La Guardia di Finanza di Siena scopre falsa produzione artigianale di borse e accessori in pelle di alta moda
Le Fiamme Gialle della Tenenza di Chiusi Scalo si sono imbattute nell'illecita produzione di prodotti recanti marchi contraffatti, segni falsi e mendaci da parte di un piccolo imprenditore attivo alle pendici del monte Amiata nel settore della fabbricazione di borse in pelle
Porta i suoi frutti la costante azione di monitoraggio dei distretti industriali presenti sul territorio senese condotta dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Siena. Le Fiamme Gialle della Tenenza di Chiusi Scalo nell’ambito di una autonoma attività intrapresa ai fini fiscali, si sono imbattute nell’illecita produzione di prodotti recanti marchi contraffatti, segni falsi e mendaci da parte di un piccolo imprenditore attivo alle pendici del monte Amiata nel settore della fabbricazione di borse in pelle. L’uomo non nuovo agli operatori è risultato utilizzare, per lo stoccaggio del materiale contraffatto, anche siti ulteriori rispetto a quelli dichiarati ai fini fiscali.
All’atto dell’accesso è stata accertata la presenza di vari prodotti destinati all’assemblaggio di borse, cinture e prodotti vari di pelletteria di noti brand dell’alta moda, nonché borse già “finite”, per le quali non veniva fornita alcuna documentazione fiscale e contrattuale che ne giustificasse il possesso. Oltre 500 pezzi (prodotti finiti e/o componenti destinati all’assemblaggio, tutta merce contraffatta) sono stati sequestrati a disposizione dei periti per gli approfondimenti merceologici. L’uomo è stato deferito alla locale Procura della Repubblica.
Dalle successive e minuziose perizie sul materiale in sequestro disposte dalla magistratura senese, effettuate dalle agenzie investigative licenziate dalle aziende di moda interessate, è stata ottenuta conferma della natura contraffatta dei materiali sequestrati; le attività sono risultate particolarmente complesse in considerazione dell’ottima fattura dei capi non licenziati, la cui natura illecita può essere verificata solo da un occhio esperto e non dal consumatore medio, circostanza che rende la condotta penalmente rilevante particolarmente insidiosa rispetto alla “fede pubblica”, interesse protetto dalle norme penali in materia di contraffazione dei marchi. Per il deferito pur nel rispetto della presunzione di non colpevolezza, quale inderogabile principio e valore costituzionale, si apre lo scenario del palazzo di giustizia ove avrà modo di giustificare i termini della condotta posta in essere.
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Pubblicato il 23 giugno 2022