Dieci candeline per il Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino

«Li ricordo quando erano ancora ospitati nella biblioteca, e sono stato felice quando il 30 gennaio 2009 li ho visti collocati con eleganza, didattica efficacia e sapienza museografica, nel BeGo. Non si trattava soltanto del recupero, della messa in sicurezza e dell’offerta al pubblico di due capolavori. Era molto di più. Quel museo era un faro, una bandiera collocata nel cuore della Valdelsa»

 
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«Li ricordo quando erano ancora ospitati nella biblioteca, e sono stato felice quando il 30 gennaio 2009 li ho visti collocati con eleganza, didattica efficacia e sapienza museografica, nel BeGo. Non si trattava soltanto del recupero, della messa in sicurezza e dell’offerta al pubblico di due capolavori. Era molto di più. Quel museo era un faro, una bandiera collocata nel cuore della Valdelsa». Inizia così il messaggio che Antonio Paolucci, tra i protagonisti nel 2009 della nascita del Museo Benozzo Gozzoli (lo stesso giorno dell’inaugurazione gli fu conferita dal Comune la cittadinanza onoraria) ha voluto inviare in occasione della celebrazione del 10° anniversario della fondazione del museo, che si svolgerà mercoledì 30 gennaio al Ridotto del Teatro del Popolo (ore 9.30), con una tavola rotonda insieme a coloro che ne hanno seguito l’attività con competenza e passione in questi dieci anni.

Un’occasione anche per sottolineare i numeri in crescita del Museo BeGo, che proprio nel 2018 ha fatto registrare il suo migliore risultato “storico” in termini di visitatori con 6.062 presenze, superando perfino quello del 2011 quando il Museo divenne polo espositivo della “Città degli Uffizi”. Un progetto ideato da Antonio Natali (direttore della Galleria degli Uffizi fino al 2015) che proprio mercoledì non mancherà di portare al Ridotto la sua testimonianza e il bilancio di quella importante esperienza culturale. Alla tavola rotonda interverranno i Sindaci che si sono alternati in questo periodo alla guida del Comune di Castelfiorentino (l’on. Laura Cantini, Giovanni Occhipinti, Alessio Falorni), la direttrice del BeGo, Serena Nocentini, il consigliere della Fondazione CR Firenze, Jacopo Speranza, il presidente della Banca Cambiano 1884 SpA, Paolo Regini (moderatrice degli interventi Giancarla Armano). Parteciperanno ai lavori gli studenti dell’Alternanza Scuola Lavoro del Museo BeGo dell’I.S. “F. Enriques” di Castelfiorentino e dell’I.S. “Roncalli” di Poggibonsi. Al termine della Tavola Rotonda, è prevista la scopertura al Museo di una targa intitolata a Edoardo Speranza, già lungimirante estimatore dell’arte e presidente dell’allora Ente Cassa di Risparmio di Firenze, uno dei soggetti promotori del Museo e da sempre disponibile a finanziarne i progetti. 

Concepito dall’architetto Massimo Mariani come un abito su misura, “una casa – studio dove Benozzo Gozzoli, circondato dai suoi collaboratori, sembra accompagnarci a visitare questi affreschi quando ancora li sta facendo”, il Museo Be.Go. si è posto fin dall’inizio un obiettivo ambizioso: rappresentare in primis una sede qualificata per valorizzare e approfondire il percorso artistico di Benozzo Gozzoli e le sue opere, disseminate in Toscana e in tutto il mondo, e nel contempo diventare un punto di riferimento per un pubblico più ampio, in modo da allargare la platea potenziale delle persone interessate ai suoi capolavori e all’arte in generale. Da questa mission fondativa del Museo sono derivate le numerose mostre temporanee, i progetti didattici, le iniziative educative e culturali che ne hanno scandito l’attività nell’ambito del sistema Museale della Valdelsa Fiorentina,  una infrastruttura culturale in grado di dialogare e interagire con il tessuto associativo, economico e produttivo del territorio. Un museo all’avanguardia sul versante dell’inclusione sociale (basti pensare alle iniziative e ai percorsi di accessibilità per non vedenti, non udenti, persone affette da autismo, malati di alzheimer, perfezionati con il progetto “Museo for all”) e allo stesso tempo polo espositivo di “eccellenza” riconosciuto a livello regionale e nazionale in termini di attività formativa, capacità di accoglienza e di interlocuzione proficua e professionalmente rigorosa con tutti i pubblici.
“Partiamo da un assunto semplice – sottolinea Serena Nocentini, direttrice del Museo BeGo - al BeGo crediamo fermamente al museo come luogo di libera partecipazione per tutti. Per noi il museo è luogo privilegiato, al servizio del pubblico, e dunque condizione di estrema rilevanza per la crescita e per il senso di appartenenza della comunità. Un luogo di coesione sociale e culturale, ma anche e soprattutto dove si può stare bene, grazie alle bellezze dei nostri affreschi e delle molteplici attività organizzate intorno a questo patrimonio. Ecco perché in questi 10 anni, con Stefania Bertini e Alice Vignoli, educatrici museali, abbiamo tenacemente lavorato per saper accogliere, includere e parlare a ogni tipo di pubblico.  La nostra attenzione è costantemente rivolta agli adolescenti e ai giovani, con i quali cerchiamo di costruire una progettazione partecipata affinché possano ancor di più riconoscere nel museo i propri interessi e vederlo non più come un luogo noioso, ma piuttosto come un bene prezioso, di cui aver cura a livello individuale e come comunità. In ogni compleanno che si rispetti, c’è un desiderio da esprimere. Il nostro? Che il futuro del BeGo siano sempre più i nostri giovani ed è per questo che abbiamo fortemente voluto festeggiare anche con loro questa data importante. Il compleanno è anche il momento in cui ricordiamo le persone che ci hanno fatto del bene e, in questo giorno, il nostro ricordo va a tutti coloro che nel tempo hanno avuto cura di questo patrimonio di bellezza, riservando un grazie particolare a Edoardo Speranza,  che ha fortemente promosso la nascita del Museo BeGo, a Laura Cantini, che ha scelto di farlo costruire, ad Antonio Paolucci che ne ha sempre sostenuto il valore culturale e identitario.”

