Dalla Nuova Zelanda a Tavarnelle: il figlio sulle tracce del padre eroe della seconda guerra mondiale

Warwick Cox in vacanza nel Chianti cerca e trova alla Romita, frazione di Barberino Tavarnelle, i luoghi in cui il padre William George Cox ventenne, soldato del diciottesimo Reggimento neozelandese, mise a repentaglio la propria vita per la Liberazione del Chianti

 WARWICK COX
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Da Whanganui, in Nuova Zelanda, a Tavarnelle Val di Pesa sulle tracce del padre che poco più di ventenne si unì al diciottesimo Reggimento armato per raggiungere il Chianti e liberarlo dall’oppressione nazifascista. Warwick Cox, 74 anni, non aveva mai perso la speranza di ricostruire la storia di guerra, di morte e vita che aveva portato il padre, William George Cox, dall’altro capo del mondo per salvare un popolo sconosciuto. Dopo alcuni viaggi compiuti in Toscana, alla ricerca di “Villa Strada”, così era denominato il luogo dove aveva combattuto il padre, i tasselli ingialliti dal tempo di una vicenda che nessuno, né i cittadini di Barberino Tavarnelle, né gli amici neozelandesi hanno mai dimenticato, tornano a ricomporsi.

E’ la storia che riemerge in tutta la sua lucida verità. Grazie al fuoco mai spento della memoria, dei ricordi di William, trascritti puntualmente nel diario di guerra poi ritrovato dal figlio, e delle testimonianze, dei contributi degli storici neozelandesi e dei documenti fotografici contenuti nella pubblicazione “21 luglio-4 agosto 1944 I giorni della Liberazione. Le truppe neozelandesi da San Donato alle porte di Firenze”, edito nel 2009 dai Comuni di Tavarnelle Val di Pesa, San Casciano Val di Pesa e Scandicci, il neozelandese ricostruisce l’intero percorso, gli eventi storici che hanno coinvolto il padre nella Liberazione del Chianti. E ritrova proprio a Tavarnelle, nella frazione di Romita, ciò che da anni stava cercando: luoghi e persone legati a Villa Moris (chiamata erroneamente Villa Strada), oggi un’elegante struttura ricettiva di proprietà della famiglia Tacchini, dove il padre nel 1944 ha vissuto sulla propria pelle le sofferenze del secondo conflitto mondiale.

E’ in questa area del Chianti che William George Cox ha combattuto e si è salvato, pur essendo rimasto vittima, colpito da un proiettile che gli avrebbe causato la sordità permanente, ha visto morire i suoi compagni, giovani pieni di coraggio, eroi, venuti dalla lontana Nuova Zelanda a combattere per affrancare Firenze e le sue campagne dalla violenza e la ferocia nazifascista. “Il 23 luglio 1944 - racconta Warwick - è una data indelebile che si è impressa nella memoria di mio padre e adesso nella mia, come lui stesso mi raccontava fin da quando ero bambino”.
“Un giorno doloroso e fortunato allo stesso tempo - continua commosso - un giorno di grande angoscia per la morte di tanti ventenni pieni di speranza, uccisi dalla barbarie delle truppe tedesche, un giorno favorito dalla sorte perché quello fu il momento in cui riuscì a salvarsi e a liberare la terra chiantigiana”.

Con il supporto di Valentina Tacchini, proprietaria di Villa Moris e titolare del B&B che vi ha aperto all’interno da qualche anno, Warwick e la moglie Maryanne, in vacanza nella struttura da pochi giorni, hanno potuto condividere la loro forte emozione con la comunità ed in particolare con il sindaco David Baroncelli che questa mattina li ha ricevuti in piazza Matteotti davanti al Monumento ai Caduti dedicato ai soldati neozelandesi. “A Villa Moris e in piazza Matteotti abbiamo avuto l’onore e il privilegio di aggiungere un nuovo tassello al mosaico di questa storia - dichiara il sindaco David Baroncelli - che si inquadra nella grande Storia, un legame tra la Nuova Zelanda e il Chianti che, nonostante i 78 anni che ci separano da quei tristi accadimenti, non si è mai dissipato”.
“Un cittadino neozelandese, alla ricerca dei luoghi in cui il padre ventiquattrenne - commenta il sindaco - ha combattuto da soldato nel luglio del ‘44, ci è venuto a trovare”. “Dalla scintilla della memoria è scoppiata una nuova amicizia, un nuovo legame - continua il sindaco - il cittadino ha cercato per anni le tappe di quel percorso che, associato a carri armati, esplosioni, morte, terrore, ricostruisce una delle pagine più buie della storia del padre legate al secondo conflitto mondiale e le ha ritrovate nel nostro territorio, non solo negli spazi fisici immortalati nelle foto dell’epoca, ma anche nel patrimonio di valori solidissimi, come il rispetto e il nostro profondo senso di gratitudine per tutto ciò che i neozelandesi hanno fatto per noi, la nostra libertà, la nostra democrazia. Davanti al monumento ai caduti abbiamo celebrato il filo mai spezzato della memoria e il significato di una relazione eterna scaturita dalla drammaticità della guerra”.

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Pubblicato il 23 maggio 2022

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