Ha appena vent'anni e pubblica un libro di poesie. Intervista a Vanessa Cucini

Si chiama Vanessa Cucini e ha poco più di vent'anni. La giovanissima scrittrice di Casole d'Elsa ha da poco pubblicato il suo primo libro di poesie che si chiama "Nei meandri miei più tetri", edito da BookSprint Edizioni, la casa editrice che si propone come un'alternativa alle grandi realtà editoriali più conosciute. Come ci si sente a scrivere un libro di poesie? E che cosa vuol dire essere poeta oggi? Le abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande.

 
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1.  Quali sono i tuoi interessi oltre la poesia ?

Oltre la poesia nutro molto interesse per la filosofia, la scrittura, la lettura e la musica. Suono il violino da molto tempo ed in particolare mi piacciono i romanzi in cui l'irrealtà si fonde con la realtà.

2.  Quando è nata la tua passione per la poesia ?

La mia passione per la poesia è nata durante l'infanzia ed è cresciuta assieme a me con il passare del tempo. Amo paragonare la poesia ad una cara e vecchia amica, un ideale che non mi ha mai abbandonato.

3.  Quando hai cominciato precisamente a scrivere poesie ?

Ho scritto la mia prima poesia quando avevo circa dieci anni ed ho continuato a scrivere, maturando e migliorando il mio stile, sino ad oggi. Non a caso ho inserito la mia prima creazione "La pantera del cielo" all'interno della raccolta come simbolo ed apice della mia passione per la poesia.

4.  Che cosa vuol dire essere un poeta oggi ?

Ritengo che oggi il ruolo del poeta sia completamente cambiato rispetto al passato, tuttavia non nego che ultimamente la poesia sia stata del tutto rivalutata. Amo pensare l'immagine del poeta come quella di un mediatore, ovvero colui che spinge alla riflessione e che genera emozioni all'interno dell'animo umano attraverso pensieri e parole. La poesia deve creare all'interno di tutti noi nuovi orizzonti da scoprire, nuovi pensieri, nuove emozioni. A mio parere il poeta oggi non deve spingere il lettore ad apprezzare forzatamente la propria opera ma deve generare in lui uno stimolo, una nuova idea da cui trarre spunto, la poesia non deve mai lasciarci indifferenti.

5.  Quali sono le tematiche affrontate in "Nei meandri miei più tetri" ?

Le tematiche affrontate nella mia raccolta sono varie e spaziano tra argomenti di attualità molto forti e tematiche più libere riguardanti i pensieri più profondi dell'animo umano, i meandri più tetri che ci sono in ogni persona. Lascio che sia il lettore a rispecchiarsi nella raccolta stessa in modo da riflettere e far proprie tali emozioni. 

6.  Pensi che vivere in Val d'Elsa incida in quello che scrivi ?

Penso che vivere circondata dai magnifici paesaggi della Val d'Elsa abbia plasmato ed arricchito la mia fervida immaginazione. Inoltre sono stata influenzata anche da Varsavia, una città magnifica e caotica, che ha incrementato molto lo stile della mia raccolta. Infatti l'opera racchiude la sottile unione tra le impressioni date da una vita  spiazzante e caotica come quella di città e la calma silenziosa dei paesaggi di campagna.

7.  Adotti regole tecniche particolari ?

La silloge non segue una metrica precisa in quanto penso che le poesie debbano rispecchiare l'io più profondo dell'animo umano e quindi devono essere libere di esprimersi in qualsiasi forma. Tali poesie si richiamano attraverso parole ed elementi che come colla le uniscono e le collegano tra loro, il linguaggio che utilizzo è schietto e diretto. Il titolo è inoltre l'ultimo verso della raccolta e da vita ad una struttura dialettica e ciclica che si ripiega su se stessa e si chiude in un cerchio, un uroboro che simboleggia l'infinito. Il concetto del tempo e la nostalgia che esso genera ripercorre tutta l'opera in quanto la poesia è allo stesso tempo diletto e cura della vita. L'uomo è la prima macchina del tempo che tornando al passato attraverso i ricordi riesce a concepire l'esperienza e la gioia che ha sperimentato durante il proprio percorso e ciò che invece gli è stato tolto.

8.  Ti sei ispirata a poeti conosciuti noti ?

No non mi sono ispirata a nessun poeta noto, ho invece cercato di creare uno stile del tutto nuovo, personale ed originale. I primi poeti noti che invece hanno accompagnato la mia passione e che mi hanno regalato nuovi orizzonti ed emozioni sono C. Baudelaire e W. Szymborska. Scrivendo poesie ho capito quanto fosse importante nella vita frenetica di tutti i giorni soffermarsi su un emozione, su una riflessione, su ciò che di più quotidiano ci investe senza lasciare segni apparenti, regalandoci invece piccole o grandi impronte che ci accompagnano nei meandri più nascosti e tetri della nostra essenza.

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 18 settembre 2015

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