Fake Jungle: l'informazione ai tempi del coronavirus

Pipistrelli, candeggina, vitamina C, cani, gatti, i russi, il 5g, l’impotenza e chi più ne ha più ne metta. La giungla delle fake news si è rivelata talmente vasta e fitta che le mangrovie tropicali, in confronto, risulterebbero più districabili

 EMERGENZA VIRUS
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In principio i nostri concittadini cinesi sono stati i primi a subirne le conseguenze, additati come untori del grande male del 2020. Come loro, in seguito i nostri amici a 4 zampe hanno iniziato a subire le occhiatacce di padroni impauriti a causa del vociferarsi di trasmissione del virus da animali domestici a umani.
 
Alcune più credibili, altre al limite del ridicolo, di fake news ce ne sono più che di Decreti e Autocertificazioni. I fin dei conti, se l’aglio tiene lontani i vampiri e la vitamina C il raffreddore, perché non dovrebbero farcela contro il grande virus? Se i batteri si mantengono con le basse temperature, allora quando sarà caldo moriranno tutti e il virus scomparirà come l’inverno!
È vero, probabilmente, leggendole a posteriori, è facile che ci sembrino tutte cose davvero assurde, ma quando la paura è tanta e l’incertezza ancor maggiore, allora non è così difficile credere a tutto quello che ci passa davanti al naso, ma sopratutto tra le dita.
 
Così come il virus ha avuto via libera grazie ai contatti sociali, anche le fake hanno avuto la strada spianata dagli strumenti che purtroppo oggi stanno sostituendo giornali e Tg: i famigerati social. Quegli stessi strumenti che ci stanno permettendo di restare vicini, da lontano, ai nostri cari, ci stanno anche allontanando da ogni logica interpretazione del momento che stiamo vivendo. Il martellamento mediatico a cui ogni utente è sottoposto fa sì che vengano appiattite anche le differenze culturali tra i cittadini e così all’amo della fake può abboccare sia il brillante studente universitario, sia la sua nonnina alle prime esperienze nel mondo social. Vuoi la sete di verità, la paura del male, l’incertezza del futuro, il voler a tutti i costi cercare e credere di trovare un perché, un motivo a quello che ci sta succedendo. Ecco un altro aspetto per cui il virus ci ha resi tutti uguali.  Tutti ci possiamo ammalare. Tutti possiamo cadere nello sconforto. Tutti possiamo abboccare nel grande mare delle fake news.
 
Diletta Benesperi
 
 
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Pubblicato il 5 aprile 2020

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