Flash mob contro il bullismo a Poggibonsi: frasi e poesie legate a palloncini bianchi e affidate al vento
«Bullismo, l'ignoranza di sentirsi forti». È una delle frasi lette dagli studenti dell'Istituto Comprensivo 1 di Pggibonsi nel corso del flash mob contro il bullismo e contro ogni forma di violenza. L'ultimo giorno di scuola è stato all'insegna della solidarietà e della partecipazione
«Bullismo, l'ignoranza di sentirsi forti». È una delle frasi lette dagli studenti dell'Istituto Comprensivo 1 di Pggibonsi nel corso del flash mob contro il bullismo e contro ogni forma di violenza. L'ultimo giorno di scuola è stato all'insegna della solidarietà e della partecipazione. L'idea di dare vita al flash mob è nata come risposta all'episodio di qualche giorno fa quando un ragazzino di 16 anni è stato picchiato appena arrivato a Siena, da un gruppetto di altri 16enni. Tutti poggibonsesi, tutti poco più che coetanei degli studenti che oggi hanno sentito il bisogno di manifestare la vicinanza al ragazzo picchiato e hanno voluto dire "no" alla violenza. Fisica e verbale. Così, quando è suonata la campanella che segnava la fine delle lezioni, i ragazzi della scuola media "Marmocchi" (in rappresentanza di tutti gli altri studenti del Comprensivo, dalla Primaria, alla media di Staggia Senese) sono usciti dalle classi e si sono disposti nello spazio di fronte all'edificio sulle note di Image di John Lennon. Dopo un minuto di silenzio sono stati letti brani, poesie e testi scritti dai ragazzi contro bullismo e qualunque prevaricazione.
Le storie degli studenti. Toccante il racconto di un ragazzo di terza che ha ricordato come, quando frequentava una scuola del Chianti prima di trasferirsi a Poggibonsi, sia stato vittima di bullismo. «Ho pianto tutto il pomeriggio - scrive nel suo testo - quando ho scoperto di essere finito nel gruppo WhatsApp di tutta la scuola e dove tutti mi prendevano in giro. Nessuno voleva essere mio amico. Ero solo». Alla fine della lettura, i compagni di classe si sono avvicinati e lo hanno abbracciato. Ma ci sono state anche altre testimonianze. «Uomo, sei figlio della luce, non sprofondare nelle tenebre della violenza». E anche. «Attraverso la violenza non risolvi il problema, ma ne semini cento altri».
Bullismo e violenza, vietato scherzare. All'iniziativa, organizzata in collaborazione tra insegnanti del Comprensivo e Comitato Genitori, ha parlato la dirigente, Manuela Becattelli. «È ora di chiamare le cose con il loro nome - ha detto -. Non si può parlare di bullismo ma di violenza quando si feriscono i sentimenti di qualcuno. Quando si fa violenza fisica e pisicologica, non voglio più sentire dire lo facevo per gioco, non si scherza con i sentimenti». «La nostra scuola lavora da anni con il progetto Kiva proprio per combattere questi fenoneni».
Ipiù grandi cambiamenti nascono dalle parole. Per far capire il pericolo del bullismo, è stato invitato il criminologo Silvio Ciappi: «Che belli questi ragazzi che hanno saputo fermarsi ed in silenzio riflettere a scuola finita sulla violenza e sul bullismo, sulla forza delle parole. I cambiamenti partono proprio da qui». Anche il Comune di Poggibonsi era presente con l'assessore alle Politiche sociali, Filomena Convertito: «E' un tema che merita l'attenzione di tutti noi, un fenomeno che va contrastato in maniera forte e collettiva. Le ferite fisiche psicologiche possono essere molto profonde e le riflessioni che gli studenti oggi hanno lasciato volare attaccate ai palloncini bianchi ci interrogano su come stigmatizzare certi episodi e quali ulteriori sforzi dobbiamo fare come istituzioni e come società nel realizzare sinergie necessarie per favorire la crescita armonica dei nostri ragazzi in una comunità che sappia promuovere la partecipazione, il dialogo, le relazioni sane tra i giovani che devono essere protagonisti positivi della loro città. Una città inclusiva che dice no alla violenza, alle discriminazioni, alla intolleranza. Ringraziamo la scuola per questa occasione di riflessione e tutte le scuole cittadine per la sensibilità e l'attività quotidiana tesa al benessere ed all'educazione».
Per Andrea Settefonti presidente del Comitato Genitori del Comprensivo 1 «Non devono essere sottovaluti i piccoli gesti, ma neppure le parole che spesso fanno più male di un sopruso fisico. Dobbiamo fare attenzione al comportamento dei nostri figli e insegnare loro il rispetto di tutti. Non si può giustificare con "tanto sono ragazzi, sono parole che si dicono, sono litigi che si sono fatti tutti". Le conseguenze potrebbe portare a episodi ben più gravi». «Deve essere stimolata la solidarietà per non far sentire isolato chi subisce bullismo».
Alla fine, mentre partivano le note di Blowing in the wind di Bob Dylan, sono stati liberati nell'aria palloncini bianchi con attaccati i messaggi contro la violenza scritti dai ragazzi. Frasi lasciate andare, soffiate dal vento.
Pubblicato il 11 giugno 2016