Il cardinale Ernest Simoni pellegrino al convento di San Vivaldo e al santuario mariano di Pancole
Padre Ernest perseguitato per 28 anni tra prigione, lavori forzati nell'Albania del regime ateo, creato cardinale da Papa Francesco in visita nell'alta Valdelsa
Pomeriggio intenso di impegni pubblici per il Cardinale Ernest Simoni, nella Solennità dell’Ascensione del Signore, il quale si è recato in visita al Convento di San Vivaldo a Montaione e al Santuario Maria SS. Madre della divina Provvidenza a Pancole nel Comune di San Gimignano. Padre Ernest è conosciuto in tutto il mondo quale testimone di pace e perdono che ogni giorno della dura ed ingiusta prigionia, ha sempre donato al Presidente d’Albania, ai carcerieri e a tutti coloro, che con ogni mezzo lo umiliavano e perseguitavano. All’età di 10 anni nel settembre del 1938 iniziò la sua formazione nel Collegio il Serafico di Scutari, dove vi restò fino alla soppressione degli ordini religiosi ed all’uccisione dei superiori, accusati ingiustamente di voler organizzare una sommossa contro il regime comunista dal dittatore Enver Hoxha, il quale per costituzione dichiarò l’Albania il primo stato del mondo ateo il quale suo motto era: ”se non estirpiamo il clero cattolico non avremo mai la vittoria”. Dopo tre anni di durissimo servizio militare don Ernest riuscì a diventare sacerdote dopo gli studi clandestini, arrestato poi nel 1963 e condannato a morte, pena poi commutata nel carcere a vita per 28 anni tra prigionia, lavori forzati nelle miniere nei campi di concentramento e nelle fogne di Scutari. Fu liberato definitivamente nella primavera del 1991, riprendendo con forza il suo apostolato nel nord dell’Albania.
Giungendo al Sacro Monte San Vivaldo chiamato anche la “Gerusalemme di Toscana” è stato accolto dal Rettore Fra Stefano Giorgetti e dalla comunità religiosa dei Frati Minori Francescani, i quali dal 1500 si prendono amorevolmente cura del convento e dei tanti fedeli che nei secoli hanno visitato e visitano questa oasi di pace e spiritualità. Da 4 giorni la comunità ha accolto le reliquie di San Giovanni XXIII venerate in questi giorni da molteplici pellegrini giunti da ogni parte. Presente il personale dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Municipale dell’Unione dei Comuni del Circondario dell’Empolese Valdelsa e decine di fedeli italiani e di origini albanese che da giorni aspettavano la visita dello “speciale pellegrino”. Sua Eminenza giungendo nella Chiesa, prima della Santa Messa animata dal coro della Parrocchia di San Regolo a Montaione, si è soffermato a lungo in preghiera davanti ai resti mortali di San Vivaldo, eremita vissuto proprio nei pressi del convento a cavallo tra il XIII e XIV secolo, di cui il Cardinale da bambino quando era novizio nel convento di Scutari aveva sentito parlare dai superiori e tante volte aveva pregato recitando il breviario.
Il porporato si è poi recato al Santuario mariano di Pancole, che aveva visitato al termine di una visita a San Gimignano nel gennaio 2017 pochi mesi dopo essere stato creato cardinale. E’ stato accolto dal Rettore Padre Ennio Castellano, dai religiosi e dalle religiose dei “Servi del Cuore Immacolato di Maria”, dove ha recitato il Santo Rosario in ginocchio davanti all’esposizione solenne del Santissimo Sacramento, non sottraendosi alle fatiche degli anni ed ai postumi degli anni di prigionia, benedicendo poi all’esterno del Santuario la campagna ed i tanti fedeli presenti. Al termine ha poi assistito alla solenne Santa Messa animata dalle suore, recitando la preghiera di San Michele Arcangelo del Santo Padre Leone XIII.
Il Segretario Cav. Vieri Lascialfari, nella commozione dei fedeli i cui volti erano rigati dalle lacrime, ha raccontato negli appuntamenti della giornata i tratti salienti dell’esemplare vita del porporato, che hanno portato il Santo Padre Francesco a definirlo “Martire Vivente” ed a rivestirlo della Porpora cardinalizia ormai più di 5 anni fa.
“Ringrazio il Signore per essere per la seconda volta a San Vivaldo a pregare ai piedi dell’eremita appartenente alla “famiglia francescana” a cui sono fortemente legato fin da bambino, quando entrai a far parte dell’Ordine dei Frati Minori assumendo il nome di Fra Enrico - queste le parole del Cardinale - in questa Solennità dell’Ascensione del Signore, il Divin Maestro morto in croce per noi è vivo, vittorioso contro il peccato e glorioso ed oggi come professiamo nel Credo: <è salito al cielo e siede alla destra del Padre>. Inginocchiato ai piedi della Santissima Madonna - ha proseguito - nel bellissimo Santuario di Pancole a lei dedicato, con tanto popolo fervente nella fede abbiamo pregato al termine di questo mese di maggio dedicato alla Vergine Maria. Invochiamo e confidiamo in lei, la quale intercedendo verso il Figlio Gesù, ha ottenuto ed otterrà sempre grazie particolari e prodigiose. Volgi a noi oh Maria il tuo materno sguardo - ha concluso - a noi pellegrini e sostienici in questo esilio terreno proiettati all’ultimo giorno, per così meritare e godere del premio della vita eterna e possedere il Regno dei Cieli preparato dal Signore”.
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Pubblicato il 30 maggio 2022