Empoli, dialogo di nuovo aperto sullo stadio. Il commento di Dusca Bartoli
«E invece sogno sia! Sembra che adesso ci si sia messi sulla strada giusta sulla questione stadio. Pare ci si avvii ad una trattativa concreta. Adesso è importante non sbagliare gli obiettivi. E anche non aver paura dei sogni. Perché immaginare il meglio consente di attivare le energie necessarie per realizzarlo». Con queste parole Dusca Baroli, capogruppo di FabricaComune per la Sinistra, commenta la riapertura di un confronto tra Amministrazione comunale, Sindaco e l'Empoli calcio.
«Siccome l'Empoli ha proposto un sogno - prosegue Bartoli - vediamo di sognare bene e di farne il sogno di tutta la città. Se tra due anni Empoli avesse: uno stadio moderno dedicato al calcio (discutiamo la durata della convenzione in esclusiva, la possibilità di usi eccezionali, la natura delle attività accessorie, ecc.); un impianto per l'atletica nel polo scolastico che consentisse ai nostri ragazzi di entrare in contatto con lo sport in modo semplice e potesse anche far risparmiare quei circa 100mila euro che ogni anno vengono spesi per il trasporto degli studenti dalle scuole allo stadio (discutiamo quanto grande e con quali servizi accessori), un progetto tale da entrare in risonanza positiva con una sempre più necessaria riqualificazione dell'area scolastica tutta; qualcuno che mettesse testa a definire l'utilizzo dei terreni della Viaccia che non possono che avere una destinazione a verde, più o meno attrezzato e non certo essere la sede di un nuovo stadio che impatterebbe negativamente sia sul territorio che sul tessuto economico, dato che costituirebbe un nuovo polo commerciale a distanza dalla città aumentando le difficoltà del centro».
«Ecco questi mi sembrerebbero buoni obiettivi -continua -, per i quali sarebbe bene si mobilitassero tutte le energie cittadine, senza interessi di bottega, ma per Empoli, come tante volte è stato. Chi ha avviato tutto questo, promettendo di metterci le risorse necessarie e perseguendo anche un ritorno economico, ci faccia vedere un piano finanziario che metta a disposizione risorse congrue rispetto a ciò che prende. Il sindaco coinvolga tutta la città (e la sua rappresentanza) per rendere possibile tutto questo senza che si svendano beni pubblici, ma cogliendo l'occasione che potrebbe esserci».
«Perché una città si ritrova anche nelle proprie ambizioni - conclude Bartoli - e a chi la guida compete volgerle in positivo.
Approfittare di una contingenza che riguarda il calcio e far si che ne derivi l'occasione di ripensare il rapporto della città con lo sport, perseguendo un modello partecipativo di sport e non solo competitivo. Far uscire le risorse per nuove strutture che lo facciano vivere, questo deve essere l'obiettivo. Per perseguire il quale la città tutta potrebbe essere chiamata a muoversi e partecipare e bene farebbe il sindaco a chiamarla e a non limitarsi al confronto tecnico e contabile su un progetto. Avanti. Se si ha coraggio noi ci siamo».
Pubblicato il 30 agosto 2015