Incidente sul lavoro, muore in una tessitura ragazza di 22 anni
Oste di Montemurlo (Prato), era diventata mamma da poco la giovane operaia che oggi ha perso la vita
A pochi giorni di distanza dal primo maggio grave lutto nel mondo del lavoro. Muore una ragazza di 22 anni in un incidente poco prima delle 10 di oggi, lunedì 3 maggio.
L'incidente è avvenuto all'interno della "Orditura Luana", un'azienda tessile di Oste di Montemurlo, in via Garigliano. La giovane stava lavorando a un orditoio quando, per ragioni ancora al vaglio degli inquirenti, è rimasta incastrata nel macchinario ed è morta praticamente sul colpo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i Carabinieri e un'ambulanza della Misericordia di Montemurlo, ma purtroppo i soccorsi sono stati vani.
Gessica Beneforti di Cgil Toscana e Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana) esprimono cordoglio e rabbia: “Inaccettabile”.
Beneforti: «Una tragedia del lavoro, una tragedia umana che ci sconvolge. Non essere riusciti a fare abbastanza per evitarla ci dilania come sindacato e come persone. Di nuovo siamo a chiedere una più incisiva assunzione di responsabilità collettiva, a partire dalle azioni delle istituzioni e degli organi a cui compete il dovere di indirizzo, vigilanza, controllo e sanzione, e dalla necessità di contrastare con forza l’idea sempre più marcata che la sicurezza sia un costo e non un investimento prima di tutto sulla vita».
Orlandi: «Morire a 22 anni di lavoro e lasciare una piccola creatura. Morire dentro l’ingranaggio dell’orditoio, quella macchina che permette di preparare la struttura verticale della tela che poi costituirà la trama del tessuto, appunto l’ordito, dal quale deriva il termine ordire. Possiamo davvero assumerci la responsabilità di una cospirazione, tanto è ingiusto e insopportabile morire di lavoro. Morire di lavoro a 23 anni, in una azienda e per colpa di un macchinario, sembra di raccontare una realtà diversa da quella che dipingono i nostri e le nostre giovani svogliati, insofferenti, disadattati e stanchi. C’è chi lavora e quel lavoro se l’è portata via. La responsabilità di far morire di lavoro riguarda tutti e tutte noi. Non è sfortuna, non è sventura e non è neanche solo colpa di tutti quei soggetti preposti a salvaguardare la salute e la sicurezza di chi lavora. Riguarda la responsabilità collettiva di tollerare la superficialità e l’incuria, di non accanirsi abbastanza per il rispetto delle regole, degli orari di lavoro, dell’accurata manutenzione delle strumentazioni dei macchinari, sempre e comunque. Perché le tragedie accadono e allora, solo in queste circostanze, pensiamo a come avremmo potuto evitarle. Un affettuoso saluto alla giovane lavoratrice, un abbraccio ai suoi genitori e alla sua piccola bimba, promettendole di non stancarci mai di vigilare sulla sicurezza di chi lavora».
Anche il governatore Giani ha lasciato un messaggio di cordoglio: «Non si può morire sul lavoro a nessuna età. Luana, una giovane mamma di 22 anni è rimasta coinvolta in un incidente sul lavoro, intrappolata in un macchinario tessile, nell’azienda dove lavorava a Oste, nel comune di Montemurlo (Prato). Lascia una bambina piccola alla quale va tutta la vicinanza di una regione intera. Che la terra ti sia lieve».
Per parte nostra - aggiunge il presidente - non faremo venir meno la scelta di investire sui controlli, sulla prevenzione e sulla cultura diffusa della sicurezza. La sicurezza è un elemento fondante per una buona qualità della vita, per una società coesa e giusta, per la dignità del lavoro».
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Pubblicato il 3 maggio 2021