«Sarà forse – osserva Antonio Natali - perché le mie origini sono in un luogo di mare della provincia toscana, ma sono convinto che l’Italia si possa salvare dal pelago melmoso di questa stagione scombinata solo in virtù della sua provincia. Le città sono troppo prese dalla loro presunzione (peraltro ingiustificata) per capire quanto sia scivolosa la china su cui da tempo si sta sbandando. Nella provincia, invece, per lo più sopravvivono quei sentimenti di popolo ch’erano peculiari d’età trascorse; a cominciare dal senso della comunità, che per conseguenza induce la solidarietà, la capacità d’ascoltare, l’impegno a tener desta la cultura del posto. Ecco, io credo che Castelfiorentino possa essere un bell’esempio delle doti salvifiche della provincia. L’ho di persona sperimentato quando portai ‘La città degli Uffizi’ al Museo Benozzo Gozzoli, da poco nato (e già la capacità di crearne uno dal nulla era stato un bel segnale). Gli Uffizi vennero qui perché c’erano persone appassionate e dotate di quell’umiltà senza la quale non si perviene a nulla».

«Il Museo Benozzo Gozzoli – sottolinea il Sindaco, Alessio Falorni – è un polo di eccellenza del patrimonio museale dell’Empolese Valdelsa, che in questi dieci anni ha saputo non solo valorizzare i capolavori di Benozzo Gozzoli (già definito da Paolucci come il “Genius Loci” della Valdelsa) in un contesto appropriato, ubicato strategicamente nel centro storico e a pochi passi dalla stazione ferroviaria, ma ha rappresentato altresì un punto di riferimento per numerosi eventi espositivi a carattere temporaneo integrandosi in modo virtuoso con l’offerta culturale di tutto il territorio. Da sottolineare, inoltre, la sua attività laboratoriale e didattica a beneficio delle scuole, e i progetti sul versante dell’inclusione sociale, che riflettono quei valori di solidarietà e di cultura diffusa che appartengono alla nostra storia e dei quali ci sentiamo particolarmente orgogliosi».

«Sono commosso per questa targa – ha affermato Jacopo Speranza, Consigliere della Fondazione CR Firenze – che onora mio padre e il suo impegno civico, politico e culturale. Una personalità con straordinaria onestà intellettuale e rara passione che ha segnato la storia della città di Firenze e non solo. Ma questa targa onora anche una istituzione come la nostra Fondazione, fondamentale per tutto il territorio che grazie alle sue risorse può favorire progetti e iniziative di grande valore e qualità. L’evento di oggi e il museo che celebra i suoi 10 anni ne sono una testimonianza. In questi anni Fondazione CR Firenze ha destinato al museo complessivamente quasi un milione di euro e la stessa cifra è stata erogata per vari interventi nel comune. Siamo dunque molto soddisfatti per il record di visitatori che è stato registrato lo scorso anno’».

Biografia di Edoardo Speranza

Edoardo Speranza è nato a Firenze il 14 novembre 1929. Avvocato civilista e imprenditore, ha iniziato la sua attività politica nella Democrazia Cristiana ed è entrato in consiglio comunale a fianco di Giorgio La Pira. Nel 1965 è diventato socio dell'allora Cassa di Risparmio di Firenze. Eletto in Parlamento nei primi anni Settanta, è stato sottosegretario in cinque governi nei dicastri della Giustizia, degli Esteri, del Turismo e Spettacolo, del Commercio con l’estero. Nel 1993 è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze di cui è poi diventato Vice Presidente e, nel novembre 2004, ha sostituito Alberto Carmi alla presidenza. Con questo ruolo ha portato a compimento, oltre ai numerosi interventi a favore del sociale e della ricerca, numerosi progetti strategici per la città in ambito artistico e culturale. A lui si deve, in particolare, il recupero del patrimonio legato alle ville Bardini e Peyron che sono oggi due luoghi di grande bellezza dei quali beneficia tutto il territorio. Dimessosi, per motivi di salute, nel marzo 2009, è stato nominato Presidente Onorario nell’aprile 2009. E’ scomparso il 19 giugno 2014

Pubblicato il 28 gennaio 2019

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