Il mistero degli antichi Etruschi a Castelfiorentino: centinaia i reperti recuperati

«Mi ricordo benissimo quel giorno dell’aprile 1986 – osserva Marco Chiarugi, membro dell’Associazione Archeologica della Valdelsa Fiorentina – in quanto fu lo stesso giorno in cui dettero notizia del disastro di Chernobyl. Stavo facendo una ricerca su un sito di epoca medioevale e notai a un certo punto un ciglione franato, da cui potei individuare una scodella ben conservata, che mi pareva più antica

 
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Una vicenda che gli archeologi si sforzano di comprendere da quasi trent’anni, e che ogni volta accende nuovi interrogativi. Un insieme diversificato di reperti che testimoniano una “intensa attività insediativa”, attività artigianali, perfino necropoli. Una storia poco conosciuta dagli stessi abitanti di Castelfiorentino, su cui la Regione Toscana adesso ha deciso di investire con un finanziamento di 2.800 euro.

A tanto ammonta il contributo concesso alla Pro Loco su un progetto promosso in collaborazione con il Comune e l’Associazione Archeologica della Valdelsa Fiorentina su “Gli etruschi a Castelfiorentino”, che contempla a settembre una “tre giorni” di studi, attività espositive, visite sui luoghi di ritrovamento dei reperti: a partire da quello di “Poggio Carlotta”, individuato per la prima volta negli anni Ottanta nella zona collinare di Coiano, a due passi dalla Via Francigena.

«Mi ricordo benissimo quel giorno dell’aprile 1986 – osserva Marco Chiarugi, membro dell’Associazione Archeologica della Valdelsa Fiorentina – in quanto fu lo stesso giorno in cui dettero notizia del disastro di Chernobyl. Stavo facendo una  ricerca su un sito di epoca medioevale e notai a un certo punto un ciglione franato, da cui potei individuare una scodella ben conservata, che mi pareva più antica. Subito la portai all’Università di Siena, che mi confermò la datazione di epoca etrusca». Da quel primo ritrovamento, presero il via gli scavi che proseguirono fino al 1991, per poi interessare altre aree del territorio di Castelfiorentino.

Centinaia i reperti recuperati, in tutti questi anni: tracce di abbandono di abitati, materiali riconducibili alla loro attività quotidiana, come la tessitura, il gioco, la lavorazione delle ossa (ad esempio, le corna di cervo), la ceramica, soprattutto vasellame da cucina. Testimonianze legate alla “città dei vivi”, dunque, ma non solo. Sono state rinvenute anche diversi reperti della “città dei morti”: cippi, oggetti da corredo funerario, strutture sotterranee. Elementi che inducono a ipotizzare l’esistenza di necropoli, in seguito riutilizzate come rifugi, ricoveri, cantine.

«Una storia poco conosciuta – sottolinea il Vicesindaco, Claudia Centi – e che grazie a questo progetto, su cui abbiamo lavorato insieme alla Pro Loco e all’Associazione Archeologica della Valdelsa Fiorentina, siamo impegnati a divulgare e a valorizzare, anche per fini turistici. A settembre organizzeremo un programma articolato in tre giorni, dove ci sarà occasione per gli studiosi di confrontarsi ma anche la possibilità per la nostra comunità di conoscere questo capitolo meno noto di storia castellana, attraverso eventi espositivi, attività didattiche per i bambini, percorsi trekking sui siti dei ritrovamenti. Riportare l’attenzione su questo tema può altresì rappresentare uno stimolo per i giovani a riprendere gli studi sugli etruschi nel nostro territorio. Un sentito ringraziamento all’Associazione Archeologica e alla Pro Loco che hanno subito accolto la nostra proposta, a partire da Marco Chiarugi che per primo individuò le tracce degli Etruschi nel nostro territorio. Ringrazio anche la Regione Toscana, in particolare il consigliere regionale Enrico Sostegni e il presidente del consiglio Eugenio Giani, che hanno dimostrato con questo significativo contributo la loro sensibilità e la loro attenzione alle radici della nostra storia».

Il contributo della Regione Toscana è stato concesso nell’ambito delle iniziative che si tengono per la “Giornata degli Etruschi”, che ricorre il 27 agosto.

Nelle foto: alcuni reperti rinvenuti a "Poggio Carlotta" e l'area interessata

Pubblicato il 11 agosto 2017

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