La giustizia dei social
Tre future funzionarie della giustizia arricchiscono le notizie di cronaca con informazioni sul diritto
Camilla Biotti, Elisa Biancucci e Nina Iannaccone. Ecco i volti che potrebbero tranquillamente essere le future funzionarie della giustizia o i pubblici ufficiali del domani. Camilla, di Poggibonsi, Elisa di Colle e Nina di Siena. Professionali, attente, scrupolose e sempre con i quattro codici alla mano, o per meglio dire a mente, per poter dare una riposta dettagliata e scevra di pressapochismo.
Hanno recentemente creato un profilo Instagram che si chiama Fall in Law, nel quale “arricchiscono” le notizie di cronaca dando degli strumenti al lettore per poter comprendere al meglio l’accaduto.
Come vi siete conosciute?
«Noi due – ndr Nina e Camilla – abbiamo studiato insieme fin dall’Università, a Siena, poi abbiamo continuato il nostro percorso in alcune scuole di formazione post lauream. Ricordo che mentre stavamo andando a scuola ad Empoli, in treno, abbiamo visto Elisa, che stava leggendo tranquillamente un libro di Dostoevskij. Al ritorno eravamo sempre sullo stesso treno ed è bastato poco, siamo diventate subito amiche. È uno di quei classici incontri che poi si trasforma in amicizia, per carattere e passioni comuni. La Valdelsa e la provincia in genere è tutta una grande città, quindi la nostra “conoscenza di vista” si è evoluta in una bellissima amicizia».
L’idea del profilo nasce anche dalle condizioni di crisi sanitaria che stiamo vivendo e l’aumento delle relazioni online?
«L’idea è nata quando stava per iniziare il secondo lockdown, questo inverno. Ci siamo rese conto che eravamo costrette a stare tanto tempo in casa ed un grande bacino di utenza si riversava sui social e così abbiamo pensato di portare dei contenuti attinenti al nostro settore di specializzazione, sulla piazza online».
Qual è la funzione principale della pagina?
«È un modo per divulgare i nostri apprendimenti, utile anche a chi ha studiato altro. La funzione è quella di riuscire a far capire che il diritto fa parte della nostra quotidianità, non deve essere visto come un qualcosa di pesante. Cerchiamo di dare gli strumenti per leggere al meglio le informazioni di tutti i giorni. Diamo delle basi tecniche per semplificare il più possibile ciò che passa attraverso i mezzi di comunicazione. La pagina nasce anche per una nostra utilità personale, quindi per confrontarci con altre persone che stanno facendo il nostro stesso percorso».
La professionalità, però, va pagata. Voi date “consulenze” gratuite?
«Assolutamente no, le nostre non sono consulenze. A vota capita che in direct ci vengono rivolte delle domande su casi personali e la riposta immediata è quella di rivolgersi ad un avvocato. La nostra attività sui social è un intervento su notizie che già si conoscono, ma a volte possono mancare delle competenze ed il messaggio può essere forviante. Semplicemente diamo più informazioni. Il diritto fa parte della nostra vita, ogni giorno. Lo troviamo in qualsiasi aspetto e crediamo che la condivisione della cultura sia essenziale. La pagina è una manifestazione delle nostre conoscenze, per cercare di rendere edotte le persone dei propri diritti e così rivolgersi consapevolmente agli avvocati. Quello che facciamo noi non è applicare il diritto al singolo caso concreto».
Uno dei casi più discussi in Toscana è la vaccinazione agli avvocati, cosa ne pensate?
«Riteniamo che sia stata una scelta politica della Regione non dettata da pressanti richieste degli avvocati e coloro che sono rientrati nei posti limitati hanno esercitato il loro diritto. Gli avvocati non hanno sottratto il vaccino agli over 80, sono due vaccini diversi. La giustizia d’altro canto è essenziale e questa scelta non può essere sindacata dalla categoria».
Lodovico Andreucci
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Pubblicato il 18 aprile 2021