Giani: ''Tempi da record per il centro Covid Pegaso di Prato''
Il primo lotto accoglierà – ha precisato Giani - 191 pazienti, mentre con l’attivazione del secondo lotto arriveremo ad accoglierne qui fino a 340
Giani: “Tempi da record per il centro Covid Pegaso di Prato”
“Questa struttura diventerà il Centro Covid Pegaso, punto di riferimento per la Toscana e l’eccellenza per gli studi su quello che rappresenta la pandemia, con Prato destinata ad essere la capitale della ricerca e della sperimentazione nella lotta al virus. Un’eccellenza sanitaria in cui non abbiamo voluto concentrare tanti pazienti, riducendo la previsione inziale da 500 a 340 posti e che si sta completando a tempi di record”.
E’ questo l’annuncio che il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani ha fatto questa mattina nel corso della visita che ha effettuato insieme all’assessora regionale alla Protezione Civile, Monia Monni, all’ex Creaf di Prato, la struttura di proprietà della Regione, che è risultata pronta, a partire dall’8 dicembre prossimo, ad accogliere un primo contingente di circa 190 pazienti che permetteranno di alleggerire la pressione sui vicini presidi ospedalieri.
“Il primo lotto accoglierà – ha precisato Giani - 191 pazienti, mentre con l’attivazione del secondo lotto arriveremo ad accoglierne qui fino a 340. Stamani abbiamo potuto vedere quanto si è progredito in dieci giorni. Ne ho parlato con il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro e con il commissario Domenico Arcuri, invitandoli a partecipare all’inaugurazione. Inviterò anche il ministro Roberto Speranza questo diventa il primo centro italiano dedicato alla cura e all’analisi, oltre che forse alla raccolta di una banca del sangue e del plasma, di tutto ciò che serve a curare l’infezione da covid”.
Il presidente ha poi espresso la sua soddisfazione per il numero dei contagi, che oggi in Toscana è sceso sotto quota 2.000 dopo aver raggiunto una punta di 2.700.
“La nostra capacità di tracciamento – ha aggiunto il presidente – è salita ad oltre l’80% rispetto al 37% dei giorni in cui i dati sono stati utilizzati per portarci in zona rossa. Insomma i risultati si stanno vedendo e con soddisfazione vedo i lavori qui a Prato che proseguono speditamente. Di questo ringrazio l’impresa, le maestranze, l’assessora alla Protezione civile e il responsabile regionale del settore, Giovanni Massini, oltre alla città di Prato qui rappresentata dal sindaco Matteo Biffoni”.
L'assessora Monni al nuovo centro Covid di Prato: “Sarà una struttura molto flessibile”
“Sarà una struttura molto flessibile, all’interno della quale abbiamo deciso di dare più spazio e agibilità a chi verrà ricoverato e a chi ci lavorerà, seguendo i consigli che ci sono arrivati dai medici. Avrà quindi letti più distanziati e maggiori spazi tecnici, così da rendere più agevole il lavoro del personale sanitario”.
L’assessora regionale alla Protezione civile, Monia Monni, spiega così il progetto che l’8 dicembre prossimo porterà all’inaugurazione del primo lotto del “Centro Covid Pegaso” in via Galcianese a Prato.
“Abbiamo ricavato anche uno spazio – aggiunge Monni – per dieci terapie subintensive, per una prima risposta in loco in caso di aggravamento delle condizioni dei degenti. A quelli previsti qui, dobbiamo poi aggiungere altri sessanta posti letto all’ospedale Santo Stefano di Prato, che stiamo realizzando in due ali laterali oggi aperte ai lati, che utilizzeremo per ampliare il numero dei posti letto covid dedicati e che in futuro rappresenteranno un aumento dei posti letto totali del presidio pratese”.
L’assessora è poi passata ad illustrare l’altro impegno della Protezione civile regionale, che sta seguendo la realizzazione, presso l’ex ospedale di Campo di Marte a Lucca, di ulteriori posti letto.
“Saranno – precisa l’assessora - altri 150 postazioni. Anche in questo caso contiamo entro un mese di riuscire ad ultimarle. Mi preme aggiungere che abbiamo lavorato a tutto ciò che è prevenzione e che deve aiutare a non arrivare al ricovero in ospedale. Da questo punto di vista l’impegno maggiore è quello di incrementare il numero dei tracciatori. Stamani siamo stati a Firenze, alla Fortezza, dove abbiamo visto al lavoro ben 300 di loro. Altri 100 arriveranno nei prossimi giorni per svolgere un lavoro che è preziosissimo per interrompere la catena dei contagi. Insieme a loro abbiamo visto in Fortezza 55 tra medici e laureandi in medicina che faranno il lavoro, fondamentale, di chiusura delle quarantene, dando risposta ai tanti cittadini che attendono il via libera per tornare alle loro attività. Chiedo a tutti di avere un po’ di pazienza, perché il lavoro che i sanitari devono fare è complesso. Ma il sistema sta reagendo bene di fronte alla dura prova a cui è sottoposto e siamo avviati verso una situazione che dovrebbe essere di maggiore tranquillità”.
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Pubblicato il 19 novembre 2020