Fondo per la non autosufficienza, la Lega: «Verso la perdita della professionalità»

Con una recente delibera della Società della Salute dell’Alta Valdelsa è stato nuovamente finanziato il fondo per la non autosufficienza per 835mila euro, strumento indispensabile per una società con un indice di invecchiamento crescente e che assume sempre più rilevanza nell’ottica di dare un supporto sanitario significativo per le famiglie che hanno persone non autosufficienti a carico. Non è pienamente soddisfatta però la Lega Nord Val d’Elsa, che in una nota stampa esprime le sue perplessità

 
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Con una recente delibera della Società della Salute dell’Alta Valdelsa è stato nuovamente finanziato il fondo per la non autosufficienza per 835mila euro, strumento indispensabile per una società con un indice di invecchiamento crescente e che assume sempre più rilevanza nell’ottica di dare un supporto sanitario significativo per le famiglie che hanno persone non autosufficienti a carico.

Non è pienamente soddisfatta però la Lega Nord Val d’Elsa, che in una nota denuncia un significativo decremento delle somme destinate all’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) ed agli inserimenti degli anziani non autosufficienti in strutture semiresidenziali: «Rispetto al 2013 le risorse stanziate per l’ADI sono diminuite di ben 53mila euro e quelle per l’inserimento in strutture semiresidenziali, le cosiddette Case di Riposo, sono diminuite anch’esse di oltre 38mila euro, a vantaggio di risorse per l’acquisto di voucher per l’assistenza domiciliare non professionale agli anziani. Il motivo del nostro disappunto sta nel fatto che l’ADI è un servizio erogato da personale medico altamente professionale che offre un supporto integrato con assistenza infermieristica, attività di riabilitazione, ogni altra forma di assistenza medica ed assistenza di base alla persona, mentre per quanto riguarda i voucher è il servizio è svolto generalmente da badanti extracomunitarie che difficilmente hanno la preparazione professionale del personale medico».

«Crediamo che queste scelte - conclude la Lega - portino ad una sensibile perdita di professionalità ed una progressiva dismissione del servizio sanitario, a vantaggio di un settore privato per il momento privo della professionalità necessaria a svolgere compiti così delicati. L’esatto opposto di quello che invece servirebbe». 

Pubblicato il 12 novembre 2015

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