Idilio Dell'Era, poeta, sacerdote ed educatore del senese

Il 18 giugno 1988 muore a Manziana, in provincia di Roma, Martino Ceccuzzi, meglio noto come Idilio Dell’Era, sacerdote e poeta molto legato al territorio senese. In occasione del centenario della nascita, nel 2004 il Comune di Sovicille gli ha intitolato la biblioteca comunale ed una via del paese. Dopo pochi anni, nel 2009, si è costituita, sempre a Sovicille, l’Associazione Idilio Dell’Era che si occupa dello studio e della riscoperta delle opere del sacerdote poeta

 SOVICILLE
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Martino Ceccuzzi, conosciuto come Idilio Dell’Era, nacque a Montellese l’11 novembre 1904, nelle campagne della provincia di Chiusi.
Quando il padre perse il lavoro la famiglia si trasferì in Maremma, la terra che poi Idillio racconterà all’interno delle sue poesie.

Dal 1918 ebbe modo di avvicinarsi all’ambiente religioso, iscrivendosi prima al seminario di Grosseto e poi a quello di Siena. Durante questo periodo compose le prime liriche, pubblicate nel 1929 in L’aiuola di luce ed in Le ombre solitarie.

Negli anni trenta collaborò per la prima volta con giornali e riviste letterarie, entrando in contatto con intellettuali appartenenti al mondo della politica e della letteratura, come Nicola Lisi, Mario Luzi, Giovanni Papini e Ada Negri.
Soprattutto il legame con Piero Bargellini, Sindaco di Firenze durante l’alluvione del 1966, rese possibile la collaborazione con Il Frontespizio, rivista letteraria fiorentina, ma anche la rivista L’Eroica tenne d’occhio il giovane Idilio, pubblicando alcune delle sue liriche.

Il 4 giugno 1944, accusato di aiutare i partigiani, fu minacciato di fucilazione dai repubblichini nella piazza di Casale di Pari, in provincia di Grosseto. A titolo di riscatto, la popolazione si impegnò a racimolare una cifra che i repubblichini non ritirarono mai.
Al termine della guerra si trasferì a Toiano, nel Comune di Sovicille, dopo aver ricevuto l’invito da parte dell’arcivescovo di Siena, dove Idilio si occupò anche  dell’istruzione dei ragazzi, insegnando in quasi tutte le scuole e gli istituti. A Siena scrisse l’inno del palio ed alcuni sonetti per le contrade.  

Negli anni ’80 la malattia lo condannò alla perdita della memoria e ad allontanarsi da Siena. Morì il 18 giugno del 1988 a Manziana, in provincia di Roma, ma secondo le sue volontà venne sepolto nel Cimitero della Misericordia di Siena.

Nel 2004, in occasione del centenario dalla nascita del poeta, il Comune di Sovicille ha intitolato a suo nome la biblioteca comunale ed una via del paese. Dopo pochi anni, nel 2009, si è costituita, sempre a Sovicille, l’Associazione Idilio Dell’Era che si occupa dello studio e della riscoperta delle opere del sacerdote poeta.


Aria di paese

L’aria ha sapore d’uva bionda e nera
e un remoto paese
mi suscita nell’anima, per vie
che il tempo trascolora.

Chiarezza di bei grappoli, com’alba
nel velluto dei pampani:
silenzi illuminati:
colma la gota tinta dall’arsura.

Sul brividir dell’era
pavida tramortiva la mia sera.


Tranne che il ricordo

Non ho più nulla tranne che il ricordo
e d'altre primavere mi ragiona
il passero, di sera, ma funesta
già la stagione che mi fu gradita
sopra la porta indugia: va la luna
carezzando i tuoi fiori e l’ombra lascia
della tua mano stanca a pena mossa
e un’immensa pietà mi prende allora
di te, di me, di questa mia sventura
nè chiarità di stelle mi consola:
smarrito e solo a quelle rimirando,
altissime, vorrei sul ciglio bianco
dell’astro più deserto essere accolto
ma ognuno reca in volto la sua notte
e l’eco dei suoi morti l’accompagna.

 

Ambra Dini

Pubblicato il 18 giugno 2019

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