Eur-Human, un progetto europeo per definire le linee guida di cura e assistenza di rifugiati e migranti

Il progetto europeo “EUR-HUMAN” è stato presentato da un pool di realtà sanitarie e universitarie di alcuni Paesi dell’Unione Europea quali Austria, Croazia, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Olanda, Slovenia e Ungheria, ed è finalizzato a migliorare le capacità, le conoscenze e le competenze degli Stati membri che ospitano rifugiati e migranti con l’obiettivo di rispondere ai loro bisogni di salute e di diagnosticare in tempo la presenza di eventuali malattie. La ex Ausl 11 è l’unica realtà sanitaria a rappresentare l’Italia all’interno di un progetto che vede come capofila la Facoltà di Medicina dell’Università di Creta

 
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Grazie al progetto “EUR-HUMAN” la ex Ausl 11 (confluita dal primo gennaio scorso nell’Azienda Usl Toscana Centro) è l’unica azienda sanitaria italiana a essersi conquistata un ruolo di tutto rispetto nell'ambito del Progetto Horizon 2020 (si veda il link https://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/).

Il progetto europeo “EUR-HUMAN” è stato presentato da un pool di realtà sanitarie e universitarie di alcuni Paesi dell’Unione Europea quali Austria, Croazia, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Olanda, Slovenia e Ungheria, ed è finalizzato a migliorare le capacità, le conoscenze e le competenze degli Stati membri che ospitano rifugiati e migranti con l’obiettivo di rispondere ai loro bisogni di salute e di diagnosticare in tempo la presenza di eventuali malattie.

La ex Ausl 11 è l’unica realtà sanitaria a rappresentare l’Italia all’interno di un progetto che vede come capofila la Facoltà di Medicina dell’Università di Creta.

La prima riunione organizzativa si è svolta nei giorni scorsi a Bruxelles. Il progetto avrà la durata di un anno ed è candidato a un finanziamento di 159mila euro.

«Questa iniziativa - ha dichiarato Piero Salvadori, direttore dell’unità operativa complessa Organizzazione dei servizi sanitari territoriali di Empoli - è finalizzata a identificare, progettare e valutare gli interventi per migliorare l'assistenza sanitaria primaria per i rifugiati e gli immigrati con un focus sui gruppi vulnerabili. Questo comprende lo sviluppo di strumenti e linee guida per le esigenze iniziali di assistenza sanitaria e la sperimentazione di modelli di intervento. In pratica, è forte la necessità di raccogliere e condividere informazioni su quali strutture sono più efficaci per migliorare l'assistenza sanitaria e la qualità di vita dei rifugiati, dal loro arrivo fino all’insediamento nei paesi ospitanti europei».

Il progetto "EUR-HUMAN" prevede, dunque, il rafforzamento delle cure primarie come primo punto di ingresso per i rifugiati e gli immigrati con l'obiettivo di fornire una buona assistenza centrata sulla persona, completa e integrata, alla portata di tutte le età e per tutte le malattie.

Inoltre, il progetto si propone di favorire il lavoro, le condizioni e la soddisfazione di operatori sanitari locali e dei rifugiati all’insegna dell'interazione e della collaborazione dei tre gruppi principali coinvolti: i rifugiati, il personale sanitario e gli operatori di comunità di accoglienza.

«Il tutto sarà discusso, valutato e definito da un pool di esperti internazionali - ha aggiunto il dottor Salvadori - e sarà oggetto di una relazione finale per promuovere le migliori pratiche e definire i parametri di qualità, e relativi protocolli, delle cure sanitarie di base dei rifugiati: dalla prevenzione delle malattie infettive alla gestione delle malattie croniche, dagli aspetti psico-sociali alla salute delle donne e dei minori». 

Pubblicato il 21 gennaio 2016

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