L'amore ai tempi dei social network. Iniziativa contro la violenza di genere per il 'Giorno della Pia'

Affermare la cultura del rispetto, del riconoscimento della dignità dell’altro/a, della imprescindibilità di relazioni libere da supremazie e sottomissioni, ancora oggi espressione del potere diseguale tra donne e uomini, significa lavorare per contrastare la violenza di genere. Violenza che si manifesta in molteplici forme nei luoghi del nostro vivere quotidiano, fino alla sua punta estrema e terribile del femminicidio

 SIENA
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Domani, venerdì 7 giugno, alle 16.30 la Provincia di Siena accoglierà nella sala dell’Aurora l’XI edizione del “Giorno della Pia”. Sarà un importante momento di approfondimento e riflessione sul tema del contrasto alla violenza di genere, che vede l’intervento della Provincia per attivare interventi di sensibilizzazione, formazione e contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione.

Quest’anno, l’iniziativa, promossa dal Centro antiviolenza Donna Chiama Donna e patrocinata dalla Provincia e dal Comune di Siena, in collaborazione con Archivio UDI, Centro culturale delle donne “Mara Meoni” e Università per Stranieri di Siena avrà come tema centrale un argomento piuttosto importante e attuale, "L'amore a portata di click: l'amore ai tempi dei social network"

L’iniziativa, di cui la Provincia condivide finalità e obiettivi, intende promuovere percorsi attivi e partecipativi di autoriflessione sia per le ragazze che per i ragazzi, finalizzati ad una migliore convivenza, ma anche fornire modelli positivi capaci di valorizzare le differenze di genere in una dimensione paritaria e di riconoscimento delle molteplici soggettività. 

«E’, infatti, bene evidenziare che le azioni di sensibilizzazione primaria sono importanti nella decostruzione degli stereotipi di genere e nell’affermazione di modelli relazionali improntati al rispetto ed al riconoscimento dell’altro da sé - si legge nel comunicato stampa -. Affermare la cultura del rispetto, del riconoscimento della dignità dell’altro/a, della imprescindibilità di relazioni libere da supremazie e sottomissioni, ancora oggi espressione del potere diseguale tra donne e uomini, significa lavorare per contrastare la violenza di genere. Violenza che si manifesta in molteplici forme  nei luoghi del nostro vivere quotidiano, fino alla sua punta estrema e terribile del femminicidio. Quel femminicidio di cui è stata vittima anche Pia dei Tolomei, in un lontano XIII secolo, ma per motivi che sentiamo ancora oggi nei racconti e nelle cronache della violenza di genere: la gelosia, la non accettazione maschile della capacità di autodeterminarsi delle donne e di determinare le proprie vite».

Come afferma la Convenzione di Istanbul, la violenza nei confronti delle donne è "una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata".

Il Programma prevede i saluti del  Presidente Cesvot Viro Pacconi delegazione territoriale Siena, della Consigliera provinciale Giulia Periccioli delegata Pari Opportunità, delle Assessore del Comune di Siena Sara Pugliese Pari Opportunità e Francesca Appolloni Sanità e Servizi Sociali

Di seguito Annamaria Rallo Presidente Associazione Donna chiama Donna, presenterà e modererà interventi e dibattito.

Interverranno il  Dott. Giammarco Bonsanti, psicologo clinico e scolastico e la Dott.ssa Silvia Polyzzi, psicologa e psicoterapeuta. Dopo un breve dibattito avrà luogo la Performance "me pareva 'na favola" interpretata da Leila Ghiabbi di Movimentoinactor Teatrodanza.

Infine avrà luogo la premiazione del concorso di scrittura, disegno e fotografia degli studenti degli istituti superiori di Siena e provincia.

L’iniziativa è aperta a tutta la cittadinanza.

E come ha detto Eleanor Roosevelt, Presidente della Commissione dei Diritti Umani, «Dove, dopo tutto, hanno inizio i Diritti Umani? Nei luoghi più piccoli, vicino casa, così piccoli e vicini da non essere menzionati neppure sulle carte geografiche. Tuttavia questi luoghi rappresentano il mondo del singolo individuo; il quartiere in cui vive, la scuola o l’università che frequenta; la fabbrica, la fattoria o l’ufficio dove lavora. Questi sono i luoghi dove ogni uomo, donna e bambino cerca eguale giustizia, eguale opportunità, eguale dignità senza discriminazione. Qualora questi diritti abbiano poco valore in quei luoghi, essi ne avranno poco anche altrove».

Pubblicato il 6 giugno 2019

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