InArteAgnese esce con un nuovo singolo: ''Coca-Cola e Youporn''
I nuovi traguardi della cantautrice partita da Colle di Val d'Elsa per arrivare a Torino
Agnese Conforti alias “InArteAgnese”, classe 1994, è una cantautrice partita da Colle di Val d'Elsa con la sua chitarra per arrivare a Torino.
I suoi occhi profondi ed intriganti nascondono un sound rock’n’roll, con un bel pizzico di blues, il tutto shakerato con una buona dose di passione ed amore anche per l’Indie pop. Anche se InArteAgnese non si formalizza sulle etichette.
A breve uscirà il suo nuovo singolo.
InArteAgnese, come nasce la tua passione per la musica?
«Con il mio avvento nel mondo. Comincio a far sentire la mia voce distinguendomi per altezza vocale e intensità, rispetto a tutti gli altri, bebé. A 7 anni ottenuta l’approvazione di Suor Elsie nella parrocchia prendo coraggio e comincio a studiare chitarra canto e pianoforte, scrivendo a quella stessa età il mio primo singolo “Brivido d’Amore”, che risulta però un totale flop, secondo stimati critici, ovvero i miei fratelli. Decido quindi di allargare la mia fan base, istituendo a soli 15 anni la mia rock band Note Pollution di cui sono frontwoman, riscuotendo un discreto successo. Nel 2013 entro a far parte sempre come frontwoman, del gruppo blues/jazz Laid Back. Sono solista, negli stessi anni, nel coro gospel i Servi Della Gioia. Nel 2015 inizia la collaborazione con la Platinum Studio, partecipo a diversi concorsi, ne vinco alcuni, fino ad arrivare tra i 60 finalisti di Sanremo Giovani nel 2016, con il mio brano “Unda”. Non ho ricordi della mia esistenza senza un sottofondo musicale».
Qual è stato il momento in cui hai deciso che la musica era la parte principale della tua vita?
«La mia non è stata un’epifania vera e propria, neanche una vocazione. Per chi crede nel destino direi di aver sempre saputo di dover fare questo nella vita. Non saprei definire la mia identità in qualcosa di altro rispetto alla musica. Non ho deciso razionalmente di far diventare la musica la parte principale della mia vita, semplicemente lo è. Se provi a farlo di mestiere, poi, devi rimanere concentrato ogni secondo della tua esistenza sull’obiettivo, studiare, metterci tanto impegno, saper aspettare, ma soprattutto non fermarsi alle prime delusioni».
Quali sono i tuoi punti di riferimento?
«In culla mia madre mi faceva ascoltare Mozart, sono partita dalla musica classica, fino ad accorgermi di voler esplorare tutto ciò che il mondo ha da offrire, per trovare la mia strada. Mi sono lasciata ispirare da artisti come Janis Joplin, Led Zeppelin, Queen, ma anche Ella Fitzgerald, Aretha Franklin, Nina Simone, Amy Winehouse, fino ad arrivare al cantautorato senza storia come Fabrizio De Andrè, Guccini, De Gregori, Lucio Battisti, Mina per poi avvicinarmi ad artisti internazionali come Jacob Collier, Snarky Puppy apprezzando comunque il panorama indie italiano».
E’ uscito un singolo a dicembre, puoi raccontarci di più?
«Si chiama “Coca-Cola e Youporn”, suor Elsie mi perdonerà. Ho voluto affrontare il tema della solitudine in una società convenzionale, improntata sull’apparire sui social e sulla corsa spasmodica alla ricerca di rapporti superficiali e gratificazioni istantanee. Ciò, però, ci lascia vuoti e persi, tanto da doversi ritrovare con fuori il sole, da soli in camera, stappando una lattina e far da sé. Scorrendo il testo, leggendo tra le righe, ci si accorge del disagio di fondo che la mia generazione che per quanto dinamica, libera, smart ed ecologista, sta attraversando. La crisi di identità che parte dal non riuscire più, ormai, a delineare una differenza tra virtuale e reale, tanto da essere costretti a crearsi un mondo dove tutto è perfetto, quello dei social che però va talmente veloce da lasciar per strada alcuni pezzi di noi stessi».
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
«Sto lavorando molto in questo periodo per far uscire il mio prossimo singolo a maggio. Sto lavorando anche su altri singoli e, forse, un disco. Sicuramente i miei progetti per il futuro sono quelli di tornare a fare Live, che sono la linfa vitale di qualsiasi cantautore o musicista. Mi manca il contatto con il pubblico, ma soprattutto la sensazione di vivere il momento giusto nel posto giusto, ovvero sul palco. Voglio pensare positivo e vedere nel mio futuro alcune date dal vivo e con tanta gente con cui confrontarmi alla fine del concerto».
Lodovico Andreucci
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Pubblicato il 17 aprile 2021