Degrado nella galleria Metropolitan a Siena, lettera aperta di una cittadina al sindaco e al prefetto

La scrive Claudia Bini, inviandola per conoscenza anche ad altre istituzioni e ai giornali

 SIENA
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Al Sindaco del Comune di Siena Avv. Luigi De Mossi

Alla  Prefetta  Dott.ssa Maria Forte

E per conoscenza

Al condominio Galleria Metropolitan

Alla Dirigenza della Contrada del Drago

Alle forze politiche

Ai giornali

Alla cittadinanza

Gentilissimo Sindaco e Gentilissima Prefetta,

mi permetto di scrivere per portare alla Vostra attenzione un problema.

Ieri sono passata dalla galleria Metropolitan, entrando da vicolo della Palla a corda, e sono rimasta sconcertata dalla situazione di degrado: ormai da mesi l’ingresso di Oviesse posto al piano più basso è sbarrato, le scale mobili non funzionano e talvolta non funziona nemmeno l’ascensore. Le scale (non più) mobili sono invase di rifiuti, bottiglie rotte e cocci di vetro, una colonna in cartongesso  è sfondata a pugni, con i calcinacci per terra, il pavimento è sporco, i muri coperti di scritte (allego in calce alcune fotografie).

Pare che i responsabili siano alcuni ragazzini, che hanno fatto della galleria la loro “base” e che abbiano un atteggiamento ostile e minaccioso. Di conseguenza tante persone evitano di percorrere il vicolo della Palla a corda e la galleria Metropolitan e  questi sono sempre più degradati.

Siena è sempre stata una città tranquilla, non abbiamo grossi problemi di delinquenza da affrontare. Possibile che non sappiamo gestire nemmeno un gruppo di ragazzini?

Dipingerli come pericolosi delinquenti da reprimere e da punire è inutile, fuorviante, e rischia di creare una profezia che si auto-avvera. Il controllo delle forze dell’ordine è necessario, ma non basta. Dobbiamo capire qual è il disagio che sta alla base e affrontarlo. Possibile che l’unica alternativa, di fronte ai problemi, sia apporre un cancello? Vogliamo continuare ad amputare parti della città fino a farla morire oppure abbiamo anche altre idee?

Le famose “gang” sono composte da una quindicina di ragazzini, difficili, ma sono solo una quindicina di ragazzini – che comunque dovranno essere reintegrati nella società, anche a seguito di una sentenza di condanna del Tribunale per i Minorenni.

Forse allora possiamo iniziare subito a integrarli, facendo interventi per prevenire e curare il disagio dei giovani. Sappiamo che a seguito del Covid tanti ragazzi soffrono di ansia, panico e depressione, che gli incontri avvengono più sui social che nella vita reale e che a Siena mancano impianti sportivi e luoghi di aggregazione. Mancano anche progetti per favorire l’integrazione, comprendere i problemi e indicare vie d’uscita - e prospettive più interessanti che bivaccare su una scala...

All’estero questi problemi sono stati affrontati con successo costruendo luoghi dove i ragazzi possano ritrovarsi per fare qualcosa di bello (stare insieme, parlare, fare sport, musica, arte, cultura, artigianato, educazione civica in tutti i suoi aspetti, orientamento scolastico e introduzione al lavoro...). Possiamo costruire qualcosa di simile, senza scaricare tutta la responsabilità al volontariato, ma affidando la gestione in modo stabile e professionale a persone formate, capaci di ascoltare e accogliere, che conoscono il territorio ed i problemi dei giovani.

Questi interventi - forse finanziabili anche nell’ambito del PNRR - oltre a poter risolvere il problema del disagio dei giovani più difficili e di degrado della città, sarebbero un patrimonio per tutti i ragazzi e un investimento sul futuro della nostra città.

Possiamo farlo anche noi? Vogliamo farlo?

Abbiamo un progetto?

Possiamo iniziare subito a fare qualcosa?

Quale futuro vogliamo per Siena?

In attesa di un costruttivo riscontro, porgo i migliori saluti.

Siena, 29.07.2022,

Claudia Bini

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Pubblicato il 29 luglio 2022

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