Donne Insieme Valdelsa, 'L'emergenza non ferma la violenza'
Al 31 ottobre 2020 gli accessi al Centro AntiViolenza sono stati 82: durante la pandemia il lavoro dell'associazione valdelsana non si è mai fermato. E non si fermerà
I primi dati sulla violenza al tempo del Covid-19
Una valutazione sull’impatto che la pandemia di Covid-19 ha avuto sul fenomeno della violenza domestica e il femminicidio in Italia è ancora prematura. Sarà necessario attendere la fine dell’anno per poter analizzare i dati disponibili delle diverse fonti (ad es. numero di querele, accessi ai centri antiviolenza, il triste conteggio dei femminicidi) e poter avanzare conclusioni in merito. Ad oggi possiamo però provare ad avanzare alcune prime ipotesi sulla base dei dati disponibili. L’Associazione nazionale Dire - Donne in rete contro la violenza, della quale la nostra associazione fa parte, ha promosso una rilevazione delle richieste di aiuto giunte ai centri durante il primo mese di lockdown (marzo 2020).
I dati raccolti indicano una tendenza che ha caratterizzato anche l’andamento del nostro servizio nel periodo: un aumento dei contatti telefonici da parte di donne già seguite dai centri e una diminuzione di prime richieste di aiuto. Le analisi svolte sui contatti al numero nazionale antiviolenza 1522 indicano, invece, un notevole incremento nel periodo marzo - giugno 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119%). Per quanto riguarda invece i servizi, è stato registrato un andamento intermittente delle nuove richieste: a una marcata fase di calo nel mese di marzo (registrata anche dall’associazione nazionale Dire) è seguita una fase crescente di nuove richieste di aiuto a partire dal mese di maggio.
L'ipotesi è che la prima fase di questa lunga emergenza abbia creato disorientamento e le donne hanno avuto difficoltà a chiedere aiuto in un contesto di convivenza forzata, di controllo, spesso ossessivo, esercitato dai maltrattanti e di continui inviti a non abbandonare il proprio domicilio se non in caso di motivata necessità. Il capillare lavoro di comunicazione svolto da istituzioni e associazioni, al quale nel nostro piccolo abbiamo contribuito con una campagna ad hoc, e la presenza di una rete di servizi strutturata sul territorio ha permesso alle donne di tornare a chiedere aiuto e avviare percorsi di uscita dalla violenza quando il confinamento è stato allentato. Ad oggi non è stato registrato alcun calo su base annuale ed anzi un aumento delle richieste: il 31 ottobre 2019 gli accessi al nostro CAV erano stati 80, al 31 ottobre 2020 82.
L’impatto dell’emergenza sanitaria sulla violenza e sui servizi a disposizione delle donne
In attesa di avere dati e analisi definitive, possiamo fare delle riflessioni riguardo a quanto sta accadendo nel nostro territorio, a partire dalla nostra esperienza di ascolto e sostegno alle donne che, nonostante l'emergenza sanitaria, non si è mai interrotta: i servizi del Centro AntiViolenza e della Casa Rifugio sono stati erogati con continuità durante tutte le fasi. Ovviamente, abbiamo dovuto modificare e adeguare la nostra metodologia privilegiando l’ascolto telefonico e i colloqui da remoto e pubblicizzando i diversi strumenti di contatto: messenger, e-mail, blog.
Il lavoro di rete e di collaborazione con tutte le istituzioni coinvolte nel contrasto del fenomeno a livello locale, regionale e nazionale è stato fondamentale durante il lockdown di marzo e aprile permettendo alla rete di servizi di sviluppare modalità di aiuto adeguate. La pandemia, però, ha evidenziato le criticità strutturali del sistema di tutela delle vittime di violenza, in particolare il ritardo e scarsa applicazione delle misure cautelari e l’allontanamento da casa di donne e minori vittime di violenza. L’allontanamento dal domicilio di donne e minori da un lato ne permette la tutela e la messa in sicurezza, ma, dall’altro, le espone a difficoltà e rischi. Nel contesto della pandemia in cui “la casa” sembrava l’unico luogo veramente sicuro, questa prassi ha mostrato la sua natura profondamente vittimizzante per donne, bambine e bambini. La nostra Associazione, attraverso una lettera aperta sottoscritta da tutti i Centri AntiViolenza della provincia di Siena e da molte Associazioni di donne e non solo, ha chiesto a Procura, Tribunale e Prefettura di Siena di provvedere ad emanare ordini di protezione, già previsti dal nostro ordinamento, per allontanare gli uomini violenti dai domicili.
I dati del nostro CAV indicano che le richieste di aiuto non sono diminuite nonostante la pandemia. Questo risultato indica che la rete antiviolenza della valdelsa è riuscita a far emergere le situazioni di violenza sul territorio e a lavorare in rete per offrire risposte ai complessi bisogni di donne e minori le cui difficoltà sono state amplificate. Il contesto di crisi economica e la chiusura generalizzata di scuole e servizi per l’infanzia, di importanti presidi di welfare per anziani, disabili e altre categorie fragili, hanno accentuato la difficoltà delle donne a trovare una via d’uscita dalla violenza. Possiamo però affermare che in Valdelsa nessuna donna è stata lasciata sola, tutte hanno potuto contare sull’offerta dei servizi del Centro AntiViolenza. "Siamo fiduciose di poter continuare il nostro lavoro nei difficili mesi che ci aspettano anche grazie all’esperienza fatta nei mesi di marzo e aprile 2020, alternando modalità di ascolto e accoglienza da remoto e in presenza, rispettando le misure igieniche e di distanziamento necessarie - spiegano dall'associazione -. Il messaggio che vogliamo dare alle donne è chiaro: uscire dalla violenza si può e noi ci siamo per farlo insieme!"
