Gianfelice Facchetti racconta Arpad Weisz

Per il Giorno della Memoria appuntamento alle 18,30 al Politeama con l’evento della Scintilla e del Comune in collaborazione con Anpi e Istituto Storico della Resistenza

 POGGIBONSI
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Il racconto di Arpad Weisz, grande allenatore degli anni ’30 che venne ucciso ad Auschwitz, per dire no al razzismo presente oggi negli stadi e nelle strade. E’ questo il cuore dell’evento con Gianfelice Facchetti in programma lunedì 27 gennaio alle 18,30 presso la sala set del teatro Politeama, in occasione del Giorno della Memoria. Il titolo è “Se il razzismo entra in campo” ed è dedicato ad Arpad Weisz (Solt, Ungheria 1896 - Auschwitz Polonia, 1944). Weisz è stato un grande allenatore ebreo-ungherese, che negli anni '30 aveva vinto scudetti con l'Inter e con il Bologna, e che, fuggito dall'Italia delle leggi razziste, venne catturato in Olanda e ucciso con tutta la famiglia ad Auschwitz. A partire dalla sua storia la serata sarà un racconto per dire no al razzismo, quello che ancora si manifesta nei nostri stadi e nelle nostre strade. Gianfelice Facchetti, figlio del capitano nerazzurro Giacinto, ricorderà, attraverso una performance teatrale, la figura di Weisz, raccontando le contaminazioni tra calcio, potere e discriminazione razziali. L’evento è realizzato dall’associazione La Scintilla con il patrocinio e il sostegno del Comune e con la collaborazione di Anpi Poggibonsi e dell’Istituto Storico  della Resistenza Senese e dell'età contemporanea.

 

Un po' di biografia

Gianfelice Facchetti (Milano, 28 agosto 1974) è un attore, drammaturgo e regista teatrale italiano. È figlio di Giacinto Facchetti, calciatore dell'Inter e della Nazionale italiana. Dal 2000 collabora con diverse realtà teatrali e educative quali, per esempio, la Casa Circondariale di Monza e l'Istituto dei ciechi di Milano (dove ha portato in scena il Teatro al buio), impegni che alterna al lavoro con la Compagnia teatrale Facchetti/De Pascalis, di cui è regista, autore e attore. La sua prima scrittura teatrale, “Bundesliga '44” (2005), ispirata a un episodio de “I sommersi e i salvati” di Primo Levi, è stata finalista al Premio Ustica per il Teatro Civile 2005 e segnalata al Premio Bancarella Sport.  La sua carriera di attore cinematografico ha visto la partecipazione sia a fiction televisive come “Il grande Torino”, “Il Pirata - Marco Pantani”, “I colori della gioventù” e “Anita Garibaldi”, che a film per il cinema come “L'aria del lago”. Dal 2008 collabora con il Corriere della Sera. Nel 2012 ha vinto il "Premio Bancarella Sport" con il libro “Se no che gente saremmo” edito da Longanesi, che racconta il padre, l'indimenticabile campione dell'Inter e della Nazionale, Giacinto.


Nell'aprile 2013 debutta in "Com'è bella la città" di Alessandra Scotti al Piccolo Teatro di Milano, spettacolo prodotto dalla "Fondazione Gaber". Lo spettacolo viene ripreso nell'autunno dello stesso anno a "Dialogo nel buio", presso l'Istituto dei ciechi di Milano.  Dal 2014 fa parte del "Comitato Etico" della Lega di serie B di calcio. Nell'aprile 2015 allo Spazio Tertulliano di Milano debutta con il testo e la regia di "Mi voleva la Juve", spettacolo scritto e diretto per Giuseppe Scordio.

Nel 2016 riceve il premio "Louis Braille" dall'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti per il "Teatro al Buio"; nello stesso anno porta in scena in totale oscurità, "Viaggio agli inferni del secolo" di Dino Buzzati. Nel 2017 debutta con lo spettacolo, "Eravamo quasi in cielo", scritto insieme a Marco Ciriello, un racconto sul Campionato di calcio 1943-44 vinto dai Vigili del Fuoco della Spezia. Dal 20 agosto 2017 è ospite fisso a La Domenica Sportiva con brevi racconti sul calcio nella rubrica Facchetti Football Club. Dal mese di marzo 2019 inizia a collaborare con il Memoriale della Shoah in merito alla mostra dedicata ad Árpád Weisz. Dal mese di ottobre 2019 collabora con Rai Tre a Buongiorno Regione dove tiene la rubrica L'angolo di Facchetti.

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Pubblicato il 25 gennaio 2020

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