I dipinti di Claudio Giomi in mostra all'Accabì di Poggibonsi
Un percorso articolato quello di Giomi, in una ricerca continua. Il soggetto ricorrente è la città, architetture dal sapore metafisico che riportano alla mente Le città invisibili di Calvino
Forbidden Colours. Quasi una provocazione il titolo della mostra di Claudio Giomi, che aprirà i battenti domani, sabato 6 ottobre, nelle sale espositive dell'Accabì Hospital Burresi di Poggibonsi. "Colori proibiti" il titolo, quando ogni opera esposta in questa personale del Maestro è un'esplosione di tinte forti, interpreti di emozioni che alla tela si affidano per comunicare allo spettatore gli stati d'animo più reconditi dell'artista. Claudio Giomi è nato a Siena, dove si è diplomato all'Istituto d'Arte Duccio di Boninsegna, ma ormai è poggibonsese d'adozione. Dalla metà degli anni '80 ha esposto in numerose gallerie e spazi pubblici per poi approdare, nel 1985, a Madrid in occasione della "Arte Contemporanea Feria Internacional", poi a New York alla "Coliseum Art Expo" e a Nizza alla "Fiera Internazionale d'Arte".
Un percorso articolato quello di Giomi, in una ricerca continua che a momenti assume il carattere dell'auto analisi attraverso tratti distintivi che si palesano sotto forma di cipressi, cattedrali, figure femminili dallo sguardo sfuggente che si confondono con le ombre della sera. Ma il soggetto ricorrente è la città, architetture dal sapore metafisico che riportano alla mente Le città invisibili di Calvino, dove spazio e tempo sono indefiniti, sconosciuti profili di metropoli immaginarie dove la presenza umana è sottesa, ed è il senso di solitudine che pervade la scena e rapisce lo sguardo. Città surreali, quasi fortezze immaginarie come espressione onirica attraverso cui l'inconscio riesce ad esprimersi pienamente.
"Anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure” I. Calvino.
Una carrellata artistica ricca di spunti quella che ci propone Claudio Giomi in questa personale che si chiuderà il 13 ottobre, interpretando secondo un codice semantico la realtà da lui percepita e rappresentata andando oltre l'apparenza sensibile.
Sicuramente non è casuale il nome attribuito alla personale, tratto da un'omonima colonna sonora di Ryūichi Sakamoto, un perfetto sottofondo a intensi stati d'animo ai quali il visitatore non potrà sottrarsi.
Antonella Lomonaco
Pubblicato il 5 ottobre 2018