Progetti 2020
Oltre ai finanziamenti strutturali ai servizi del Centro AntiViolenza e della Casa Rifugio erogati dai nostri Comuni attraverso l’Ufficio Pari Opportunità e dallo Stato attraverso la Regione Toscana, l'associazione nel 2020 ha ottenuto finanziamenti specifici per potenziare la propria azione:
Progetto “La Casa Rifugio in Valdelsa delle donne vittime della violenza maschilista” realizzato con il Comune di Poggibonsi in qualità di capofila e partner quali FTSA e Atelier Vantaggio Donnafinanziato dal Dipartimento Pari Opportunità con il quale abbiamo incrementato i servizi della nostra struttura di accoglienza: assistenza legale e psicologica, attività ludico - educative per i nostri piccoli ospiti, progetti di formazione e inserimento lavorativo per le donne.
Progetto “... E lo chiamano amore…” finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità in collaborazione, fra gli altri, con Provincia di Siena e Ufficio Scolastico Provinciale che ci ha permesso di realizzare un corso di formazione per i docenti delle scuole del nostro territorio sul tema del contrasto agli stereotipi e alla violenza di genere. Il corso è stato realizzato in presenza nel mese di febbraio e ha proseguito con modalità online nei mesi successivi.
“Nessuno Indietro” finanziato da Unicoop Firenze con il quale la nostra associazione ha già promosso la campagna “Il CAV cerca casE” finalizzata a sensibilizzare i proprietari di abitazioni a dare un’opportunità alle donne inserite nei nostri percorsi di uscita dalla violenza. Nella maggioranza dei casi si tratta infatti di donne estremamente determinate e motivate a vivere in autonomia e a garantire ai propri figli una vita onesta e dignitosa. Il finanziamento ci ha permesso e ci permetterà di sostenere i percorsi di autonomia abitativa delle donne e di reinserimento lavorativo.
Progetto “Libere di scegliere. Percorsi per riconoscere e contrastare la violenza di genere”finanziato dal Bando Sociale Regione Toscana con il quale realizzare, in collaborazione con una rete di associazioni del territorio, eventi di sensibilizzazione della popolazione e un corso di formazione di primo livello per nuove volontarie.
Bando Covid-19 finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità che ha permesso di adeguare le strutture alla normativa in vigore per il contenimento dell’epidemia di covid-10 e per poter erogare i servizi nella maggiore sicurezza possibile.
Il Centro AntiViolenza
Il 2020 ha portato in associazione anche dei passaggi di testimone: quello dalla presidente Patrizia Cencetti (oggi membro del Consiglio Direttivo) all'Avv. Caterina Suchan, attivista DIVE dal 2013, ex vicepresidente dell'associazione, ruolo ricoperto oggi dalla dott.ssa Elena Pullara, psicologa psicoterapeuta, attivista DIVE dal 2012.
L’Associazione Donne Insieme Valdelsa nasce nel 2007 grazie alla volontà di un gruppo di donne di contrastare la violenza su donne e bambine in tutte le sue forme. L’attività di accoglienza, dal 2008 a oggi, ha permesso di rispondere a oltre 500 richieste di ascolto, aiuto e supporto da parte di donne in situazioni di violenza. Il Centro AntiViolenza Donne Insieme Valdelsa e la Casa Rifugio DIVE, gestiti appunto dall'associazione, sono riconosciuti dal Dipartimento Pari Opportunità in quanto operano in conformità con i requisiti richiesti dallo Stato e dalla Regione Toscana che, da luglio 2019, ne ha istituito per legge l’elenco ufficiale. L’Associazione si pone, inoltre, l’obiettivo di contrastare la violenza di genere a ogni livello promuovendo attività di sensibilizzazione nel territorio, di formazione per diverse figure professionali, promuovendo e partecipando attivamente a tavoli di intesa e operativi locali. Donne Insieme Valdelsa fa parte della rete nazionale dell'associazione Dire - donne in rete contro la violenza, insieme a altre 80 associazioni che in Italia gestiscono CAV e Case Rifugio, e del Coordinamento dei Centri AntiViolenza toscani, Tosca. Grazie e attraverso questi coordinamenti, l'associazione promuove le politiche di contrasto alla violenza di genere a tutti i livelli istituzionali.
I servizi di Donne Insieme Valdelsa
Il Centro AntiViolenza Donne Insieme Valdelsa offre alle donne che vivono o hanno vissuto situazioni di violenza, servizi gratuiti e specializzati. Le operatrici e le professioniste che collaborano con l’associazione hanno una formazione specialistica in materia di violenza di genere e, in conformità con quanto richiesto dalla normativa regionale, si aggiornano e partecipano regolarmente a incontri di supervisione tecnica.
I servizi che l'associazione offre:
Accoglienza telefonica e allo sportello;
Colloqui individuali di informazione, consulenza sulla violenza e definizione di percorsi individualizzati di uscita dalla violenza;
Colloqui individuali per la valutazione e gestione del rischio;
Consulenza legale specializzata grazie alle esperte del gruppo legale;
Consulenza psicologica specializzata grazie alle esperte del gruppo psicologhe;
Orientamento e accompagnamento al lavoro e alla formazione;
Ospitalità in Casa Rifugio.
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Pubblicato il 23 novembre 2020