problemi di vista a quelli della schiena o di obesità per la mancanza di movimento a quelli ben più gravi di natura psichica, in drastico aumento nell'ultimo periodo. Ragazzi di quattordici anni ora si trovano da soli, spesso in case isolate, a passare le giornate davanti ad uno schermo che dovrebbe sostituire quegli adulti che dovrebbero essere un modello di vita per le future generazioni. Un giorno ci ritroveremo tutti a dover rispondere dei danni che i giovani stanno subendo per le scelte di noi adulti. Ci chiediamo se saremo in grado di curare le loro ferite».

Antonio D’Isa è un padre di Colle di una giovane liceale, ma ha un’idea completamente diversa sulla Didattica a distanza, «in linea di principio non sono contrario alla Dad né posso affermare che sia il metodo per eccellenza. Credo solo che in un periodo così delicato non se ne possa fare a meno. E' chiaro che, come genitore, preferirei che i miei figli frequentassero la scuola nella maniera tradizionale, favorendo l'interscambio e la relazione continua tra professori e studenti, ma in questo frangente, purtroppo, non è possibile. Ormai da un anno i nostri figli vivono questa condizione surreale che ci auguriamo possa finire al più presto, ma al momento è ancora una dura realtà con cui dobbiamo convivere. Nel nuovo anno scolastico, il 2020/2021, tra quarantene fiduciarie, chiusure imposte dalla scuola, dalla regione o dai Dpcm, mia figlia ha frequentato in classe meno di 45 giorni sui circa 160 fin qui previsti. Mi chiedo e se non ci fosse stata la Dad cosa avrebbero fatto i nostri figli tutto il giorno? Come avrebbero portato avanti la loro istruzione? E' chiaro che la Dad non può sostituire completamente in tutto la scuola, che sia più difficile studiare con questo metodo e che con la Dad gli scambi e le relazioni sono ridotte ma come si dice, a mali estremi meglio una Dad che niente».

Lodovico Andreucci

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Pubblicato il 31 marzo 2021

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