Fuga (e ritorno) a casa, il mito di Elettra in scena al Boccaccio di Certaldo

Martedì 22 novembre alle ore 21 al Teatro Multisala Boccaccio va in scena “Home sweet Home - How can I stop cutting?”, libero adattamento da/a Elettra di Sofocle di e con Arsenale della Arti, ovvero Martino Montomoli, Filippo Basetti, Cristina Castellini, Chiara Carnemolla, Margherita Nardi, scene Luca Nardi, luci Daniele Sacchi

 
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Martedì 22 novembre alle ore 21 al Teatro Multisala Boccaccio va in scena “Home sweet Home - How can I stop cutting?”, libero adattamento da/a Elettra di Sofocle di e con Arsenale della Arti, ovvero Martino Montomoli, Filippo Basetti, Cristina Castellini, Chiara Carnemolla, Margherita Nardi, scene Luca Nardi, luci Daniele Sacchi.

Home Sweet Home nasce come una riflessione sull’identità a partire dalla riscrittura del mito di Elettra. Il mito è archetipo contemporaneo che si frammenta e si ripete fino ad oggi: il passato di una famiglia tormentata dal delitto riemerge come incubo nella personalità di una donna lacerata dal dolore.

Il linguaggio è però quello moderno dell’arte del Novecento, in uno spettacolo che guarda alla scrittura della Pianista della Jelinek e all’opera filmica di Bergman, di Haneke e di molto altro cinema del dolore.
Il Padre in nome del potere sacrifica tutto, anche una figlia. La Madre odia il marito e strumentalizza la colpa del Padre per giustificare la sua condanna a morte. Lo spettacolo inizia da qui.

La scena è una stanza della tortura e gli oggetti diventano simboli della sofferenza: Il pianoforte è il sadico strumento con cui la Madre costringe la Figlia ad una vita in cui tutto è ricerca di perfezione; il rasoio è il desiderio di sentire emozioni alla ricerca della propria individualità. Il taglio e le ferite sono i simboli dell’emancipazione dai legami familiari e il sangue che sgorga in scena quello del dolore che nasce dalla ricerca del proprio io.

Elettra cerca inutilmente conforto nel rapporto con i fratelli: la Sorella, donna seduttiva e determinata così diversa da lei; il Fratello, perversamente innamorato di lei, e da lei tragicamente ricambiato come un doppio del Padre: la violenza segna il legame definitivo e risolutivo tra i due e apre, come una ferita, lo spazio perché si compia il tragico destino. L’amore reciproco non basta per salvare nessuno.
Il finale riflette sulla tragedia di chi, nella disperata ricerca si sé, non può non fare i conti con i suoi fantasmi e non può non tornare a casa.

Pubblicato il 21 novembre 2016

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