Educazione infanzia in Toscana: gli iscritti ai nidi in calo e stabili gli alunni della materna
La prime due infografiche delle slides che scorrono sul grande schermo dell'auditorium del consiglio regionale raccontano forse più di tante parole, a colpo d'occhio. I numeri dell'educazione all'infanzia in Toscana sono già tutti riassunti lì: gli iscritti ai nidi in calo e stabili gli alunni della materna, i posti potenzialmente disponibili cresciuti in sette anni di tredici punti con le liste di attesa abbattute del 40,7 per cento
La prime due infografiche delle slides che scorrono sul grande schermo dell'auditorium del consiglio regionale raccontano forse più di tante parole, a colpo d'occhio. I numeri dell'educazione all'infanzia in Toscana sono già tutti riassunti lì: gli iscritti ai nidi in calo e stabili gli alunni della materna, i posti potenzialmente disponibili cresciuti in sette anni di tredici punti con le liste di attesa abbattute del 40,7 per cento, i bambini che nascono meno di un tempo (anche tra gli stranieri oramai e soprattutto negli ultimi tre anni), i bimbi stranieri che di nuovo ai nidi sono l'8,2 per cento ma nella società più del diciannove, il che vuol dire che di quei servizi si servono di meno, il personale che nonostante la contrazione è rimasto stabile ma con qualche contratto part-time in più e qualche full-time in meno.
La Regione conta gli iscritti di nidi e materne, 24.472 i primi e 94 mila i secondi nell'anno scolastico che si è chiuso nel 2015. Lo fa con il rapporto 2016 sull'educazione all'infanzia appena pubblicato, il terzo dal 2013, presentato a Firenze e che racconta l'anno scolastico 2014/2015.. Nel volume 'classico', scaricabile on line, ci sono i numeri della regione nel suo complesso: su Open Toscana sono invece disponibili i dettagli in formato aperto sui singoli territori. Due realtà, quelle dei nidi e quella delle materne, simili ma anche diverse.
Asili nido - Si fanno meno bambini, è evidente. I piccini da tre mesi a tre anni sono diminuiti dal 2007 del 5 per cento. Questo inevitabilmente si ripercuote sugli iscritti, 24.472 e in leggero calo anch'essi, dove forse però anche la crisi e la minor disponibilità economica delle famiglie, con qualche genitore rimasto senza lavoro, fa pesare i suoi effetti. I bambini stranieri sono 2009. I posti potenzialmente disponibili sono cresciuti quasi del 13 per cento in sette anni (diminuiti leggermente rispetto al 2014/2015). Il tasso di ricettività anche è cresciuto, ovvero il rapporto tra offerta e popolazione: il 6 per cento in più in sette anni, 35 per cento nel 2014. Ma quindici posti su cento nei 1005 servizi attivi in Toscana rimangono alla fine vuoti, il che non significa che tutte le domande vengano alla fine soddisfatte. Ogni territorio racconta un caso a sé: le liste di attesa, dal 2007, si sono comunque accorciate del 40,7 per cento. Complessivamente solo il 34 per cento della popolazione potenziale utilizza i nidi. Non è però poco. Il traguardo europeo era il 33 per cento e la Toscana già lo aveva raggiunto nel 2011. Il 55 per cento dei nidi è pubblico, ma molti dei servizi pubblici sono affidati in convenzione a privati.
Materne - Anche i bambini da tre a cinque anni diminuiscono: nel 2015, rispetto all'anno precedente, se ne contavano nella popolazione l'1,7 per cento in meno. Perde iscritti la scuola paritaria (quasi duemila bambini in meno in tre anni), resiste la scuola statale. In tutto gli alunni della scuola dell'infanzia erano 94 mila lo scorso anno scolastico, 13 mila i bimbi stranieri. Resta comunque alto il tasso di accoglienza, ovvero il rapporto tra chi frequenta e potenziali fruitori, pari al 96,9 per cento nel 2014/2015. Nonostante la diminuzione degli alunni, resta stabile il personale della scuola paritaria, per lo più a tempo indeterminato: naturalmente alcuni contratti si sono trasformati da full-time a part-time. Gli iscritti sono diminuiti anche perché si è fermata la crescita degli alunni stranieri. I bambini da tre a cinque anni erano il 17,1% di tutti i residenti in Toscana nel 2015, solo lo 0,5 per cento in più rispetto ad un anno prima. La preferenza delle famiglie non toscane è per lo più per le scuole pubbliche.
Pubblicato il 17 giugno 2016