Furti in Val d'Elsa: ancora casi. Il sindaco Falorni: «Manca il personale»

Sono ormai settimane che si sente parlare di strani “marchi” sui citofoni delle abitazioni: A e G, come a indicare “anziani” e “giovani”, oppure a identificare chi ha l’allarme in casa oppure no. Le ipotesi sono tante e si sommano a quelle dei Carabinieri che, in un primo momento, avevano cercato di calmare le centinaia di telefonate. Qualcuno aveva anche pensato a dipendenti Estra che stavano semplicemente facendo il loro lavoro

 
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Continuano i furti ai danni dei cittadini nella Valdelsa. I colpi avvengono quando la casa è vuota, soprattutto durante l’ora di cena.

Sono ormai settimane che si sente parlare di strani “marchi” sui citofoni delle abitazioni: A e G, come a indicare “anziani” e “giovani”, oppure a identificare chi ha l’allarme in casa oppure no. Le ipotesi sono tante e si sommano a quelle dei Carabinieri che, in un primo momento, avevano cercato di calmare le centinaia di telefonate. Qualcuno aveva anche pensato a dipendenti Estra che stavano semplicemente facendo il loro lavoro, ma difficilmente al giorno d’oggi vengono usati ancora metodi “analogici” come questo.  E infatti dall'azienda in questione sono state subito smentite le voci e la vicenda ha preso una piega sempre più preoccupante.

Intanto nelle scorse serate si sono susseguiti altri furti: entrano in casa forzando le porte e rubano ciò che trovano a portata di mano, come racconta una ragazza vittima di queste rapine. «Crediamo che siano entrati in casa attorno alle 20 di sera, noi eravamo a cena fuori - dice -. Non hanno portato via molto, solo oro e orologi. Non hanno toccato pc o tv. Anche una mia vicina è stata derubata, le hanno portato via la macchina ma il giorno dopo è stata ritrovata. Appena entrata in casa ho avuto un tuffo al cuore. E’ una cosa che si pensa accada sempre agli altri e mai a noi. La mia privacy e la mia intimità è stata violata, è questo che mi tocca di più».

Nella stessa serata, attorno alle 19.15 è stato fatto un altro colpo ai danni di una famiglia sangimignanese «Sono passati dalla porta secondaria, hanno rotto il vetro ed è subito scattato l’allarme - commentano impauriti - hanno rubato gioielli, soldi contanti e altri oggetti di valore. Non è la prima volta che ci capita… avevamo quindi deciso di mettere le inferriate a tutte le finestre, evidentemente non è bastato. Siamo arrabbiati col mondo intero».

La situazione non è parsa tanto rassicurante nemmeno alle istituzioni. «Mi preoccupa questa nuova ondata di furti che ha colpito nelle ultime due settimane l'Empolese-Valdelsa e le zone circostanti», ha scritto su Facebook il primo cittadino di Castelfiorentino Alessio Falorni. «Ogni giorno - aggiunge - sulle cronache leggiamo i bollettini risultanti, con famiglie, imprese e istituzioni colpite. Ovviamente, Castelfiorentino non è risultata immune, con qualche casa visitata nella notte e una attività commerciale, già vittima in passato, che ha subito nuovi danneggiamenti. Altrove, va pure peggio».

«La Prefettura e le Forze dell'Ordine sono ovviamente a conoscenza, e assicurano la massima collaborazione e operosità - continua -. Tuttavia, per quanto impegno si possa porre sulla materia, e per quanti strumenti anche le Amministrazioni Comunali tentino di implementare (ormai quasi tutte hanno dato corso a progetti di impianti di videosorveglianza monitorati dalle Polizie Municipali), la percezione chiara dei cittadini e degli operatori è che sia il quadro normativo che è fortemente carente.
Già una volta mi son trovato a esprimere il mio parere in merito sulla stampa, e continuo a essere della stessa opinione. La situazione non cambia: mancano "stivali" (cioè, personale: gli organici delle Forze dell'Ordine hanno avuto le stesse drastiche riduzioni di quelli dei Comuni, negli ultimi anni) e soprattutto certezza della pena, nonché procedure legali consone a disposizione di chi interviene.
Troppe volte chi viene beccato, esce dopo poco tempo, a volte anche subito. La normativa è insopportabilmente tutelante chi delinque, e poco (rispetto a quanto sarebbe giusto) chi subisce. Una situazione di ingiustizia che i cittadini non accettano più, semplicemente».

«Cerchiamo di fare quanto possibile per far arrivare questo messaggio a chi le leggi le scrive - scrive infine Falorni -, nel luogo che è deputato a produrle, ovvero il Parlamento. Per me il ritardo accumulato è sempre eccessivo, ma non è mai troppo tardi per mettere in campo una risposta quanto meno più adeguata a questo problema».

Veronica Di Leonardo

Pubblicato il 13 dicembre 2016

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